metamorfosi inter

Probabilmente, solo un mese fa, la partita contro una squadra come la Salernitana di Nicola, avrebbe creato più di un problema alla squadra di Inzaghi. Nel lunch match di ieri, invece, tutto è andato secondo copione della legge del più forte e, anzi, forse addirittura oltre ogni più rosea aspettativa. Storia di una metamorfosi che l’Inter sta, finalmente, avendo.

Ora Barella c’è

Già la partita del Camp Nou aveva dato segnali positivi ed incoraggianti verso un futuro più roseo. La sfida con la Salernitana ha solo confermato ulteriormente gli aspetti positivi. La squadra, nell’insieme, ha subito una metamorfosi che, per una volta, può essere inteso come aspetto positivo da riservare poi a pratiche più complesse, (vedi già la trasferta di Firenze).

Detto dell’insieme, tutto ciò è evidente, soprattutto, in alcuni componenti della rosa nerazzurra. Uno su tutti? Nicolò Barella. Non è più il Barella nervoso e di continue lamentele, visto nella prima parte di stagione. Adesso Nick sta avendo un atteggiamento più positivo verso ciò che gli succede intorno, riuscendo a non disperdere energie utili. Dove gli giova tutto ciò?

Nella tenuta fisica nei 90 minuti sicuramente, ma poi anche negli ultimi 16 metri avversari. Barellino, infatti, è alla seconda rete in 4 giorni. Dopo aver battuto Ter Stegen, ha infilato anche Sepe dopo un controllo da attaccante navigato e palla infilata all’angolino. Verrebbe da dire, bentornato Nick!

Lautaro ritrova il gol in campionato

Un altro giocatore che sta avendo beneficio particolare da questa metamorfosi nerazzurra è il Toro, Lautaro Martinez. Riavvolgiamo il nastro e torniamo a Barcellona. C’è un istante esatto in cui il Toro torna ad essere letale. E’ l’istante in cui la palla bacia il secondo palo della porta del Barcellona e finisce la sua corsa in rete. E’ lì che il Toro ritorna dopo un’astinenza da gol che durava dal 30 agosto. Decide di tornare, (con assist annesso), nella serata più importante di questo inizio stagione.

Un episodio, per non rimanere isolato, ha bisogno di una conferma immediata nel tempo. Eccola pronta. Minuto 13 di Inter Salernitana. Barella passa la palla a Lauti che arma un destro tanto potente quanto preciso. La palla rimbalza davanti a Sepe e s’infila all’angolino scatenando l’urlo di San Siro. La striscia positiva annovera, dunque, un altro elemento da aggiungere e Firenze, con il possibile rientro di Lukaku, è la prossima tappa da provare ad aggiungere.

Sarebbe tuttavia riduttivo ridurre al solo gol segnato la prova sontuosa di Lautaro. A volte è sembrato essere lui, (più di Dzeko), il regista offensivo della squadra di Inzaghi. Potrà ora riposarsi aspettando il fratello belga. Dopodiché in 7 giorni, dalla Fiorentina alla Samp, passando per il Viktoria, c’è una striscia da allungare per sè stesso e, anche, per l’Inter.

Dietro interscambiabili, ma ugualmente efficaci

L’Inter è, molto, cresciuta, anche nella fase difensiva. E’ tutta la squadra a difendere meglio, (al netto dei 3 gol presi al Camp Nou), ma soprattutto è proprio la difesa, portiere compreso, a lavorare meglio di reparto.

Inzaghi, in questo ultimo periodo, ha fatto una scoperta interessante. Li dietro, ha quattro/cinque giocatori che possono giocare nel terzetto senza che la sostanza cambi. La difesa dell’Inter sta ritornando quella rocciosa che abbiamo ammirato l’anno scorso.

D’Ambrosio-Acerbi-Bastoni a Sassuolo, Skriniar-De Vrij-Bastoni a Barcellona, Skriniar-De Vrij-Acerbi nella sfida interna contro la Salernitana. Nella fattispecie, la partita con i granata ha dimostrato che, anche, la soluzione con De Vrij e Acerbi in campo insieme può essere percorribile Aldilà dei gol presi, i primi due terzetti, l’Inter sta ritrovando una solidità difensiva che la porta a reagire anche dopo, essere, magari, andata in svantaggio e ciò nella corsa al futuro può essere importante.

Calhanoglu direttore d’orchestra, la metamorfosi Inter è completa!

Per mesi abbiamo avuto il problema del vice-Brozovic. Per mesi si sono alternati giocatori in quel ruolo senza riuscire a dare ciò che il croato da. Asllani sembrava dovesse essere la soluzione, ma poi Inzaghi ha deciso per l’impiego del turco in quel ruolo e Chala lo sta ripagando con prestazioni di altissimo livello. Addirittura qualcuno è arrivato a dire che quando tornerà disponibile, Brozovic non è più il titolare fisso davanti alla difesa.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Interfans.org (@interfans_org)

Ebbene sì, il più vice-Brozovic tra i vice-Brozovic, l’Inter ce l’aveva già in casa. Il numero 20 nerazzurro, Hakan Calhanoglu, è diventato il nuovo direttore d’orchestra che guida la sinfonia nerazzurra. Se prima Chala dava qualcosa in più in fase di possesso, ora riesce a essere tremendamente efficace anche nella fase difensiva come si chiede a chi ricopre un ruolo nevralgico come quello che occupa lui.

88 minuti di applausi nella sfida contro i granata. 88 minuti da migliore in campo, al pari dei due marcatori perchè Chala ha messo in mostra tutto il suo repertorio. Geometrie, fisicità e tanta forza di volontà che lo hanno inalzato al pari dei due compagni andati a segno.

Ah a proposito, uno dei due, Barella, è andato a segno su un lancio più che perfetto del numero 20, il giocatore più in forma del momento. Avanti così Calhanoglu, avanti così Inter.

E voi come la pensate della metamorfosi Inter? COMMENTATE SUL FORUM