Anche la stagione 2017-18 si concluderà senza il tanto agognato successo sul Sassuolo che manca ormai dal 18 Dicembre 2016, data dell’unica vittoria negli ultimi 9 incontri. Puramente per la legge dei grandi numeri, ci si poteva aspettare di sconfiggere finalmente i neroverdi sabato sera a San Siro, eppure ancora una volta, con la solita prestazione attenta ed efficace, il Sassuolo ha fatto perdere punti agli uomini di Spalletti.

Lo 0-0 evidenzia nuovamente la sterilità offensiva dell’Inter. Sembra ormai necessario un cambiamento tattico volto ad aumentare la pericolosità dell’attacco e di Icardi in particolare.

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La mini-crisi di Icardi

Quella con il Sassuolo è la quarta partita di campionato consecutiva senza gol per Icardi: una striscia negativa rara per il bomber argentino. Escludendo il rigore contro l’Udinese, sono 564 i minuti di Serie A dall’ultimo gol su azione. La crisi di gol del capitano si è fatta sentire eccome nei risultati e nelle statistiche dell’Inter, che non segna più di un gol in una partita di campionato proprio dalla sfida con la Roma nella quale Icardi ha segnato quell’ultimo gol su azione. Se la carenza di marcature della punta non è necessariamente preoccupante (senza dubbio ritornerà a segnare come ha sempre fatto), lo è il problema endemico portato alla luce da tale carenza.

Si tratta della prevedibilità e poca pericolosità del gioco offensivo dell’Inter, spesso coperta dal cinismo e dalla precisione di Icardi, ma che emerge in tutta la sua sterilità nei momenti di calo del capitano. Il sistema sembra essere al contempo troppo dipendente dall’argentino e inadatto a farlo rendere al meglio. In pratica, Icardi si trova spesso isolato in area, braccato da marcature strette, e i compagni faticano a servirlo o a completare giocate alternative per arrivare al gol.

La crescita di Lautaro

Secondo molti tifosi l’Inter ha già la soluzione in casa, o meglio, in panchina. Lautaro Martinez, come molti dei giovani arrivati all’Inter negli anni, gode di grande affetto da parte del pubblico ma, a differenza di alcuni suoi predecessori, ha anche dimostrato di saper essere protagonista in momenti decisivi e di poter fare la differenza nonostante la giovane età. Impiegato solitamente come subentrante, è stato spesso capace di rendersi pericoloso negli spezzoni di partita concessi. Contro Barcellona e Napoli, ha contribuito al risultato in prima persona.

Possibilità tattiche

Le continue conferme date da Lautaro, insieme al periodo buio di Icardi e del reparto offensivo in generale, hanno riacceso una discussione che ribolle ormai da mesi, riguardante la possibilità di far coesistere in campo i due attaccanti. Spalletti si è dimostrato riluttante a schierarli contemporaneamente, sicuramente preoccupato dalla perdita di equilibrio che comporterebbe. Lautaro, infatti, ha esibito la sua natura essenzialmente offensiva, da prima o seconda punta, ma certamente non da trequartista. Il che significherebbe la perdita di un centrocampista nel caso in cui giocasse al fianco di Icardi, questione importante in un calcio che si basa sempre più sulla vittoria dello scontro in mezzo al campo. La ritrosia di Spalletti è, quindi, perlomeno comprensibile.

Tuttavia, è necessario trovare una soluzione sia alla situazione della coppia Icardi-Lautaro, sia alla sterilità offensiva. Il tecnico toscano potrebbe perlomeno concedere più minuti al Toro, anche se da subentrato, permettendogli di lasciare un’impronta più significativa sulla partita. D’altronde, quando un partita come quella di sabato si avvia verso lo 0-0, il che diventa chiaro già al 60′, vale decisamente la pena di sacrificare un pò di stabilità per tentare di agguantare la vittoria. Altrimenti, si potrebbe ricorrere ad un cambio di modulo più radicale, disegnando un 4-3-1-2 (o 3-4-1-2) che permetta di schierare sia le due punte che il trequartista. Potrebbe essere una soluzione più improbabile però, vista l’importanza degli esterni offensivi nello scacchiere di Spalletti.

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Studente di storia, appassionato di calcio, Formula 1 e montagna. Soprattutto, interista da sempre per eredità familiare. Un amore cresciuto negli anni che mi piace coltivare scrivendo e discutendo dell'Inter.