Era la partita da vincere ad ogni costo per evitare di aprire processi già al 4 gennaio. Era la partita da vincere per rimettersi in corsa e guardare, con fiducia, al futuro. L’Inter l’ha fatto al termine di 90 minuti che non passeranno alla storia per la loro bellezza, ma che potrebbero passare alla storia per altro. L’Inter c’è
3 punti importantissimi, l’Inter c’è
La sfida con il Napoli era la partita da dentro o fuori. Perdere, o comunque non vincere, avrebbe significato mettere un macigno enorme sulla voce addio scudetto. La vittoria, pur significando “solo” un -8 in classifica, avrebbe riaperto un po’ il tutto, senza contare che per il Napoli sarebbe significata prima sconfitta in campionato.
Vittoria doveva essere, vittoria è stata con tutto di quanto detto correlato ai 3 punti arrivati al termine dei 94 minuti disputati al Meazza. I cultori del bel calcio si saranno certo annoiati nel vedere Inter-Napoli. Se i Partenopei ci han provato attraverso un possesso palla sterile, l’Inter ha improntato la partita sul chiudere gli spazi ai palleggiatori avversari e a provare a risalire il campo affidandosi alle due torri li davanti. Risultato?
3 palle gol sprecate nei primi 5 minuti di gioco più una di Darmian che grida vendetta intorno al 20′. Nel mezzo il palleggio del Napoli che, a dir la verità non ha prodotto grossi grattacapi a Onana e compagni se non nell’arrembaggio finale dopo il gol, da rapace d’area di rigore, di Edin Dzeko, perchè alla fine arriva sempre lui. Vittoria doveva essere per provare a inserirsi in una corsa che vede una folta partecipazione, vittoria è stata, ma occorrerà non sprecare questi punti acquisiti, a cominciare dalla trasferta di Monza. Per ora, l’Inter c’é.
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Solidità difensiva ritrovata, avanti così
La forza dell’Inter di stasera è stata la solidità difensiva. Aldilà del concetto, chiaramente non banale, del non aver preso gol, la squadra di Simone Inzaghi ha messo in campo una fase difensiva accorta, a cominciare dal lavoro degli attaccanti fino ad arrivare ai difensori che non si son mai ritrovati in situazioni di 1vs1, in campo aperto contro i veloci e rapidi attaccanti avversari.
Eleggiamo a rappresentante della compagnia Francesco Acerbi che, nell’arco della sfida, ha reso inoffensivo l’attaccante Victor Oshimen. Il numero 9 ospite ha ricevuto un trattamento di riguardo da parte di Acerbi che, strada facendo, sta raccogliendo sempre più consensi da un popolo, quello nerazzurro, che all’inizio non era troppo felice di vederlo arrivare.Stasera ha sia primeggiato nel gioco aereo che pulito le traiettorie della palla quando questa si muoveva a terra. E quelle poche volte in cui non è riuscito ad essere efficace, ci han pensato i compagni a salvare la squadra, basti pensare, ad esempio, alla chiusura di Calhanoglu che non ha permesso ad Oshimen stesso di tirare facilmente verso la porta di Onana
Il concetto di prendere gol è importante, ma non sempre determina la solidità della fase difensiva a livello generale. Stasera, l’Inter è stata capace di accomunare entrambe le cose e a regalarsi la serata perfetta con un dulcis in fundu….
E alla fine arriva sempre il Cigno
….I latini amavano usare l’espressione dulcis in fundu per “annunciare” l’arrivo sulle tavole del dolce, alla fine del pasto. Almeno così è stato tramandato ai giorni nostri. Tuttavia questa espressione ha sconfinato all’interno del dizionario della lingua italiana e viene usata in più circostanze.
Stasera non si era propriamente in fundu ma è stato dulcis lo stesso Edin Dzeko. Lo è stato al 10′ del secondo tempo quando con un movimento da attaccante vero ha tagliato fuori l’intervento di Rhamani e ha piazzato l’incornata sul cross di Di Marco. Dolcezza infinita racchiusa nella semplicità di un colpo di testa. A quel punto San Siro, caricato dallo speaker, non la smetteva più di gridare al cielo il cognome di Edin che, in campo, si sta dimostrando come il vino che più invecchia e più diventa buono.
Il primo tempo di Edin è stato difficile. Pochi palloni giocati, con i compagni che trovano maggior valvola di sfogo appoggiandosi all’altra torre dell’attacco nerazzurro. Edin è stato presente nell’appoggio per il tiro, (con gol sbagliato), di Darmian e poco altro.
Nella ripresa le cose sono andate diversamente. Quando intorno al 10′ ha visto Mkhitaryan sventagliare su Di Marco, il Cigno ha capito che era quello il momento per lasciare il segno. Finta di andare sul primo palo per mandare fuorigioco il difensore e poi incornata forte alle spalle di Meret.
Dulcis in fundu dicevano i latini, non è ancora tempo per sapere se sarà buono, ma l’Inter c’è e l’ha dimostrato.