Poche cose sono veloci come Archaf Hakimi, una di queste è il modo in cui invecchiano i contenuti dei media in questa famelica era dei social. Una tendenza capace di scatenare i comportamenti più curiosi. Come che l’Inter acquista uno dei migliori esterni del calcio europeo e solo perché il trasferimento viene annunciato a fari spenti, sei mesi dopo lo si considera come fatto appurato, acquisito. Banalizzare l’acquisto di Archaf Hakimi sarebbe un crimine perfino per l’isterico popolo nerazzurro.
UN FUTURO LUMINOSO
Nella fase della stagione in cui appariva evidente a tutti che il salto di qualità doveva essere fatto sugli esterni (specie per l’importanza che ricoprono nel gioco di Conte) l’Inter si è andata a prendere il migliore sulla piazza in età giovanissima. Qualcosa di anomalo per la beneamata ma anche, ahimè, per il calcio italiano dei giorni nostri. Un acquisto simile l’aveva fatto lo scorso anno la Juve con De Ligt, con la differenza che l’olandese veniva dall’Ajax, non dalla squadra più importante del mondo. E’ chiaro che se il Real avesse deciso di puntare subito sul marocchino ci sarebbero state poche chance, ma il fatto che Hakimi considerasse l’Inter un’alternativa credibile ai blancos ed uno step di carriera rispetto al Borussia Dortmund, ci racconta molto della dimensione che in pochi anni il club ha raggiunto. Il futuro è più che roseo.
Hakimi è il calciatore africano più pagato nella storia della Serie A
QUELLO DI CUI AVEVAMO BISOGNO
Quello di Hakimi sarebbe stato l’acquisto più importante in Italia di quest’anno indipendentemente da chi lo avesse fatto. A renderlo ancora più eccezionale è il fatto che risponde ad una precisa enorme lacuna dell’Inter e che il marocchino sembra essere nato per giocare in una squadra di Conte, come Conte per allenarlo. Una corrispondenza di caratteristiche tanto evidente che risulta difficile non pensare abbia influito sulla scelta dell’esterno di vestire nerazzurro e che ha generato un certo rimpianto (degli appassionati in genere) quando sembrava che l’allenatore leccese stesse per lasciare l’Inter. A guardare le caratteristiche di Hakimi, probabilmente lo stesso Conte non ha mai allenato un laterale di questo livello e tanto perfetto per le caratteristiche del calcio che propone.
PREDESTINATO
Figlio di due ambulanti marocchini immigrati in Spagna, Achraf nasce a Getafe nella periferia di Madrid e già a otto anni gioca nell’accademia del Real come punta. Ci rimarrà fino alla stagione 2017/18 quando Zidane lo fa esordire al posto dell’infortunato Carvajal all’età di 19 anni. Da lì giocherà 17 partite, segnerà due gol e alzerà una Champions League. Va in prestito al BVB da predestinato per farsi le ossa in “provincia” pronto a tornare quando sarà maturo per prendere l’eredità di Carvajal. Il primo anno fa bene, il secondo, complice il gioco ipercinetico ed ultra verticale di Le Favre, esplode letteralmente facendosi conoscere al mondo con 9 gol e 10 assist (meglio di lui su Alexander Arnlod) da esterno destro nella linea a cinque.
NATO PER IL CALCIO DI CONTE
A differenza del collega del Liverpool, Hakimi non è un terzino pronto ad entrare in mezzo al campo per costruire. Si tratta di un laterale dalle doti atletiche fuori dal comune e che interpreta il ruolo con una vocazione ultra offensiva. Esattamente ciò che Conte vuole dai suoi esterni: correre perpendicolari alla linea laterale. In Germania ha raggiunto i 36,5 km all’ora, per rendersi conto: il 16 agosto 2009 Usain Bolt ha stabilito il primato del mondo sui 100 metri con una media di 37,578 km/h. E non aveva un pallone tra i piedi. Naturale che con caratteristiche del genere il contesto ideale in cui potersi esaltare è lo spazio aperto in fase di transizione. E l’Inter è una squadra che lavora tutta la partita con la costruzione dal basso per potersi poi permettere queste esatte situazioni di gioco:
Senza contare l’altrettanta naturale predisposizione di Hakimi per andare a chiudere in porta sul lato debole avversario azioni costruite creando densità nella fascia opposta. Un’altra situazione di gioco tipica delle squadre di Conte che statisticamente porta i suoi quinti a raddoppiare i loro score in termini di gol:
IL MIGLIOR ACQUISTO POSSIBILE
Certo conta il campo si dirà, ma sulla carta da qualunque lato la si guardi Hakimi è in termini assoluti il miglior acquisto possibile potesse fare l’Inter per quel ruolo. I puristi del gioco all’Italiana diranno, al solito, che dovrà migliorare difensivamente, ma sperando di vederlo all’altezza degli attaccanti come spesso accade per gli esterni di Conte, personalmente me ne infischio.