Nella mia spregiudicata ed inguaribile utopia esistenziale, spesso mi perdo a sognare un mondo perfetto, quantomeno per le idee “malsane” che mi ritrovo ad avere a livello di tessuto sociale, di stile di vita ed anche di sport.

Focalizzando le idee su quest’ultimo argomento, traguardando lo sguardo sul calcio e sulla mia squadra del cuore che ovviamente è l’Inter, dopo la partita di sabato scorso contro la Roma, mi viene da immaginare quella che per me potrebbe essere un’ideale figura del tifoso interista.

Intanto mi piace pensare che il tifoso interista abbia caratteristiche che lo contraddistinguano da un qualsiasi altro tifoso del panorama calcistico.

Per me l’Inter è una squadra speciale e si merita tifosi speciali.

Sogno uno stadio dove donne, uomini e bambini si ritrovino gioiosi e spensierati a tifare tutti insieme i calciatori che indossano i colori più belli del mondo, quelli nerazzurri.

Un amalgama di persone diverse per sesso, età, etnia, estrazione sociale, fede e credo politico, che abbatte le barriere reciproche che la società ci costruisce attorno: tutti uguali e tutti a far festa insieme, con una semplice e convinta finalità, l’Inter.

 

“Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo”.

 

Ogni tifoso dell’Inter dovrebbe conoscere le parole pronunciate dai 43 fondatori della squadra quella notte del 9 marzo 1908, quando tutto è iniziato.

L’Inter è nata in contrapposizione all’altra squadra di Milano che si rifiutava di arruolare calciatori stranieri oltre a quelli già presenti nella rosa, ponendone un limite oltre il quale non si poteva andare.
Lo spirito dell’Inter era quello dell’inclusione, del voler abbattere le barriere e i muri che nella storia sono sempre stati eretti tra i popoli, tra le persone.

Questo messaggio dovrebbe essere inciso a fuoco nell’anima del tifoso interista.

Ecco, appunto, che continuo ad immaginare i tifosi dell’Inter che applaudono ed incitano i giocatori in campo sia quando fanno giocate spettacolari ed efficaci, sia quando commettono un errore, perché la fiducia del pubblico è fondamentale per portare un atleta a dare il meglio di sé.

Un pubblico che tifa in maniera inesorabile per l’Inter senza per questo mancare di rispetto all’avversario di turno.

Penso che troppo spesso esacerbiamo i nostri animi contro quel giocatore, contro quell’allenatore, contro quel dirigente, contro quel presidente, dimenticando che le persone passano ma che l’Inter resterà sempre, perché vive nell’essenza stessa dello sport, e nelle persone che ne sostengono i valori, che sono i tifosi.

Dovremmo essere fieri di rappresentare questi colori a San Siro, in giro per l’Italia e nel mondo intero.

Uniti.

Perché se c’è una cosa che conta nell’essere tifosi è l’unione, il senso di appartenenza, il sostegno corale ai propri colori.

Mi viene spesso in mente ciò che accade quasi normalmente negli Stati Uniti, dove il senso di appartenenza è da sempre spinto ai massimi livelli in molti settori della vita sociale, tra cui lo sport.

Per fare un esempio, nell’NFL (la lega del Football professionistico) la squadra dei Seattle Seahawks si vanta di avere il pubblico più “caldo” e rumoroso del mondo.

I tifosi sono stati chiamati “il dodicesimo uomo” e per questa ragione è stata ufficialmente ritirata la maglia numero 12 che, di fatto, spetta esclusivamente al pubblico!

E anche se Seattle è sicuramente lo stadio più caldo della National Football League, ovunque negli stadi USA viene sottolineato il senso di appartenenza, e viene fatto sentire al pubblico quanto è importante l’apporto del tifo per le sorti della squadra.

Questo succede del football, nel basket, nel baseball, eccetera…

 

Beh, noi interisti possiamo avere la presunzione di dire che l’Inter non l’abbiamo mai abbandonata, San Siro nerazzurro è sempre lo stadio più popolato in Serie A, i numeri stanno lì a testimoniarlo.

Sarebbe bello distinguersi, oltre che per la quantità, anche per una qualità speciale del tifo: corretto, unito e propositivo, da vero dodicesimo uomo in campo!

Perché l’Inter, la squadra più bella del mondo, se lo merita, e noi tifosi possiamo essere davvero questo grande valore aggiunto.

Uniti!

 

Impiegato tecnico di professione, cantante e chitarrista rock per passione. Amo stare con i miei figli, leggere, scrivere, fotografare e fare qualsiasi cosa possa dare sfogo alla creatività. Nel cuore porto da sempre i colori nerazzurri: per me c'è solo l'Inter!