Dopo le vittorie di Juventus, Roma, Lazio e Napoli, l’Inter si appresta ad affrontare questa sera il Verona al Bentegodi con la consapevolezza di dover rispondere alle vittorie delle big della serie A. Impressiona, però, la vicinanza tra la prima (Napoli) e la quinta della classifica (attualmente la Roma che però deve recuperare una partita), con 7 punti di distacco, mentre la Sampdoria, sesta in classifica, dista ben 11 punti in meno della capolista. Per rimanere in scia, quindi, l’Inter non può permettersi passi falsi e continuare con la striscia di risultati utili che stanno caratterizzando questo ottimo inizio di campionato.

Luciano Spalletti non sembra affatto intenzionato ad applicare un leggero turnover per questa trasferta; Brozovic appare recuperato ma l’intesa con i compagni deve ancora migliorare, mentre Joao Mario, come si è visto, non dà garanzie tecniche e si vocifera di un suo passaggio al Paris Saint Germain già a gennaio. Lo conferma lo stesso mister che, come riporta SkySport, spiega questa sua decisione:

“La conferma degli undici dipende dal fatto che dobbiamo avere una stabilità, c’era inizialmente da far sentire dei calciatori importanti perché la nostra recente storia diceva che non eravamo ancora sicuri in alcuni di essi per avere quel contributo che la maglia dell’Inter vuole. Questi calciatori che giocano meritano di giocare, perché lavorano in maniera molto professionale. Visto che le risposte sono queste, non vedo perché cambiare”

Squadra che vince non si cambia, dunque: in difesa ormai i terzini D’Ambrosio e Nagatomo sono una certezza, insieme a Miranda e Skriniar; a centrocampo il duo Gagliardini-Vecino garantisce protezione e sostegno alla fase offensiva, lasciando a Borja Valero più libertà in fase di impostazione. In avanti, il tridente Candreva-Icardi-Perisic non lascia spazio a possibili cambi: Eder e Karamoh dovranno impegnarsi maggiormente in allenamento per convincere l’allenatore a concedere loro un minutaggio maggiore.

Il Verona, invece, è reduce da una brutta sconfitta in casa dell’Atalanta e si ritrova penultimo in classifica, con soli 6 punti in 10 partite, 6 goal fatti e 22 subiti. Metà delle marcature porta la firma di Giampaolo Pazzini, ex nerazzurro che fece bene nei primi 6 mesi, illudendo non pochi tifosi, per poi deludere la stagione successiva, finendo con l’essere ceduto al Milan. Domani guiderà l’attacco scaligero al fianco di Cerci. Probabile centrocampo a 4 con Verde, Zuculini, Bessa e Fares, mentre la linea dei difensori dovrebbe essere formata da Romulo, Caracciolo, Heurtaux e Souprayen.

I nerazzurri sono ampiamente favoriti per la vittoria ma dovranno prestare attenzione al fattore campo, perché il pubblico inciterà la propria squadra sin dal primo minuto. Difficile che il Verona cerchi di fare la partita, molto più probabile che lasci l’iniziativa all’Inter per colpire in contropiede con Cerci e gli esterni offensivi Verdi e Fares e Pazzini come finalizzatore.

L’Inter, invece, farà affidamento sui cross di Candreva e Perisic per cercare il colpo di testa vincente di Mauro Icardi o l’inserimento di Matias Vecino, una delle rivelazioni di questa Inter di Spalletti, il quale lo ha elogiato in conferenza stampa:

“Vecino è un giocatore completo, sa fare tutto. Ha la castagna per far gol anche da fuori, conduzione di palla al piede, sa saltare l’avversario,” riporta fcinter1908.it, “doveva sciogliersi in questo nuovo ruolo ed è stato pagato quello che vale. Alla Fiorentina non sono più polli di noi, se mettono quella clausola vuol dire che la vale“.

L’ultimo precedente, nella stagione 2015/2016, vide le due squadre protagoniste di un clamoroso 3-3, con i nerazzurri in vantaggio con Murillo e poi rimontati con ben 3 reti provenienti da palla inattiva, pareggiando i conti con i soliti Icardi e Perisic. Una squadra diversa quella vista con Mancini, meno sicura e solida, contrariamente a questa Inter costantemente sotto esame e che non può permettersi il lusso di distrarsi, perché le rivali corrono ed i nerazzurri hanno un secondo posto da riprendersi.

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.