Non sono bastati tifo ed incitamento di oltre 47.000 persone a San Siro per ottenere una performance che si avvicinasse alla sufficienza da parte dell’Inter. In quella che aveva tutti i caratteri di un importante banco di prova per continuare ad avere un benché minima speranza di un futuro europeo, la truppa di Pioli fallisce miseramente l’appuntamento perdendo 1-2 al termine di un match infarcito di errori in fase di impostazione e di rifinitura nel primo tempo ed in fase difensiva nel secondo tempo. Si è trattata di una di quelle classiche (e tante) partite che ti lasciano l’amarezza e la rabbia molto di più di una sonora e pesante sconfitta contro una grande squadra dal momento che si è perso per errori grossolani ed ampiamente evitabili. Oggi l’obbiettivo era ampiamente alla portata, bastava fare le scelte giuste nello schierare gli uomini adatti per quel che riguarda l’allenatore e bastava giocare con intelligenza e voglia per quel che riguarda coloro che sono scesi in campo. Queste due condizioni non si sono minimamente verificate causando un disastro che va oltre il mero risultato del campo con l’idea sempre più netta che avanza che questa squadra stecchi puntualmente quando si tratta di alzare un attimo la posta in gioco. Prima si falliva solo con le grandi squadre, poi è arrivata la stecca contro le buone squadre in trasferta ed ora la paura ha attanagliato così tanto i nerazzurri che anche una modesta Sampdoria è uno scoglio insormontabile.

Molti sono da censurare oggi, a cominciare dall’allenatore che inspiegabilmente riesuma un Brozovic impresentabile e svogliato mettendo in panchina un Kondogbia reduce dalla rete a Torino e che come unico leit motiv decide di affidarsi solo ed unicamente a cross dalle fasce, tutti puntualmente sbagliati e lontano dal poter creare una benché minima idea di pericolosità ed imprevedibilità. E così, nonostante la Samp sia una squadra che ha subìto parecchie reti nel gioco aereo, il nostro goal arriva solo su un piattone di D’Ambrosio deviato dalla difesa. Per il resto Candreva è stato un pianto greco nella sua ottusità nell’affidarsi solo a palloni scagliati chissà dove dalla sua fascia di pertinenza. L’impegno non è mancato ma dall’ala destra della nazionale italiana ci si deve aspettare di più, molto di più. Poche sono state le idee ed in questo anche Banega ha pesantissime responsabilità: anche oggi prova inconsistente dell’ex Siviglia che ha camminato per il campo, sbagliando passaggi che non avrebbe dovuto sbagliare neanche un mediano di categorie inferiori e perdendo una marea di palloni per la sua totale mancanza di dinamismo e voglia di giocare. Un Banega in questo stato è nocivo alla squadra e purtroppo neanche il subentrato Joao Mario ha messo sul tavolo molti argomenti a suo favore con una prova molle ed irritante con una possibile occasione ghiotta sciupata nei minuti finali.

La verità è che l’Inter si è sciolta piano piano dopo l’uscita a metà match di Gagliardini, unico nostro uomo che si merita la sufficienza, visto che anche il capitano ha deluso, sbagliando tra le altre cose una rete già fatta a porta vuota.

Con una stagione ampiamente rovinata e con anche le speranze di Europa League compromesse le prossime settimane saranno utili se non altro per capire il valore di alcuni giocatori usati molto poco in stagione come ad esempio Gabigol.