La prima stagione di Lautaro Martinez all’inter, che è anche la sua prima in Europa, stava seguendo uno sviluppo graduale e congruo a un giovane che si affaccia al calcio del vecchio continente per la prima volta. Lautaro, infatti, ha trovato spazio o come titolare in alcune partite minori, o come subentrante nei match più importanti, sapendo anche essere decisivo in entrambi i casi. Nonostante le lamentele del padre, l’attaccante procedeva spedito nel processo d’adattamento ad un nuovo contesto calcistico e di vita. Poi, inaspettatamente, l’ormai celeberrimo “caso Icardi” ha accelerato forzatamente questo processo.
Titolare per caso
La de-capitanizzazione di Mauro Icardi, e la conseguente auto-esclusione dalla rosa, hanno catapultato Lautaro nel ruolo di centravanti titolare dell’Inter. Considerando anche l’infortunio di Keita, Lautaro è diventato l’unica alternativa al centro dell’attacco: la squadra dipendeva più che mai dai suoi gol. La pressione che, di colpo, ha investito il giovane lo ha messo di fronte al primo grande test della sua carriera nerazzurra: la responsabilità aggiunta sarà insostenibile? O forse il ragazzo coglierà al volo l’opportunità di dimostrare le proprie capacità da protagonista?
Effettivamente la pressione non era indifferente: in un momento difficile per squadra e società, l’Inter si affidava ai suoi gol per sbloccare partite che era assolutamente necessario vincere. La difficoltà nella costruzione della manovra riscontrata nelle ultime settimane non ha di certo aiutato. Eppure, Lautaro si è calato nel ruolo con personalità ed entusiasmo, dando sfoggio di caparbietà e tecnica e contribuendo a due vittorie consecutive.
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Rapid Vienna-Inter: foga e freddezza
Martinez, infatti, parte titolare nella prima sfida stagionale di Europa League, in casa del Rapid Vienna. Si scende in campo due giorni dopo la rimozione della fascia dal braccio di Icardi, e naturalmente si è in pieno ciclone mediatico. Con il gol decisivo a Parma, Lautaro aveva nuovamente dimostrato di saper essere decisivo, ma a Vienna aveva gli occhi puntati addosso più che mai e l’obbligo di riconfermarsi da titolare e leader dell’attacco. In una partita molto bloccata, con il Rapid chiuso in difesa per larghi tratti e l’Inter che fatica a costruire gioco, Lautaro fa a sportellate con i difensori del Vienna, nonostante il mismatch fisico, per 90 minuti.
Soprattutto, si procura e trasforma il rigore decisivo, che consegna la vittoria per 1-0 ai nerazzurri. La punta di Bahia Blanca conquista il fallo con destrezza e caparbietà, fiondandosi su un pallone vagante in area e arrivandoci prima del difensore biancoverde. Poi, si presenta sul dischetto con decisione, palla sotto il braccio. Dopo il rigore miseramente sbagliato contro la Lazio in Coppa Italia, è una bella dimostrazione di personalità, e questa volta gli va meglio.
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Inter-Sampdoria: segnare o far segnare?
Contro la Samp, una squadra che lascia decisamente più spazi da attaccare, Lautaro ha potuto esprimere il suo modo di giocare e anche il suo effetto sul gioco della squadra. Alcuni hanno storto il naso per una buona occasione sprecata su lancio di Gagliardini, ma l’argentino ha dovuto tirare di sinistro da posizione ormai defilata. Martinez, in ogni caso, si è fatto notare di più per le giocate in favore dei compagni: cross, veli e sponde che hanno creato occasioni pericolose più volte. Tra queste spiccano delle giocate spettacolari ma comunque funzionali, come il colpo di tacco al volo su rinvio di Handanovic che ha innescato una ripartenza dell’Inter, o il duello con Tonelli sulla sinistra, che ha portato a un buon cross per Candreva.
In generale, con Lautaro in campo, si è vista una manovra migliore rispetto agli ultimi mesi, con centrocampisti ed esterni spesso più vicini alla porta e meno cross innocui. Forse Martinez non è infallibile come Icardi davanti alla porta (e anche Icardi non è stato per niente infallibile negli ultimi tempi), ma è più efficace nel coinvolgere i compagni in azioni pericolose.