Felipe Melo ha concesso un’intervista ai colleghi di Fcinternews.it nella quale ha parlato del suo addio all’Inter, della sua esperienza italiana e di tanto altro. Vi proponiamo alcune parti delle dichiarazioni del centrocampista del Palmeiras: “Come mi trovo ora in Brasile? Bene, sono felice perché va meglio, gioco in una squadra in cui sto bene e i giocatori sono forti, la società non mi fa mancare nulla”.
L’INTER – “Arrivare al club nerazzurro per me è stato un sogno, volevo quella maglia da anni, la volevo già dai tempi di Mourinho che aveva provato a prendermi. Ho giocato con altri club importanti e poi sono arrivato a Milano con Mancini e questo conta per me”.
MANCINI E POI L’ADDIO – “Con lui al Galatasaray abbiamo fatto la storia vincendo tanti trofei, ma non penso che io abbia giocato ad alti livelli solo dì, anche alla Fiorentina e alla Juventus ho fatto bene. Sono stato quattro anni in Turchia poi è arrivata l’occasione Inter e così ho parlato con i dirigenti e mi sono liberato e da allora sono un tifoso interista, non mi perdo mai una partita. Per quanto riguarda l’addio ci sta perché la società è nuova e si pensa ai giovani. Se penso di essere arrivato a Milano tardi? No, per niente, ho fatto il mio percorso che mi ha permesso di crescere tanto e anche con la Juventus sono migliorato. Io penso che se Mancini non avesse lasciato l’Inter ora i nerazzurri sarebbero in CL e lo dico al cento per cento. Roberto è interista, conosce bene l’ambiente ed era l’allenatore migliore, è una persona intelligente ed è un grandissimo allenatore. L’anno scorso in tournée abbiamo fatto mille viaggi con pochissimi giocatori a disposizione, passavamo più tempo in aereo che a lavorare sul campo e gli altri giocatori di Bayern e PSG neanche ci credevano quando glielo raccontavo. Mancio era molto arrabbiato per queste problematiche e poi non c’era chiarezza dal punto di vista societario. C’era tanta confusione. Ripeto, il mister era perfetto per noi. E la stagione senza di lui sappiamo tutti come è andata. La prima stagione era cominciata bene, poi abbiamo avuto un calo, ma è difficile trovare il motivo di quelle difficoltà. Purtroppo abbiamo perso troppi punti contro le piccole, soprattutto in casa e all’Inter non deve succedere”.
DE BOER –“Mi limito a dire che con lui ho sempre svolto il mio lavoro al meglio, dando il 100% per la maglia dell’Inter. Probabilmente non gli piacevo dal punto di vista tecnico, preferiva giocatori più veloci rispetto al sottoscritto che è molto più fisico. Ma è solo un’ipotesi, perché non saprei cosa rispondere. Sono sincero. De Boer mi ha concesso poco spazio, anche se durante la sua gestione mi allenavo e lavoravo ancor di più rispetto al normale. Poi quando è andato via, con Pioli ho avuto la mia chance. De Boer mi ha dato poco spazio, ma è stata una sua scelta e la rispetto”.
DERBY – “L’esordio? Anche tutti i mesi prima sono stati belli, ma quella è stata la prima gara e c’era lo stadio pieno, bellissimo”.
COSA SERVE – “Tocca alla società, che deve prendere i giocatori giusti per questa Inter. Ma ricordiamoci che il denaro non è tutto: se un giocatore viene pagato 70-80 milioni di euro e la squadra fa fatica, normale per lui essere ‘risucchiato’ nelle difficoltà generali. Non è colpa sua“.
GABIGOL E ICARDI – “Purtroppo Gabriel è arrivato a Milano in un momento storico difficile per l’Inter, che non vinceva e non vince da tanti anni. E con tanti cambiamenti ancora in corso. Ma la società deve credere in lui, senza dubbio. Altrimenti si correrebbe il rischio di ripetere l’errore commesso con Coutinho. A Milano dicevano che era scarso, ora lo vuole tutta Europa. Dai, per favore…. Ci vuole un po’ di intelligenza, altrimenti poi si piange se Gabriel diventa forte in altre squadre. Per me è fortissimo e lo ha già dimostrato in Brasile, col Santos e con la Nazionale. Mauro capitano? È ancora molto giovane e deve ancora crescere, ma è fortissimo già oggi. Anzi, è un fenomeno. Se lui non segna l’Inter non vince. È un fenomeno. Segna doppiette, triplette e fa gol in ogni modo, ma la fascia da capitano penso sia troppo per lui. Un giocatore che fa il capitano deve avere il rispetto degli avversari. Uno di quelli che, quando lo guardi e lo ascolti, pensi: “Cazzo!”. E mi riferisco anche agli avversari, che devono avere timore, nel senso positivo, nei suoi confronti. E con lui questo non succede. Sono successe troppe cose in passato, oggi non lo vedo come un vero capitano. Magari tra qualche anno, anche perché è un campione, ma oggi non può indossare la fascia. Pensi che io ero uno dei pochi al quale Icardi dava ascolto. Personalmente ho sempre parlato bene di lui, perché è un fenomeno, questo voglio ripeterlo e sottolinearlo. Ma non è pronto per fare il capitano, questo sicuro, nonostante abbia dimostrato maturità quando ha chiesto scusa per quelle ormai famose righe presenti nel suo libro. Ma ci vuole altro, credo che oggi non sia pronto“.
JUVE-REAL – “Sinceramente non ho fatto il tifo al cento per cento per il Real perché la vittoria della Juventus poteva servire al calcio italiano. Ma ha vinto la squadra migliore“.
FUTURO – “Cosa farò dopo il calcio? Non ci ho ancora pensato. Mi piacerebbe un giorno vivere con la mia famiglia negli States, magari restando nel calcio ma non so con quale ruolo, ci penserò. Intanto dico che sono interista e spero che l’Inter torni in alto già in questa nuova stagione“.
(Fcinternews)