In queste 11 giornate, l’Inter ha stabilito un record di punti: ben 29, frutto di 9 vittorie e due pareggi, un ruolino di marcia degno di una squadra in lotta per lo scudetto. Tuttavia questo sembra non bastare per garantire all’Inter una classifica tranquilla; al primo posto, distante 2 punti, c’è il Napoli che mai come quest’anno sembra un rullo compressore, mentre Juventus e Lazio insidiano il secondo posto dei nerazzurri, distante un solo punto. Più defilata la Roma, con 24 punti ma con una partita da recuperare contro la Sampdoria e potenzialmente, quindi, a 4 punti dalla vetta. Dal settimo posto in poi, il distacco si fa più netto, con Fiorentina, Milan, Torino a quota 16 punti, inseguite da Atalanta, Chievo, Bologna ed Udinese distanti pochi punti. Per trovare un simile risultato, bisogna tornare indietro nel campionato 2013/2014, quando la Roma di Rudi Garcia vinse 10 partite consecutive per pareggiare all’undicesima, con Napoli e Juventus ad inseguire con 28 punti e l’Inter di Mazzarri quarta in classifica con 22 punti in coabitazione con il Verona e la Fiorentina sesta con 21 punti; poi il vuoto, con Lazio, Genoa, Atalanta, Udinese, Milan, Torino, Parma e Livorno che formavano un gruppo diviso da soli 3 punti.

Si sta delineando un campionato a due velocità? Probabilmente sì: il divario tecnico tra le prime cinque e le squadre che lottano per un posto in Europa League è troppo netto per poter essere ottimisti sull’inserimento di una squadra come Sampdoria o Fiorentina nella corsa ad un posto in Champions League, non nel lungo periodo perlomeno. Osserviamo, per esempio, la capacità realizzativa delle big della serie A e quella delle squadre da metà classifica: Napoli, Juventus e Lazio viaggiano con una media di quasi 3 goal a partita, mentre l’Inter ha una media di 2 goal a partita. Meno prolifica la Roma ma che compensa questo difetto con la migliore difesa del campionato con sole 5 reti subite e tutti sappiamo quanto sia importante, specialmente nel campionato italiano, mantenere inviolata la propria rete per il maggior numero di gare possibile. Dopo le cosiddette big, fatta eccezione per la Sampdoria che ha incassato più di un goal a partita (13 reti contro le 22 segnate), la Fiorentina (sesta in campionato con una differenza reti di +6) e l’Atalanta (3 reti segnate in più di quelle subite) nessuna squadra riesce a raggiungere uno score positivo. Persino il Milan, osannato durante l’estate, si ritrova con una difesa colabrodo con 16 reti subite che pareggiano il conto con quelle segnate. E’ pur vero che è passato nemmeno un terzo del campionato ma questo divario non è frutto del caso ma di un vero e proprio abbassamento del tasso tecnico nella maggior parte delle squadre italiane. E’ difficile ipotizzare, infatti, una ripresa nei prossimi match, non quando mancano i giocatori adatti per ribaltare la situazione.

Una tendenza, questa, in linea con quanto sta accadendo con i campionati esteri: in Francia il PSG domina la Ligue 1 con 29 punti in 11 partite, seguito dal Monaco con 4 punti di distanza e Lione, Marsiglia e Nantes più defilati con, rispettivamente 22, 21 e 20 punti. Anche qui su 20 squadre partecipanti, solo 8 possono vantare un saldo positivo nella differenza reti. Nella Liga, pur con una partita in meno, la situazione peggiora, con il Barcellona che ha vinto tutte le partite salvo una e, a parte il Valencia distante 4 punti, non trova rivali, essendo Real e Atletico Madrid distanti 8 punti. Identica situazione in Premier League, dove il Manchester City domina con 28 punti in 10 partite ma ha un vantaggio di 6 punti sullo United e ben 9 punti sulla 4° in classifica, il Chelsea vincitore dell’ultima Premier. In Bundesliga si ha un precario equilibrio, con il Bayern che ha ottenuto 23 punti ma, salvo Borussia Dortumund e Lipsia distanti rispettivamente 3 e 4 punti, le inseguitrici non sembrano in grado di reggere il ritmo dei bavaresi.

Sorge spontanea una domanda: cosa sta succedendo al calcio italiano?

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.