“Nainggolan si faccia delle domande e si chieda perché è al Cagliari e non all’Inter. Lo volevo anche al Chelsea”. Antonio Conte, prima di Inter-Roma, ha usato bastone e carota per parlare di Radja Nainggolan.

Il tecnico nerazzurro ha sempre avuto grandissima stima per il Ninja, la decisione di allontanarlo non è certo stata sua, arriva da lontano. Il tecnico si è solo adeguato, condividendo le linee guida della società. Che non ha mai rimpianto la scelta, fatta per motivi extracalcistici.

Il Corriere della Sera ripercorre i tempi e i modi della rottura tra il belga e la società interista:

“In estate si fece subito male e iniziò a far parlare di sé più per la vita notturna che in campo. Le uscite con Fabrizio Corona in discoteca, i continui ritardi all’allenamento, le prestazioni mediocri in campo. Aveva fisicamente lasciato Roma, ma non aveva mentalmente staccato. Fece discutere un suo audio (molti sostenevano fosse contraffatto) in cui diceva di voler tornare a giocare nella Roma”.

I tentativi di Spalletti

“Luciano Spalletti su di lui si era giocato tanto, l’ha sempre protetto e tentato di aiutarlo, ma non poteva trattarlo in modo differente dal resto del gruppo. Coinvolto in una storia di casinò e assegni a vuoto in cui era una vittima, Nainggolan invece sotto Natale fu colpevole dell’ennesimo ritardo. All’Inter però proprio in quel periodo era arrivato Beppe Marotta.

L’ad nerazzurro capì subito che la squadra andava raddrizzata e che gli atteggiamenti dovevano cambiare. Fu il belga il primo a pagare: multa da 100 mila euro e fuori rosa per una giornata.

Da quel giorno per Nainggolan, che nel frattempo non riusciva a tornare in forma per i continui infortuni, fu fatto di tutto per reintegrarlo in squadra. Formalmente Spalletti ci riuscì, ma non «il Ninja» non contribuì quasi per niente a migliorare l’Inter.

Nainggolan ha sempre detto di sé «non un santo fuori dal campo», gli atteggiamenti però non sono mai stati quelli giusti. I comportamenti con il tempo migliorarono leggermente (l’aria all’Inter era cambiata), ma il centrocampista era ormai mal tollerato, come molti altri di quella squadra: Perisic e Icardi su tutti”.

La decisione presa da Marotta già in inverno

Quando a luglio l’Inter fu affidata a Conte, Marotta aveva già deciso di fare un repulisti nello spogliatoio. Sia Nainggolan che Icardi, proprio per i comportamenti avuti, dovevano andare via. Se con Icardi ci fu un vero e proprio braccio di ferro, con Nainggolan la linea fu sempre ferma ma più morbida. Il centrocampista si allenava con la squadra (ringrazierà poi Conte per la preparazione atletica), ma dopo aver capito che non c’era spazio per lui scelse di tornare a Cagliari, anche per star vicino a Claudia, la moglie malata. In Sardegna dove era esploso da giovane è rinato, ma l’Inter, oggi in forte emergenza per i tanti infortunati, non ha e non può avere davvero nessun rimpianto per averlo ceduto in prestito.

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