Al ruotare degli interpreti, il risultato non cambia: è questa la particolare proprietà commutativa in salsa nerazzurra. Conte cambia sette undicesimi della formazione schierata sabato sera contro la Fiorentina, confermando i soli Handanovic, Kolarov, Young e Lukaku. Fra gli altri rientra Skriniar, che nei giorni scorsi sembrava vicino a Londra – sponda Spurs – ma ad oggi avviato verso una permanenza a Milano. Si rivede anche il perno della difesa nerazzurra passata e presente, ovvero De Vrij, c’è spazio anche per il nuovo acquisto Vidal oltre ai tre che contro i viola a San Siro hanno letteralmente spaccato la partita: HakimiSensi Sanchez. La prova e l’impatto del marocchino meritano una riflessione a parte, il centrocampista umbro commette un paio di ingenuità ma è sempre nel vivo dell’azione, il cileno si fa notare per un continuo movimento che mette in crisi la difesa avversaria e per un paio di giocate straordinarie. E si regala anche un assist per Lautaro sul 5-1. Gli manca il gol, è vero, a volte è troppo altruista, ma che giocatore spettacolare!

L’avversario non era dei più proibitivi ma sicuramente rispettabile, specialmente se consideriamo che il Benevento di Pippo Inzaghi arrivava da un campionato da dominatore in Serie B e da una splendida vittoria in rimonta a Genova contro la Sampdoria.

Mezzora da urlo

I primi 30 minuti dell’Inter in terra campana rappresentano una roboante dimostrazione di forza. In soli 28 secondi di gioco c’è tempo per capire che lo schema “lancio di Sanchez per Hakimi che di prima serve Lukaku” sarà una costante della stagione nerazzurra: la rete del vantaggio arriva proprio così. Ma è tutta l’Inter a girare alla grande. Il lancio per Hakimi – che scarica su Sanchez avviando l’uno due – arriva dal paradisiaco mancino di Kolarov, che in fase difensiva lascia ancora a desiderare ma in impostazione è un piacere per gli occhi. La seconda rete è ancora frutto di uno schema provato e riprovato in allenamento: Hakimi per Young, esterno per esterno, inserimento del centrocampista – in questo caso Gagliardini – che calcia in porta. Ed è lo stesso numero 5, ottimo almeno per i 30 minuti, a servire a Lukaku la palla del 3-0. È un’Inter leggera, che vola sulle ali delle entusiasmo e che emana forza. Poi però Handanovic rovina un po’ il mood regalando palla a Caprari e restando immobile nonostante una conclusione sul suo palo. Il Benevento potrebbe rientrare in partita, ma l’Inter sulla fascia destra ha una freccia in grado di infilzare ogni avversario, in ogni circostanza. E di ucciderlo sportivamente.

Hakimi è impressionante!

Il marocchino classe 1998 – acquistato per 45 milioni dal Real Madrid – ha avuto senza dubbio un impatto straordinario sul calcio italiano e un adattamento sorprendente per velocità nel mondo Inter. Dopo l’assist a Lukaku contro la Fiorentina, ne regala un altro quasi in fotocopia allo stesso belga per l’1-0. Ma c’è altro: Hakimi viene cercato dai compagni come se fosse un attaccante, è già un punto di riferimento nonostante sia alla prima da titolare. E questo lascia immaginare quanto li abbia impressionati in allenamento. C’è spazio per il suo primo gol in Italia, nel secondo tempo serve Perisic che a porta vuota si mangia il gol. E anche in fase difensiva non soffre: certo, quando hai un giocatore come Vidal a proteggere la tua zona è tutto più facile. Il test di domenica a Roma contro la Lazio sarà più probante, certo, e avremo modo di giudicare la sua tenuta nelle due fasi. Ma di sicuro da Hakimi passa tanto delle sorti della stagione nerazzurra e delle eventuali vittorie collettive.

Trazione anteriore

L’Inter di Conte continua sulla falsariga del solco tracciato nella scorsa stagione, conclusasi con 113 gol segnati fra Serie A, Coppa Italia, Champions League ed Europa League. Sono ben 9 le reti segnate nelle prime due giornate (non capitava dalla stagione 1961-62): la fase offensiva nerazzurra dà l’idea di costante pericolosità. Quest’anno, ai soliti Lautaro e Lukaku, si aggiungono delle risorse preziose che nella stagione passata – facendo i dovuti scongiuri – hanno sofferto per infortuni e che adesso sono disponibili, come Sanchez e Sensi, oltre ai vari Hakimi e Vidal. A fare da contraltare c’è una difesa ballerina, che con Fiorentina e Benevento  due giornate ha subito ben 5 gol. Anche ieri, a parte l’azione del primo gol del Benevento, subito a causa di un errore individuale, la squadra di Conte ha peccato in equilibrio, soffrendo soprattutto sul lato di Kolarov, come dimostra la seconda rete di Caprari. Contro la Lazio servirà più attenzione: i biancocelesti dispongono di uomini (in particolare il “nucleo storico” composto da Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Correa e Immobile) che possono far male alle difese avversarie in qualunque momento, e arriveranno alla sfida di domenica pieni di rabbia agonistica dopo l’umiliazione rimediata ieri causa sconfitta casalinga (4-1) contro l’Atalanta. Antonio Conte ha detto che la sua squadra lo diverte e che l’identità di questa Inter consiste nel fatto di non speculare mai sulle caratteristiche dell’avversario, imponendo il proprio gioco sullo stile di alcune big europee citate dal tecnico salentino, come Manchester City e Bayern Monaco. La speranza di Conte e di tutti i tifosi nerazzurri è quella di continuare a divertirsi, concedendo progressivamente di meno in fase difensiva e acquisendo solidità. Ma il divertimento passa dalla vittoria. E a quella nessuno vuole proprio rinunciare.

 

24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.