Luciano Spalletti vuole Radja Nainggolan, e non da oggi. Già l’anno scorso l’Inter fu vicina all’acquisto del giocatore della Roma, ma la trattativa si arenò, dopo un lungo corteggiamento, a causa dell’austerity imposta da Suning.
Il centrocampista belga ha disputato due anni fa con l’allenatore di Certaldo la sua miglior stagione in carriera ed è stuzzicato dall’idea di tornare a lavorarci assieme in nerazzurro. Una delle più riconosciute qualità dell’ex allenatore della Roma è quella di saper inventare nuovi ruoli per i suoi calciatori, lavorandoci sopra allenamento dopo allenamento, fino a trasformarli in qualcosa di totalmente inedito.
Spalletti, maestro nel cambiare ruoli ai giocatori
Il primo eclatante esempio di queste innovazioni tattiche è stato Perrotta. Mediano di piede buono che subì una vera e propria metamorfosi nella sua prima esperienza romana, divenendo un trequartista atipico nel 4-2-3-1 su cui stava iniziando a lavorare Spalletti. Si trattava di un modo completamente inedito d’interpretare il ruolo: un centrocampista di grande generosità avanzato dietro la punta, micidiale nell’inserimento alle sue spalle (per questo definito «incursore») e abile nello scambiare con essa, in possesso palla, e primo incaricato alla pressione alta sull’uscita palla avversaria, in non-possesso.
Lo stesso mutamento di ruolo avvenne proprio con Nainggolan due anni fa. L’intuizione di Lucio fu quella di invertire la sua posizione con quella di Pjanic, trasformando in un colpo solo radicalmente due calciatori: Pjanic divenne il costruttore di gioco, il regista della squadra (ruolo in cui è utilizzato ancora oggi da Allegri alla Juve), mentre Radja, come Perrotta, vestì i panni dell’incursore.
Oggi Spalletti, avendo dopo vari tentativi modificato per l’ennesima volta il chip di un suo calciatore, Brozovic, abbassandolo dalla trequarti sulla linea dei mediani e responsabilizzandolo tatticamente, ha assoluto bisogno di un nuovo incursore. Quell’incursore, nella sua testa, è Radja Nainggolan.
In fase realizzativa il Radja della stagione 2016/2017 fu devastante, 14 gol e 7 assist in 53 partite totali, e un apporto tale, soprattutto di gol, dal centrocampo, è proprio ciò che è mancato quest’anno all’Inter. Ma ciò che fa di questo giocatore il prediletto del mister non è tanto la mole di gol e assist che è in grado di fornire, quanto la sua innata capacità di abbinare a queste qualità un’intelligenza tattica e una generosità atletica mostruose, oro colato per gli «equilibri di reparto» tanto cari all’allenatore toscano.
Naingollan esclude Rafinha?
In linea puramente teorica, se il modulo restasse quello della stagione scorsa, 4-2-3-1, Nainggolan andrebbe ad occupare la casella di trequartista di Rafinha, diventato, per le prestazioni in campo e per il grande attaccamento alla maglia, il nuovo idolo di San Siro. In questo caso viene difficile credere che l’Inter investa una cifra tra i 70 e gli 80 milioni di euro per acquistare due giocatori nello stesso ruolo. La risposta quindi è sì, Nainggollan escluderebbe Rafinha. Ma se, come sembra, stando ad alcune scelte di mercato, nella testa di Spalletti fosse previsto un cambio di modulo, le cose potrebbero cambiare.
Le alternative tattiche
In un 4-3-1-2 a centrocampo potrebbero giocare Vecino o Gagliardini – Brozovic – Nainggolan con Rafinha trequartista qualitativo, abile nel giostrare dietro le due punte (Icardi e Lautaro Martinez). In questa prospettiva gli inserimenti dell’incursore Radja verrebbero da più lontano, rispetto al 4-2-3-1, ma le possibilità offensive aumenterebbero incredibilmente grazie alla tecnica e alla rapidità del jolly brasiliano.
Un’altra possibilità che probabilmente sta frullando in testa all’allenatore è un passaggio alla difesa a 3, in cui per altro De Vrij è uno specialista, con un centrocampo a 5 (o con i 4 in linea e un trequartista, o con i 5 in linea). In questo caso non solo verrebbero sfruttate benissimo le qualità di Radja e Rafa, ma anche quelle di Perisic, Candreva e Asamoah, capaci tutti e tre di coprire tutta la fascia nella doppia fase.
Ostacolo Roma
L’ostacolo, naturalmente, è la Roma. Non solo perché le richieste per un giocatore di 30 anni , per altro non del tutto immune ad una serie di vizi che rischiano di accorciare la carriera di un atleta professionista, sono ancora altissime (si parla di un’iniziale richiesta di 45 milioni), ma perché la piazza romana insorgerebbe ad una cessione del Ninja. Visto l’andamento del mercato dell’anno scorso i tifosi nerazzurri preferiscono usare prudenza, ma è chiaro che con l’ingresso in Champions League, quest’anno, tutti si aspettano che Suning costruisca una grande squadra.