Da maschio alfa non mi sono mai spiegato perché siamo in grado di cambiare fidanzate, giurare a tutte eterno amore, sistematicamente tradirle e mollarle per una più giovane e con le tette più grosse, ma non riuscire a cambiare squadra del cuore. Ho conosciuto qualcuno in grado di smettere di tifare, ma mai nessuno cambiare squadra del cuore. Pensateci e domandatevi perché. Io una risposta a questa domanda non sono mai riuscito a darmela, soprattutto da tifoso dell’Inter (perché ci sono momenti, come sabato scorso, in cui ti fanno davvero venire voglia di tifare un’altra squadra, magari una con meno pretese).

Chi è Vicky Mendoza?

L’Inter è così: è come avere una relazione con Vicky Mendoza. Vicky Mendoza era, secondo Barney Stinson (uno dei protagonisti della serie TV How I Met your Mother), il metro di paragone per valutare una ragazza. Il donnaiolo di New York sosteneva che una ragazza poteva essere pazza purché fosse altrettanto figa. Se la ragazza avesse superato questa linea ci sarebbe stato qualcosa che non andava bene: o troppo pazza o troppo brutta. Vicky Mendoza era una ragazza con cui Barney usciva ed era, secondo la sua testimonianza, una campionessa del salto di questa linea: si rasava la testa e perdeva 4 kg; lo infilzava con la forchetta e si rifaceva il seno. Barney chiosava la descrizione dicendo: “quasi quasi la chiamo”.

Vicky Mendoza : Inter  = Barney Stinson : tifosi dell’Inter

Per me l’Inter è Vicky Mendoza: fa un partitone in Portogallo e perde in casa con il Monza; è sotto di due gol contro la Sampdoria e negli ultimi 5 minuti fa 3 gol vincendo la partita; rischia di retrocedere all’ultima giornata di campionato, vince la coppa UEFA. Dovrebbe farti passare la voglia di vedere una qualsiasi partita di pallone, ma stai già cercando i biglietti per la prossima partita. Noi interisti siamo Barney Stinson e la nostra Vicky Mendoza è l’Inter. Mi permetto di suggerire questo paragone ai Pinguini Tattici Nucleari, forse possono scrivere una nuova hit su questo tema.

Chiedimi se sono infelice

Ma, torniamo a noi. Il dubbio sul perché non riusciamo a cambiare il tifo per una squadra mi è tornato quando ho letto le dichiarazioni di Ivan Peresic che pare voglia tornare nella Milano nerazzurra (del resto a Milano c’è solo quella o no?). L’aveva fatto Lukaku, sembra che lo voglia fare anche Hakimi e allo Special One non è mai dispiaciuto poter tornare a casa. Once you try black (and blue) you never go back. L’effetto Vicky Mendoza ha contagiato anche i calciatori? Forse una volta provate le emozioni di essere interista non riesci a non esserlo più. È troppo facile vincere uno scudetto con il PSG o con Real Madrid, il vero campione riesce a vincere lo scudetto con l’Inter. Chi è andato via si è pentito e non è stata una questione economica, anzi: si sono ridotti lo stipendio pur di tornare a casa. Ricordo che anche Zanetti (il nostro Capitano) era stato tentato più volte dal Real Madrid, ma ha preferito restare e vincerne solo una, ma memorabile, di Champions League. Mourino più volte si è dichiarato interista (nonostante sia un gran paraculo gli credo), non ha mai detto di essere un tifoso del Chelsea o del Real Madrid. Il punto è che, come diceva anche Fabrizio Biasin, se si sta bene in un posto è meglio restarci, anche se ogni tanto si potrebbe correre il rischio di superare il confine della famosa diagonale Vicky Mendoza.  Succederà anche a Skriniar?