Nella notte in cui il Manchester United viene messo sotto dalla Juve per 85 minuti ma poi riesce incredibilmente a ribaltare la situazione espugnando l’Allianz Stadium, il primattore, manco a dirlo, è sempre lui: José Mourinho.

Lo Special One, ultimamente criticato per l’andamento non proprio brillantissimo dei suoi Red Devils, rispolvera una di quelle notti da leone a cui ci aveva così tanto abituato a tempi in cui allenava l’Inter, quell’Inter che guidò con somma maestria alla conquista del Triplete, sulla vetta del Mondo.

A dire la verità tutto era iniziato alla fine della partita d’andata all’Old Trafford, quando Mourinho in risposta alle ripetute offese dei tifosi bianconeri in trasferta aveva risposto mostrando beffardamente tre dita, ricordando l’apoteosi del Triplete nerazzurro.

Mercoledì sera, dopo essere stato offeso per 94 minuti da tutto lo stadio, dopo l’incredibile finale di partita che lo ha visto beffare la squadra di casa che pareva in totale controllo, Mourinho porta spavaldamente la mano destra all’orecchio: “vi voglio sentire adesso, ora che vi ho battuto!

Queste sono solo le ultime di una serie di spettacolari performances a cui il tecnico di Setúbal ci ha abituato negli anni. Riviviamone alcune dei più famose.

LE MANETTE

Come si dice: la prima volta non si scorda mai. Il primo “show” di Mourinho in Italia è stato il famoso gesto delle manette, durante Inter-Sampdoria del 20 Febbraio 2010. L’arbitro Tagliavento espulse Cordoba e Samuel, con l’Inter che in 9 riuscì a pareggiare comunque la partita. Lo Special One con quel gesto eloquente fece capire che tale atteggiamento arbitrale era da arresto in manette.

Qualche anno dopo, nella sua biografia, troviamo scritto: “Quando ero all’Inter ho avuto sempre la sensazione che gli arbitri facessero contro di noi errori a catena. Ad un certo punto ho iniziato ad allenare la squadra a giocare in 10 contro 11, per essere pronti nel caso in cui avessimo perso un uomo per espulsione. Ma mi sono dimenticato di fare gli allenamenti in 9 contro 11, come contro la Sampdoria quando furono espulsi due dei nostri”.

Ovviamente la mannaia della giustizia sportiva italiana non si fece attendere e Mourinho venne squalificato per 3 turni, oltre che sanzionato con una multa di 40.000 euro “Per aver contestato le decisioni arbitrali con atteggiamenti plateali”.

IL BINOCOLO

Sempre nei confronti degli arbitri, è rimasto celebre il gesto del binocolo. Anno 2013, in quel momento Mourinho allenava il Real Madrid ed i blancos stavano perdendo in casa del Borussia Dortmund in Champions League. Per il tecnico di Setúbal l’arbitro era spesso posizionato male e non aveva giudicato correttamente diverse situazioni che dovevano essere invece viste a favore del Real. Ad un certo punto porta le mani agli occhi e fa segno al quarto uomo che sarà il caso che procuri al direttore di gara qualcosa per vedere meglio la partita…

LA CORSA AL CAMP NOU

Nei cuori nerazzurri rimarrà sempre impressa la pazza corsa dello Special One al Camp Nou di Barcellona nel 2010, al termine della sofferta sfida con i padroni di casa che sancì l’ingresso dell’Inter in finale di Champions. Dopo un match difficilissimo, in cui il Barca tentò la “remuntada” fermandosi però ad un solo gol dall’impresa, giocato peraltro dall’Inter in 10 per l’espulsione di Thiago Motta al 27’ del primo tempo, Mourinho proruppe in una corsa a perdifiato, con il dito indice in alto come a dire: siamo i numeri uno!

SALTA CON NOI JOSE’ MOURINHO

Forse i tifosi della Juventus mercoledì sera si ricordavano del 17 Maggio 2009, quando durante Inter-Siena con il 17° scudetto matematicamente sul nostro petto, lo stadio Meazza intero iniziò a saltare urlando “chi non salta bianconero è”, rivolto ovviamente agli juventini, invitando poi Mourinho ad unirsi ai tifosi: lo Special One non declinò l’invito ed i suoi saltelli scatenarono il boato di San Siro!

NON SOLO GESTI

Nel repertorio del portoghese però non ci sono solo i gesti plateali, ma anche frasi che sono entrate prepotentemente nella storia del calcio: basti pensare al “rumore dei nemici”, oppure a “zero tituli”, solo per ricordare quelle pronunciate quando era il nostro condottiero.

Un istrione, un grande comunicatore, un allenatore che punta tutto sull’empatia con i propri giocatori: Mourinho è questo ed altro.

Semplicemente, indelebilmente: “lo Special One”.

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Impiegato tecnico di professione, cantante e chitarrista rock per passione. Amo stare con i miei figli, leggere, scrivere, fotografare e fare qualsiasi cosa possa dare sfogo alla creatività. Nel cuore porto da sempre i colori nerazzurri: per me c'è solo l'Inter!