Conte è sicuramente l’arma in più di questa Inter che vuole rinascere dopo anni bui. Ma nell’arco del tecnico nerazzurro c’è sicuramente un’arma potente e molto importante e si chiama Romelu Lukaku.

“Ci ha messo di più a lasciare lo stadio sabato sera che a imparare l’italiano e ambientarsi nell’Inter. L’auto di Lukaku, all’uscita da San Siro, è stata festosamente circondata dai tifosi: lo hanno fatto andar via solo dopo avergli cantato e urlato tutta la loro gioia. Se serviva il derby, per un verdetto definitivo sull’impatto di Lukaku col mondo nerazzurro, è andato decisamente bene. Quello stacco sulla testa di Romagnoli, che risponde a Hateley a distanza di 35 anni, lo inserisce fra gli eroi del derby. E chi decide quella gara ha un posto nel cuore della tifoseria nerazzurra. Il belga ne aveva bisogno, dopo due gare (Udinese e Slavia), in cui prestazioni deludenti avevano fatto alzare qualche sopracciglio. Raccontano che la schiena fosse bloccata più di quanto si possa immaginare e che abbia giocato solo su espressa richiesta di Conte”, spiega La Gazzetta dello Sport.

“Il legame fra quei due, suggellato da un’esultanza petto a petto dopo il gol (roba da LeBron James con i compagni di squadra), è già una garanzia. E avere un centravanti prolifico e puntuale, da 3 gol in 4 gare di campionato, è fondamentale per il tecnico (le fortune del Chelsea coincisero con i 20 gol di Diego Costa) e per un club che ha completato in estate l’opera di separazione da «mister 124 reti» Mauro Icardi. Lukaku soldato di Conte, compagno sorridente e divertente, leader a muso duro quando serve, a segno col 50% di realizzazione, sempre pronto a correre e aprire spazi. Il gigante c’è. E ne serviva uno per inseguire obiettivi enormi”, aggiunge il quotidiano.

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