Il calciomercato sta entrando nella fase conclusiva. Con l’arrivo di Vrsaljko e quello ipotetico di Vidal, la cessione di Joao Mario ai margini del progetto e l’eventuale cessione di Pinamonti, gli uomini agli ordini di mister Spalletti sono 23. Piero Ausilio sta lavorando tenendo presente le limitazioni della UEFA per la prossima Champions League: una lista di 22 calciatori, 20 se si escludono quelli cresciuti nelle giovanili.

I nuovi arrivati potranno essere inseriti a patto che il costo dei cartellini eguagli quello dei ceduti nell’ultima lista europea (più due giocatori bonus; Joao Mario è un esempio). Aggiungendo anche che Berni può essere aggiunto per situazioni d’emergenza successivamente, rimangono 22 giocatori. Gli esclusi saranno due.

Chi far salire sul treno Champions?

 

Under Pressure

Roberto Gagliardini, 24 anni, è costato all’Inter (esclusi bonus) 22 milioni. Acquistato nel gennaio 2017, sembrava poter essere quel centrocampista fisico e dai piedi buoni che avrebbe donato alla squadra più solidità. Nella prima metà di stagione appena passata, ha fornito prestazioni insignificanti, caratterizzate da un ritmo compassato e da tanti errori tecnici. Si è riscattato nel finale e, complice l’inserimento a centrocampo di Rafinha e l’esplosione di Brozovic, ha mostrato abilità che si erano solo intraviste.

Gagliardini è un calciatore emotivo, che ha sofferto prepotentemente la pressione di San Siro e i mesi di black out. Come Ranocchia arrivava da una “piccola” realtà come quella di Bergamo, in cui puoi crescere al meglio e non sentire troppo il peso della maglia. Possiede delle buone qualità, ma in una squadra come l’Inter non sono sufficienti. È dotato di un buon lancio a scavalcare il centrocampo, fa della forza fisica e dei tempi nei tackle le sue armi principali.

In sostanza ha tutti i mezzi per lottare per un posto da titolare in campionato (soprattutto se affiancato da gente con una forte mentalità), ma in Champions le chances calano. In Europa si affrontano avversari ben più temibili delle italiane (partiremo dalla quarta fascia) in stadi bollenti. Servono i cosiddetti “attributi” e la freddezza di un killer.

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Starman

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Ogni tifoso interista da quella sera di fine maggio ha iniziato ad accostare due parole a Matias Vecino, che definiscono perfettamente il suo popolo: garra charrua (ripetute come mantra da Lele Adani). La garra charrua è quella forza dell’anima che possiedono solo gli uruguagi, trasmessa dagli antenati che non si piegarono alla schiavitù; gli indigeni della tribù Charrua.

Mati è stato il più dominante nel centrocampo nerazzurro fino a gennaio. Se siamo rimasti primi per quasi tutto l’intero girone di andata lo dobbiamo anche a lui. Il colpo di testa che ha schiacciato la Lazio e ha fatto sognare i tifosi l’ha realizzato lui. C’è stato però uno spazio tra questi due momenti. Quel fastidioso infortunio chiamato pubalgia.

Tra l’infortunio e la scossa emotiva per la tragica fine del suo ex compagno di squadra Astori, Vecino ne ha risentito. Tornato in campo alla 34° giornata contro il Chievo ha mostrato una condizione impietosa (suo l’errore per il gol clivense), mentre contro la Juve è stato espulso al 18° del primo tempo (meglio non rivangare troppo). Ha però disputato un mondiale tutto sommato buono, giocando quasi sempre da titolare.

Più costante di Gagliardini, possiede un buon tiro da fuori, tecnica e tanta corsa, che utilizza per tagliare il centrocampo portandosi in prossimità dell’area avversaria. Tralasciando gli infortuni, è quel giocatore che mi porterei sempre dietro in caso di necessità, entrando magari a gara in corso.

 

Life On Mars?

È di queste settimane la scoperta di possibili tracce di acqua su Marte. Un evento sorprendente. Negli stessi giorni un giocatore, per un anno lasciato ai margini della rosa a causa delle sue dubbie qualità, dava segnali promettenti nell’amichevole contro lo Zenit.

Henrique Estevao Dalbert, terzino sinistro che in una lista è già entrato, quella degli oggetti misteriosi e a due passi da quella dei “bidoni”. Arrivato la scorsa estate per una cifra intorno ai 20 milioni, è finito nel dimenticatoio dopo un inserimento tutt’altro che semplice. C’è un abisso tra la Ligue 1 e la Serie A e non tutti riescono a fare il salto di qualità.

Pur trattanndosi di calcio estivo, Dalbert è stato schierato titolare in queste amichevoli, non sfigurando. Il titolare sulla corsia esterna quest’anno dovrebbe essere Asamoah, forse il giocatore più duttile in rosa. In caso in cui il ghanese venisse impiegato da interno, potrebbe avere qualche possibilità in più il terzino brasiliano. Occorre darsi una svegliata e dimostrare di meritarsi un posto tra i 22.

 

Ci sono treni che passano una volta sola. Se dovessi scegliere chi far salire, darei il biglietto a Vecino che, essendo l’uomo delle stelle si è quantomeno guadagnato il diritto di farne parte.

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