L’Inter che lascia Liverpool e punta il Torino porta con sè tante note positive. Note da non disperdere nei meandri dell’interismo ma da coltivare fino a farle diventare importanti quando servirà. Tra le più importanti, e al tempo stesso la più costante dell’ultimo periodo, troviamo la faccia dura ma gentile del gigante Milan Skriniar: il centrale che si è preso l’Inter.

Milan Skriniar: da sconosciuto a capitan futuro?

Riavvolgiamo il nastro. Estate 2017. Per una valutazione intorno ai 30 mln tra parte liquida ed il cartellino di Caprari, l’Inter preleva dalla Sampdoria un centrale slovacco. Seppur giovanissimo, (classe 1995), s’era fatto apprezzare per le sue doti da difensore. Grinta e tenacia le sue caratteristiche principali. La gente mugugna e storce il naso. Come può uno sconosciuto far bene all’Inter? Si ricrederanno. Eccome se si ricrederanno

La crescita di Milan Skriniar, (il nome l’unica pecca), è costante. Diventa perno fondamentale della retroguardia nerazzurra. Lo step più grande si registra con Antonio Conte. Diventa uno dei tre perni fondamentali della retroguardia. Braccetto di destra della SDB rivelatasi granitica nell’anno del tricolore. Grazie alla sua statura e alla sua prestanza fisica, Skriniar è utile anche nelle aree avversarie. Si riscopre, infatti, efficace goleador con già 10 reti segnate in maglia nerazzurra, (in 161 presenze). Con Inzaghi, la sua leadership sta aumentando con il passare delle giornate. Granitico. A tratti insuperabile. Un vero e proprio muro difficile da attraversare e da scalfire.

Ma il suo amore per i colori nerazzurri va oltre. Milan Skriniar, infatti, al momento del rinnovo con l’Inter, (2019), è, addirittura, arrivato a licenziare l’agente pur di proseguire la sua avventura nerazzurra, (fino al 2023?), senza avere nessun tipo d’intoppo nella discussione del contratto. Una sorta di “firma in bianco”. Gesto che può sembrare banale, ma che racchiude in sé, il più grande gesto d’amore che un giocatore possa fare verso la propria squadra. Ora che la nuova scadenza s’avvicina occorrerà muoversi bene per poter blindare capitan futuro.

Perchè lui e non Barella?

Sia Skriniar che Barella in campo non si discutono, nonostante i recenti appannamenti dell’italiano. Ma perché la fascia di capitano andrebbe data al numero 37 e non a Nicolò? La risposta sta nella maturità.Pensate alla doppia sfida con il Liverpool. Pensate come sarebbe potuta essere la sfida di Anfield, (al netto di un ricorso che si sarebbe potuto rischiare), se Nicolò Barella avesse mostrato un po più di maturità al Santiago Bernabeu. Se Barella non avesse tirato il “pugno” a Militao probabilmente staremmo parlando di altre situazioni a livello di doppio confronto con i reds.

Il centrocampista ha ampi margini di miglioramento soprattutto da un punto di vista comportamentale, mentre il centrale slovacco è già apparso pronto e maturo anche sotto questo aspetto: mai una parola fuori posto, mai una sbracciata polemica nei confronti dei compagni. Giocatore esemplare, sia in campo che fuori. A Liverpool, Skriniar, s’è reso protagonista di un’altra grande partita. Dalle sue parti, un giocatore del calibro di Mané ha trovato poco terreno da conquistare. Come i compagni, anche Milan, voleva a tutti costi tentare di rimettere in discussione la qualificazione. E ci stava quasi riuscendo. A suo favore gioca anche l’età visto che è più grande di due anni rispetto al motorino del centrocampo nerazzurro.

Un giocatore si valuta a 360°. In questo Skriniar si sta rivelando essere più pronto rispetto a Nicolò Barella per raccogliere la fascia da Samir Handanovic e indossarla con il giusto temperamento e la giusta dose d’amore verso i colori nerazzurri. Perchè si sa. Non è da tutti licenziare l’agente per rinnovare con un club. E’un gesto da capitan futuro.

Scrivere è bello. Farlo parlando della propria squadra del cuore credo sia la massima aspirazione per chiunque sogni di fare questa professione.