Abbiamo atteso il suo arrivo dopo una trattativa lampo (anche se, in realtà, l’Inter lo seguiva da inizio luglio), lo abbiamo visto all’opera domenica scorsa, buttato nella mischia da Spalletti per tentare di agguantare almeno un pareggio contro il Sassuolo; pochi allenamenti con i compagni, essendo arrivato quasi al fotofinish in maglia nerazzurra, ma sufficienti per creare qualche pericolo in più dalle parti di Consigli. Ieri Keita Balde Diao è stato presentato ufficialmente ai tifosi interisti. Quel che appare chiaro delle sue dichiarazioni è la voglia di tornare protagonista in un campionato di livello dopo una stagione nella Ligue 1, al Monaco, in cui pur avendo fornito 11 assist, non è riuscito ad arrivare in doppia cifra (sono 8 i goal segnati). Grande disponibilità e grande determinazione anche per guadagnarsi definitivamente il posto da titolare nelle gerarchie di Spalletti; in conferenza stampa ha dato ampia disponibilità a giocare ovunque voglia il tecnico di Certaldo (“La mia posizione preferita? Le posso fare tutte e quattro in attacco, non ne ho una preferita, giocherò dove vorrà Spalletti. Per lui e per l’Inter sono disposto a giocare anche in difesa, in fondo il calcio moderno dice che c’è da lavorare anche senza palla” da cui poi sono derivati titoli roboanti che danno l’idea di un Keita alla disperata ricerca di un posto da titolare).

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Il ruolo

Al momento del suo acquisto, in molti hanno sospettato una possibile cessione di Perisic: l’ex Lazio, infatti, ama partire dalla sinistra per accentrarsi e calciare con il destro, ovvero la stessa posizione e le stesse preferenze dell’ala croata. In realtà, così come lo scorso anno, la cessione di Perisic rimane solo un argomento estivo dei giornali sportivi; troppo importante e troppo alto il prezzo del cartellino per poter attrarre offerte soddisfacenti da parte delle big europee. Per l’attaccante senegalese non rimane che la posizione di ala destra nel 4-2-3-1, ruolo che lo scorso anno ha visto protagonista in negativo Antonio Candreva, a digiuno di goal da oltre un anno.

Non sono mancati dubbi sul giocatore e sul fatto che parta come titolare; l’equilibrio nella formazione ormai è un concetto che assilla le menti dei tifosi da almeno 3-4 anni e se giustamente ci si preoccupa di non concedere troppi spazi all’avversario e rischiare imbarcate come ai tempi di Stramaccioni, è altrettanto vero che l’Inter fino allo scorso ha faticato parecchio per segnare ed i migliori marcatori dopo Icardi e Perisic sono stati Skriniar e Brozovic con 4 reti. Così si spiega il suo acquisto: servono più attaccanti prolifici per chiudere o sbloccare le partite quando le difese avversarie si chiudono e diventa necessario avere un giocatore in grado di saltare l’uomo.

Per quanto riguarda la sua titolarità in campo, bisogna pazientare ancora qualche settimana, Politano permettendo; l’ala destra ex Sassuolo ha impressionato Spalletti nel pre campionato ed ora il tecnico nerazzurro preferisce chi, come lui, ha fatto l’intera preparazione estiva sotto i suoi comandi (dovrebbe partire titolare anche contro il Torino). Keita, dunque, dovrà iniziare subentrando dalla panchina e guadagnandosi il posto volta per volta, contribuendo anche con dei goal (motivo per il quale è stato preso).

Niente scommesse ma certezze

L’impostazione data dalla società in questo mercato è chiara: servono più goal per non ripetere gli stessi errori dello scorso anno (strategia già adottata nella scorsa stagione ma con uomini e risultati diversi) e soprattutto servono giocatori già pronti, a prescindere dalla loro età, per affrontare al meglio campionato, Coppa Italia e Champions League. Uno come Keita Balde, che ha esperienza in serie A ed è stato in grado di finire in doppia cifra già una volta, può essere considerato come il rinforzo giusto per i nerazzurri: 39 reti in 5 anni di carriera ad alti livelli (di cui gli ultimi due sono stati i più prolifici) e 38 assist tra Lazio e Monaco ed una duttilità che consentirà a Spalletti di poter interpretare più moduli all’interno di una partita, che sia il 4-2-3-1 classico di partenza o un 4-3-3 o 3-4-3 e finanche il 3-4-1-2 che Spalletti ha proposto a Roma e vorrebbe importare anche in nerazzurro. La condizione essenziale, però, è che non si snaturi il giocatore; non avrebbe senso farlo giocare come esterno ed imporgli di cercare sempre il cross al centro (soluzione alla Candreva, per intenderci). In tal caso il suo rendimento ne risentirebbe, così come quello dell’Inter (ancora una volta).

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