Bisognava ripartire dopo il pareggio vuoto di Genova e, soprattutto, bisognava ripartire per tenere il Milan a distanza e preparare al meglio la sfida con il Porto. In questo sabato sera di metà febbraio, l’Inter c’è a San Siro e ripaga l’Udinese della stessa moneta con cui era stata pagata all’andata. Tanti gli spunti che lascia in dote l’anticipo del Meazza.
Lukaku è tornato?
Era l’ultima del campionato 2020-2021. Romelu Lukaku segnava l’ultimo gol in serie A a San Siro. Di fronte, neanche a dirlo, la stessa squadra di stasera. Di li a poco ci sarebbe stata la premiazione per la vittoria del campionato prima del clamoroso addio di metà agosto. Ora davanti a Romelu c’è la strada verso il suo obiettivo, quello di riprendersi l’Inter e guadagnarsi la conferma.
L’aspettava questo momento il numero 90 nerazzurro. Fino ad ora erano stati solo due i gol stagionali. A Lecce in campionato, all’esordio, e contro il Viktoria Plzen in Champions League. Gli mancava il gol, gli mancava sentire il pubblico di fede nerazzurra urlare il suo nome nel cielo di San Siro. Lukaku contro l’Udinese si è ripreso tutto questo, nell’esatto momento in cui, al secondo tentativo dal dischetto, ha freddato Silvestri con una botta forte all’angolino.
Gol a parte, la sensazione, nel vedere la prestazione del belga è che la sua condizione stia piano piano crescendo ed è solo giocando, e mettendo minuti nelle gambe, che la stessa può crescere in maniera esponenziale. Il numero 90 ci ha anche messo, pubblicamente, la faccia quando, prima della partita, ha voluto chiarire lui stesso che lo screzio di Genova con Nicolò Barella è oramai acqua passata.
L’Inter c’è a San Siro, ma con qualche sbavatura di troppo
Nella serata del Meazza, l’Inter ha dimostrato di esserci. Essere presente nella lotta e nella corsa al piazzamento Champions, in attesa della Champions stessa, lontana 4 giorni. Come spesso accade però, la formazione nerazzurra si è concessa qualche sbavatura di troppo che sarebbe potuta costare molto di più del singolo gol di Lovric in chiusura di primo tempo
A onor del vero, va detto che le sbavature difensive, (ma non solo), sono state dettate perlopiù dal fatto che i nerazzurri hanno fatto la partita rimanendo stabilmente nella metà campo avversaria. Così facendo si sono esposti al contropiede della squadra bianconera come in occasione dell’azione che ha poi portato al gol del momentaneo pareggio di Lovric.
Una situazione analoga si è verificata anche nella ripresa, ma per fortuna della formazione nerazzurra, Success non è riuscito a concludere con la forza e la precisione necessaria per battere Handanovic, e sul ribaltamento di fronte….
Mkhitaryan, uomo e giocatore sempre fondamentale
….Di Marco ha centrato un cross preciso per il numero 22 nerazzurro che, con tutta la classe del mondo, ha battuto Silvestri sul palo lontano per il gol del sorpasso nerazzurro. Questo gol, per il giocatore armeno, è la giusta ricompensa per un’ altra prestazione di alto livello, l’ennesima stagionale, per un centrocampista totale arrivato a parametro 0 e diventato sempre più importante nello scacchiere nerazzurro.
Fa la fase di possesso e, anche, quella di non possesso con la solita eleganza, la solita capacità di mantenere la calma e, soprattutto, riesce sempre a prendere la decisione giusta per sbrogliare ogni tipo di situazione e aiutare la squadra nei momenti complicati. Per certi versi, era complicato il momento stasera quando, al 73′, ha trovato l’angolo lontano per un gol da 3 punti molto importante. S’è creata subito apprensione quando è uscito, dieci minuti più tardi, dopo uno scontro con Udogie.
Infortunio a parte, con il recupero di Marcelo Brozovic, l’armeno avrà più spazi per riposare dopo aver tirato la carretta per tutto questo tempo, in virtù, anche, della carta d’identità che, sicuramente, ogni volta gli presenta il conto anche se non sempre il 22 lo da a vedere.
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La firma del Toro, prima d’incornare la Champions
E’stata la settimana del Toro, in tutto e per tutto. Male a Genova, poi le dolci novelle in famiglia, tra secondo figlio e matrimonio, ed infine il solito gol fatto gustare ai palati fini del pubblico nerazzurro.
La sigillata la sfida Lautaro. L’ha fatto con un gol difficile e di pregievole fattura per come se l’è costruito e per come, poi, l ha ricamato alla fine andandosi a prendere l’abbraccio ideologico della Nord. E pensare che, poco prima, ne aveva sbagliato un altro, se vogliamo, più semplice, dosando male la forza nel tentativo di fare il cucchiaio con il portiere avversario in uscita
Con questo Lautaro, e con questa Inter, c’è più fiducia nel preparare la sfida di Champions, distante 4 giorni, in attesa di dare risposte ai quesiti che questo campionato sta facendo emergere piano piano.
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