Questa sera alle 20.45 si daranno battagli Juve e Inter; match sentito, ma anche valido per il primato in Serie A. Il Derby d’Italia è una sfida importante, è come se fosse Muhammad Ali contro Mike Tyson. La Juve come Ali: più abituata a imporre la propria superiorità, più forte nell’autostima. L’Inter come Tyson: più diretta, più tormentata, più portata al pugno forte e improvviso, da knock-out. Leggiamo Juve-Inter col vocabolario del ring. In palio c’è la cintura dei pesi massimi.

Questo il match giocato sul ring secondo La Gazzetta dello Sport:

GUARDIA CHIUSA –I portieri garantiscono la guardia, che nella boxe deve essere chiusa (alta), a protezione del volto. Stasera portieri dell’Est, il polacco Szczesny e lo sloveno Handanovic, per certi versi simili: freddi e essenziali, dotati di riflessi prodigiosi. Due facce da cinema, che non avrebbero sfigurato in un film qualsiasi della saga di Rocky.

GUARDIA BASSA –Mai abbassare la guardia, nella boxe. Poteva permetterselo Muhammad Ali, per provocare e irretire. Nel calcio la guardia bassa equivale a una fase difensiva sbagliata. La Juve ha rialzato i guantoni, da 4 partite non subisce gol: ultime reti prese, quelle di Genova contro la Samp il 19 novembre. L’Inter condivide con Napoli e Roma il primato del minor numero di gol incassati, appena dieci, e qui sta il vero segreto della rivoluzione spallettiana, l’aver restituito stabilità a una squadra che era il manifesto della discontinuità. Juve e Inter sono due squadre a guardia alta e non ci sarebbe da stupirsi se venisse fuori lo 0-0.

JABÈ un pugno veloce, che sorprende chi lo subisce e che entra nella guardia. Un colpo d’incontro, inaspettato. Il jab ricorda un po’ le ali del calcio, che sono rapide, scaltre e tecniche. Douglas Costa o Cuadrado nella Juve e Perisic e Candreva nell’Inter possono colpire col jab, aprire varchi ai fianchi della difesa avversaria, preparare le condizioni per il knock-out.

GANCIO – In inglese hook, un tiro semicircolare. Non è quasi mai il pugno del k.o., ma quasi sempre dello sfinimento. Un match di boxe abbonda di ganci come una partita di calcio è piena di passaggi che aprono spazi. L’hook è un pugno da centrocampisti illuminati e/o incursori, capaci di trovare prima o poi il gancio giusto sotto forma di assist o di tiro. Pjanic e Khedira nella Juve e Borja Valero e Vecino nell’Inter sono giocatori ganciosi. Toccano tanti palloni, li fanno girare e a volte sanno sbatterli in rete.

MONTANTE – In inglese, uppercut. Un pugno che fa male, stordisce e avvilisce. Viene portato dal basso verso l’alto e come obiettivo preferito ha il mento. È il pugno del k.o., spesso. Domanda facile, anzi facilissima: in Juve e Inter chi sono gli specialisti del montante? Higuain e Icardi, i centravanti. Higuain ha volto e struttura da pugile, la sua faccia potrebbe andare bene per un remake di Toro scatenato. Icardi sembra possedere qualcosa di Sugar Ray Leonard, grande pugile americano degli Anni Ottanta: gioco di gambe, velocità, opportunismo.

ROPE-A-DOPEEspressione inglese quasi intraducibile: rope vuole dire corda, dope sta per droga. La droga della corda, si potrebbe azzardare. Il rope-a-dope è una tattica pugilistica inventata da Ali: mettersi in guardia alta appoggiati alle corde, lasciare che l’avversario si sfoghi e si stanchi e passare poi al contrattacco. La Juve di Allegri e l’Inter di Spalletti, senza saperlo, praticano il rope-a-dope.

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