Sponsor e nuova maglia! Quanti cambiamenti per l’Inter targata 2020-2021. Ma tra tutti i rinnovamenti quello che fino ad oggi rimane più decisivo per il futuro dell’Inter è l’avvento di Simone Inzaghi.
Rosa decimata dalle vacanze, amichevoli citate poco fa non di cartello e tournée americana annullata causa precauzioni Covid questo è l’inizio dell’avventura di mister Inzaghi in nerazzurro, troppo poco per farsi un’idea sul suo avvio.
Ma l’idea su ciò che lo aspetterà da qui in poi è chiara, c’è un’ardua sfida ad attenderlo e non ci si può più voltare.

Le difficoltà del cammino

Simone Inzaghi ha tanto da perdere nel guidare la ciurma nerazzurra e il pericolo numero uno è l’ammutinamento. Il neo-allenatore dovrà gestire una rosa importante, vincente e soprattutto abituata ad essere gestita in maniera stremante con richieste e pressioni al limite. Questa è stata l’Inter da due anni a questa parte e i paragoni con Conte saranno inevitabili, Inzaghi dovrà riuscire a convincere i suoi giocatori di essere all’altezza del ruolo e dimostrare che questo salto in alto nella sua carriera è meritato, così da essere credibile, così da essere seguito. Questo il primo ostacolo.

Altra sfida è la richiesta del club di rimanere competitivi nonostante la rosa verrà, seppur moderatamente, indebolita. Manca Hakimi (e questo si sa dai tempi dei tempi) ma, soprattutto, non si sa chi andrà a sostituirlo e chi altro potrà partire. L’assenza di forza economica non è una novità per Inzaghi gli ambiziosi obiettivi stagionali sì, e senza un mercato adeguato lo sforzo richiesto diventa sempre più pesante.

Qui c’è un bivio per l’allenatore piacentino perché molte conclusioni sul suo lavoro dipenderanno da come sarà svolto quel lavoro e con quali uomini oltre che dai risultati. E’ importante che tutto ciò non diventi un alibi, l’abbiamo chiamata sfida non a caso e lui l’ha accettata per tale. Al contrario, servirà cautela nel “giudicarlo” idoneo o meno a questo grande palcoscenico, il suo nuovo pubblico è famoso per essere impaziente ed esigente e molto spesso non aspetta poi tanto prima di tirar pomodori.
D’altro canto sa regalare tanti applausi, se meritati.

Dichiarazioni d’intenti

Certo è che Inzaghi ha già lasciato una piccola impronta, almeno sotto il profilo interpersonale, e questo lo testimoniano le dichiarazioni di De Vrij e Skriniar.
L’olandese è stato allenato da mister Simone alla Lazio e si è detto contento del suo arrivo, soffermandosi molto sulla persona, De Vrij sottolinea l’uomo non solo l’allenatore e questo aspetto noi lo avevamo già evidenziato essendosi percepito fin dal principio.
D’accordo con De Vrij è Skriniar almeno su un tema, quello di voler difendere (chi meglio di loro) lo scudetto. Skriniar in una sua recente intervista è stato chiaro: vuole restare all’Inter e continuare a vincere. Non banale che un giocatore del suo calibro si esponga in tal senso in un momento storico, per l’Inter difficile per altre (vedi PSG) abbastanza roseo, dove potrebbe andar a guadagnare cifre sicuramente più alte rispetto alle attuali.
L’attaccamento dello slovacco e la voglia di confermarsi campioni d’Italia riflettono sul resto della squadra visto che qualcuno avrebbe potuto tentennare dopo la partenza di Conte.

Inzaghi trova un gruppo compatto che ha perso, come in tutte le guerre, dei compagni ma che è deciso e convinto di poter vincere sull’avversario. Su questo aspetto il mister dovrà insistere perché è stata una delle chiavi per arrivare a vincere il campionato lo scorso anno.

Competitività da mercato

Grande dilemma che affliggerà Inzaghi fino alla fine di settembre è il mercato. Sì, gli obiettivi, il gruppo, la voglia di vincere sono tutti fattori determinanti per l’andamento della nuova stagione con un finale gioioso ma molto dipenderà anche dai calciatori che saranno a disposizione.
Tanti i nomi che circolano come “rimpiazzo” di Hakimi, si va da Bellerin a Nandez e già in questo caso i due profili sarebbero totalmente differenti per caratteristiche quindi sarà importante vedere chi alla fine scorrazzerà sulla fascia destra (ruolo fondamentale per il modulo di Inzaghi, lo sappiamo).
Stesso discorso sulla fascia opposta: Dimarco sembra aver convinto il mister e potrà essere un’ottima arma oltre che un buonissimo sostituto, almeno all’inizio, di Perisic. Il tutto sempre che il croato rimanga, a tal proposito circola il nome di Telles per la sinistra, vecchia conoscenza nerazzurra dal sinistro delicato ma sicuramente più difensivo del collega proveniente dai balcani.
Dopo aver definito le fasce e aver risolto la questione esuberi, all’Inter serve un vice-Lukaku.
Satriano è piaciuto molto nell’amichevole contro il Lugano ma molto probabilmente non basterà. Pinamonti non ha raggiunto, perlomeno questo trapela, la maturità richiesta per questo ruolo non convincendo lo scorso anno e nelle prime uscite di quest’anno, il ragazzo chissà se si farà probabilmente lontano da Milano.

Dunque, la rosa non è al completo e bisognerà attendere il corso del mercato che mai come questa estate, per l’Inter, sarà molto lento.
Questa è la montagna più alta da scalare per Inzaghi, seppur non dipenda direttamente da lui come un’intemperia, oramai si è su e bisogna continuare a salire, a scalare.
La sfida è difficile ma stimolante, mister Inzaghi sembra essere pronto a prescindere dalle carte che avrà da giocare, noi gli auguriamo tutti di poter arrivare in cima alla montagna sano e salvo e piantare una bandierina, magari a forma di scudetto.

Redazione
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