Nelle ultime settimane il nome di Antonio Conte è stato sulla bocca di tutti. L’allenatore pugliese, infatti, è ormai libero da quasi un anno e non intende prolungare il suo periodo lontano dal calcio giocato. Le recenti dichiarazioni rilasciate in esclusiva alla Gazzetta, hanno fatto infiammare i tifosi neroazzurri: “A Roma, mi poiacerebbe, ma non ora. Cerco un club che possa vincere subito”. Con la capitale fuori dai gioci, appare evidente come i neroazzurri, siano al momento i favoriti per l’ex tecnico del Chelsea a meno che una clamorosa separazione tra Allegri e la Juventus non apra a nuovi scenari. Probabile che in tutto questo susseguirsi di ipotesi ci siano stati (o ci saranno) anche qualche approccio o trattativa strategici, come era forse successo con l’Inter due estati fa, quando Conte alla fine decise di restare al Chelsea.

I tifosi interisti sembrano divisi dal prospetto di Conte sulla panchina nerazzurra. Divisi in particolare tra i grandi risultati ottenuti dal tecnico, vincente in Italia ed Inghilterra, valore aggiunto come CT, e il suon passato profondamente bianconero, non solo da allenatore ma anche da giocatore e capitano negli anni forse più caldi della storica rivalità.

Ma vediamo di cercare di capire cosa spinga Marotta a proporre Conte e cosa potrebbe convincere la proprietà a confermare la scelta.

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Efficacia con rose inferiori

Questa stagione ha evidenziato diversi limiti della rosa nerazzurra, dal centrocampo agli esterni offensivi e difensivi. Naturalmente quest’estate si dovrà lavorare per cercare di ripianare queste lacune, aumentando significativamente il livello della rosa anche grazie alla fine del Settlement Agreement. Sarà comunque difficile, se non impossibile, compiere il definitivo avvicinamento alla Juventus in termini di qualità dell’organico. Ciò non significa, però, che sia impossibile puntare a competere con i bianconeri già dall’anno prossimo. I nomi infatti non sono tutto, contano anche la mentalità dei giocatori e, naturalmente, l’allenatore.

Da questo punto di vista Conte potrebbe essere il profilo giusto, capace di motivare una squadra anche inferiore alla sua principale concorrente, conferendo ai giocatori una sicurezza di sé stessi che potrebbe portarli a performare sopra le aspettative. Dopotutto Conte ha dimostrato di esserne capace nel modo più evidente con la nazionale, ma anche la sua prima Juventus non vantava di certo una rosa di alto livello. Se il Chelsea, invece, poteva contare su alcuni campioni e diversi ottimi giocatori, era comunque reduce da una stagione disastrosa che aveva lasciato strascichi sulla tranquillità mentale della squadra.

Valorizzazione di nuovi e vecchi acquisti

Proprio ieri Diego Godin ha dichiarato ufficialmente, in una conferenza stampa apposita, che lascerà l’Atletico Madrid alla fine della stagione. Anche se l’approdo all’Inter non è ancora ufficiale, il difensore uruguaiano può ormai essere considerato il primo acquisto nerazzurro del mercato estivo. Insieme a Skriniar e De Vrij, andrà a completare un parco difensori centrali di altissimo livello, che potrebbe però essere sprecato se uno dei tre venisse relegato in panchina in una ipotetica difesa a quattro. Conte è celebre, invece, per il suo utilizzo della difesa a tre, nella quale potrebbero trovare posto tutti. Si creerebbe dunque un reparto quasi completo, che combina esperienza, tempismo, forza fisica e abilità nella costruzione, e nel quale mancherebbe solo un giocatore mancino.

Inoltre, negli ultimi giorni il Corriere dello Sport ha suggerito uno scenario forse meno prevedibile. Si parla infatti di Roberto Gagliardini, che Conte stimerebbe moltissimo e vorrebbe rilanciare all’Inter, rendendolo nuovamente un perno del progetto tecnico. Se davvero Conte fosse capace di rivitalizzare un acquisto oneroso ma mai pienamente espresso come il bergamasco, porterebbe ulteriore valore alla squadra e alla società.

Mentalità vincente

In una recente intervista, Marotta ha spiegato come nell’Inter che vuole costruire l’aspetto morale e mentale avrà la precedenza. Sarà sicuramente questa la filosofia del mercato estivo: acquistare innanzitutto uomini prima che giocatori, per risolvere finalmente i cronici problemi di tenuta mentale che negli ultimi anni hanno frenato l’Inter forse più della scarsa qualità tecnica della rosa. Conte sarebbe il risultato di questo approccio applicato alla panchina.

Spesso Spalletti viene criticato in quanto allenatore “da piazzamento”, mai capace di vincere il campionato in Italia collezionando, appunto, solo piazzamenti di alta classifica. Nelle singole partite ciò si traduce in un atteggiamento troppo spesso rinuciatario o difensivo, accontentandosi, per esempio, di un pareggio che possa contribuire all’obiettivo minimo invece di cercare di ottenere qualcosa in più. Conte ha una storia diversa alle spalle, più breve ma anche più vincente. La speranza è che possegga la fame e la mentalità giuste per puntare sempre al massimo obiettivo, invece che al minimo.

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Armonia societaria

Non è un mistero ormai che sia Marotta il grande sponsor di Conte all’interno della società Inter. Il nuovo AD ha allacciato i contatti con l’ex CT da mesi e sembra ormai aver trovato un accordo verbale per ingaggiarlo. Il dirigente di Varese è convinto della sua scelta e del fatto che Conte possa essere l’uomo giusto per far svoltare la squadra. I dubbi in queste settimane sono stati tutti della proprietà cinese, primo perché riconoscente a Spalletti per i risultati ottenuti e secondo perché incerta della ingente spesa necessaria per cambiare allenatore.

Dunque, il motivo più importante a favore dell’arrivo di Conte potrebbe essere il non dover mettere i bastoni tra le ruote al nuovo manager, scelto come plenipotenziario per risollevare le sorti dell’Inter grazie alla sua abilità ed esperienza. Marotta potrebbe anche decidere di lasciare se la sua proposta cardine venisse bloccata dalla proprietà, creando una questione Sabatini 2.0. Sarebbe un vero peccato, sia che si veda Marotta in modo positivo che negativo, perché prolungherebbe un periodo di caos societario che dura da troppo tempo, oltre a gettare ombre sulle capacità della proprietà di gestire, o perlomeno lasciar gestire, una società calcistica europea. Per dirla brevemente: se si assume un AD, lo si lascia lavorare ed eventualmente lo si giudica sui risultati e sulle conseguenze delle sue scelte.

Vendetta sulla Juventus

Passiamo dunque a discorsi più da tifosi che da analisti o addetti ai lavori. Penso infatti che le persone direttamente coinvolte, a partire da Marotta e Conte, siano innanzitutto professionisti e che gli interessi relativamente di legami emotivi con alcune società e delle rivalità storiche tra di esse. È innegabile, però, che almeno per i tifosi e per la narrazione dei media un’Inter che tenta l’assalto al dominio juventino guidata da Conte avrebbe un impatto notevole. Particolarmente forte e fastidioso quello sui tifosi della stessa Juventus, obbligati a vedere quella che è una leggenda del loro club guidare la rivale di sempre. Gli interisti, invece, potrebbero provare a vedere in una luce diversa il passato bianconero di Conte, e cioè come un’ulteriore fonte di motivazione e pathos nel duello contro la grande rivale, con la quale tra l’altro il tecnico non si è lasciato particolarmente bene.

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