Dopo un primo tempo da abbiocco domenicale, l’Inter affila le punte e riscopre i propri bomber: la doppietta di Romelu e la rete di Lautaro fanno ben sperare l’ambiente nerazzurro in vista delle prossime importanti gare. Dopo un (troppo) lungo periodo di vuoto realizzativo, adesso la LuLa sembra piena.

Brozo, dove sei?

Se il 10 ed il 90 sembrano aver ritrovato quella complicità che ha fatto le fortune dell’Inter contiana, il coccodrillo Marcelo Brozovic fatica a ritrovare una condizione ottimale dal punto di vista fisico e soprattutto mentale. È lecito chiedere un supplemento di impegno al trentenne croato, che fino al grave infortunio che ne ha condizionato la stagione era considerato un imprescindibile metronomo del centrocampo nerazzurro. Poi l’intuizione Calhanoglu centrale, il lento recupero guidato dal preparatore del Milan Andreja Milutinovic, le sempre più insistenti voci di mercato (da tanto tempo, infatti, si parla del possibile scambio con Kessié del Barcellona) ed infine la lite – certamente rientrata, ma mediaticamente fastidiosa – con André Onana. Tutti questi fattori hanno minato la centralità del 77 nel progetto interista, e di questo Epic Brozo è consapevole.

Nonostante l’assist per il primo goal di Lukaku, anche ad Empoli Marcelo non ha brillato. Troppi gli errori in fase di costruzione, troppe le giocate eseguite con quella superficialità dei primi anni che l’esperienza e l’attaccamento alla maglia sembravano aver ridimensionato. Il tour de force che ci aspetta è il momento giusto per prendere per mano l’Inter e per ricostruirsi un ruolo chiave negli equilibri della squadra di Inzaghi.

Mkhi, dove sei?

Stessa domanda – ma malizia ed intonazione opposta – la vogliamo rivolgere a Henrikh Mkhitaryan. L’instancabile classe ’89 armeno è diventato imprescindibile nello scacchiere inzaghiano; la sua cattiveria agonistica, unita alla predisposizione al sacrificio e ad un’ecletticità fuori dal comune, sarebbe servita come il pane in un primo tempo bloccato come quello di Empoli, in cui si è faticato a creare collegamenti tra difesa ed attacco ed in cui, al tempo stesso, ci siamo esposti troppo a dei contropiedi potenzialmente pericolosi. Insomma, abbiamo capito perché Simone non lo fa riposare nemmeno sotto tortura. E finché non ne avrà fisiologicamente bisogno, tutto sommato va bene così.

LuLa piena, sorge Correa, eclissi Dzeko

Capitolo attacco: non c’è bisogno di scomodare i numeri per ricordare a tutti le pessime statistiche in fase realizzativa della Beneamata. Colpa di tattiche inadeguate, di interpreti sbagliati, di condizioni fisiche non eccelse, della sfortuna. Con l’Empoli, anche se nel lunch match, abbiamo finalmente rivisto la LuLa piena. Soprattutto Romelu – per una questione di minutaggio – è apparso in fiducia, ha rischiato la giocata, si è sbattuto tanto là davanti.

In netta risalita anche le prestazioni del Tucu Correa, anche se per come aveva iniziato sarebbe davvero stato molto complicato fare di peggio. Intanto, dopo la partita contro il Benfica nella quale si è reso protagonista con un goal da capogiro, l’ex Lazio ha sfornato un’ottima prestazione pure ieri pomeriggio contro i toscani. Tanto sacrificio e buone rifiniture per lui, che pure deve ancora ampiamente dimostrare di valere quanto è stato pagato. Discorso opposto per quanto riguarda Edin Dzeko, che dopo un avvio di stagione da vero trascinatore si sta eclissando sempre di più e sempre di più sta diminuendo minutaggio, qualità di gioco e capacità realizzativa.

Quel che è certo è che l’Inter ha bisogno di poter contare sul proprio pacchetto offensivo al completo, considerando soprattutto le rotazioni e la gestione delle energie a cui gli impegni ravvicinati tra Serie A, Champions League e Coppa Italia ci obbligano. Ieri abbiamo visto una LuLa in grande spolvero, ma l’attacco interista dovrà rispondere presente contro avversarie più attrezzate dell’Empoli. Mercoledì, contro la Juventus, sarà la prova del 9. O, meglio, sarà la prova del 10, del 90, dell’11 e del 9.

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