E così dunque dopo 6 anni l’Inter torna nella maggior competizione continentale, dopo 6 anni di delusioni ed amarezze la Champions League avrà anche i colori neroazzurri di Milano. Sei sono stati gli anni del ciclo Mancini-Mourinho, sei sono stati gli anni di questo infausto esilio terminato in una notte romana come pure il nostro ultimo trofeo (coppa Italia 2010/11 contro il Palermo).

Un match quello di ieri sera assolutamente folle ed impronosticabile: chi mai avrebbe detto al 30esimo della ripresa, con l’Inter sotto 2-1, che a gioire alla fine saremmo stati noi? Noi che fino a quel momento di certo non avevamo brillato, noi che eravamo sembrato molli, disattenti ed imprecisi contro una Lazio con più voglia, più determinazione, più talento che stava, fino a quel momento, avendo la meglio su di noi. Ma noi siamo l’Inter, siamo pazzi, nel male ma anche nel bene e così in 5 minuti prima un rigore sacrosanto di Icardi e poi un’inzuccata di Vecino, inframezzate da una corretta espulsione di Lulic, l’abbiamo ribaltata sovvertendo un pronostico ed un destino nettamente segnato a nostro sfavore. Alla Lazio poteva stare bene anche un pareggio, noi dovevamo vincere, solo vincere e la vittoria siamo andati a prendercela con colpi chirurgici e ben assestati dei due uomini che fino a quel momento sono sembrati i peggiori in campo: proprio Mauro Icardi e Matias Vecino.

Ed ora eccoci a gioire ed a pensare ai tanti momenti della stagione: quelli in estate in cui eravamo speranzosi, agli altrettanti momenti estivi in cui eravamo delusi, agli inizi molto promettenti sospinti in difesa da un immenso Skriniar ed in attacco dal duo Perisic-Icardi, all’inizio della crisi con la vittoria ai rigori sul Pordenone, alle sconfitte contro Udinese e Sassuolo (n.d.a. e con il Milan in coppa Italia) che avevano fatto da preludio a mesi di pareggi e sconfitte che ci avevamo lasciato sfiduciati nei volti e nei cuori. Ma le avversarie dei nerazzurri non hanno mai preso il volo e ci hanno sempre consentito di manette un lumicino di speranza. E così dal match di ritorno contro il Napoli, anche grazie ad un superlativo Brozovic, l’Inter è tornata a macinare gioco ed a dare buoni segnali proprio grazie al nostro versatile centrocampista croato. Quei segnali che hanno caratterizzato il finale di stagione conclusosi con la vittoria a Roma.

Due i volti che mi piace ricordare da ultimo, due uomini che non hanno mai dato segnali di cedimento, due uomini forti con il destino forte, due uomini che hanno portato tutti gli altri sulla via giusta: Luciano Spalletti e Milan Skriniar.  

Il nostro condottiero in panchina, come ho più volte scritto, merita un monumento equestre per aver portato al primo anno questa squadra nell’Europa che conta, facendo sembrare da Champions League un organico che per scarsissima qualità tecnica e qualità della panchina faticherebbe nei gironi di Europa League e ridando orgoglio e passione ad un ambiente che si stava abituando alla mediocrità. Una garanzia.

Il nostro giovane centrale difensivo è stata una lietissima sorpresa, imponendosi subito in un ambiente di certo non facile, dimostrando personalità, talento, attenzione ed una strabordante forza fisica e calamitando su di sè le attenzioni di tutti. Colpo asssoluto.

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Ed ora eccoci qua, a pensare al futuro in maniera più serena ma sempre con la stessa passione, quella che ci ha sempre contraddistinto e che ci ha reso di gran lunga la miglior tifoseria italiana. Forza Inter!