Sono stati giorni caldissimi, e la temperatura in questo caso c’entra poco. Lo sfogo di Conte dopo Bergamo, sul quale si può essere d’accordo o meno, ha avuto come effetto quello di lasciare aperto un enorme punto interrogativo su chi sarà l’allenatore dell’Inter nella prossima stagione. E così, da sabato sera fino a ieri, il principale argomento a proposito dei nerazzurri non è stato il Getafe, né tanto meno l’Europa League. Questo, a sua volta, poteva produrre due tipi di effetto: distrarre la squadra in vista di un impegno cruciale per la stagione, oppure compattarla ulteriormente. Il gruppo nerazzurro è sano, mai come quest’anno, e rema sempre verso una sola direzione: dare il 100% per la vittoria. Sembra scontato, ma non è sempre stato così. Specialmente negli ultimi anni.

I primi 20 minuti di partita, però, sembrano suggerire che la bufera mediatica abbia avuto un effetto collaterale, quello della distrazione. Il Getafe ha un ottimo approccio alla partita, la freschezza di 17 giorni di riposo viene sfruttata sin da subito, l’intensità degli spagnoli è altissima, proprio come ci si aspettava alla vigilia. E così, le statistiche recitano presto 6 tiri a 0 per il Getafe. Poi, però, l’Inter si rialza, riprende in mano la partita. E ci pensa ancora lui, sempre lui.

Sempre Romelu

Nel momento più difficile, è prima Lautaro Martinez a dare la scossa, con due iniziative solitarie (la prima con una giocata da fenomeno) che impegnano Soria, portiere degli spagnoli. Poi è Romelu Lukaku a metterci il sigillo, sfruttando un grande lancio di Bastoni (sempre più determinante nelle due fasi) insieme al suo fisico, che gli consente di tenere a distanza il difensore avversario e scaraventare la palla in rete con uno splendido sinistro a incrociare. Big Rom la sblocca e tocca quota 30 gol stagionali: non capitava, ad un giocatore dell’Inter, dal 2010 (all’epoca fu un certo Eto’o a mettere a segno un tale bottino stagionale). Ancora una volta, la squadra si aggrappa a lui ed il belga non sussurra “presente”, bensì lo urla a squarciagola. Peccato per il gol sbagliato nella ripresa, quando calcia con il destro – piede debole – ma avrebbe sicuramente potuto far meglio. Sono i “margini di miglioramento” di cui parla Conte, che Lukaku può e deve sfruttare per diventare definitivamente un top player. Poco male, comunque, perché a chiuderla ci pensa Christian Eriksen, ancora fuori dalla formazione titolare, entrato al minuto 81 ma con il piglio giusto. Per lui, nonostante mille difficoltà, è il quarto gol stagionale (secondo in Europa League). Ulteriore testimonianza che nel gruppo nerazzurro – nonostante esista inevitabilmente qualche giocatore scontento – ci sia la giusta motivazione collettiva. “Il noi prima dell’io”, ha ripetuto Conte fin dal suo primo giorno all’Inter. Messaggio recepito alla perfezione.

Ancora clean sheet

Fiorentina, Genoa, Napoli, Atalanta, Getafe: siamo a 5 partite consecutive senza subire gol. Ieri si è rischiato nei primi 20 minuti, quando il Getafe è partito fortissimo: è servito un ottimo intervento di Handanovic prima e un salvataggio miracoloso di Bastoni poi per mantenere inviolata la porta nerazzurra. Per il resto, la fase difensiva ha funzionato bene, concedendo poco e nulla agli avversari, ed avvalendosi anche di un po’ di fortuna, come sul calcio di rigore calciato malamente fuori da Molina che avrebbe potuto cambiare la partita. La sensazione è che il ritorno al 3-5-2 puro, con le due mezzali di interdizione (Barella e Gagliardini), garantisca all’Inter maggior protezione rispetto all’utilizzo del trequartista, ruolo nel quale sono stati impiegati sia Eriksen che Borja Valero. Entrambi bravi nell’impostazione e nella rifinitura, entrambi poco inclini alla corsa e al “gioco sporco”. Quello che, come preannunciato da Conte alla vigilia, ieri è servito per battere il Getafe.

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La tregua

Poco prima della partita, c’è stato modo anche di ascoltare la prima uscita pubblica della società dopo la bufera di sabato sera, nella persona di Beppe Marotta, che però ha preferito dribblare costantemente ogni domanda sul futuro di Antonio Conte, limitandosi a confermare che il colloquio fra il tecnico e Steven Zhang è effettivamente andato in scena. L’allenatore alla vigilia si era limitato ad un “ho già detto tutto”, mentre ieri sera ha fatto pubblicamente i complimenti al club per l’affare Sanchez. La sensazione è che il futuro della panchina nerazzurra verrà davvero chiarito dopo la campagna europea, tramite un confronto diretto fra tutte le componenti societarie. Possibilità in un verso o nell’altro? 50-50. Impossibile fare pronostici. Ora è tregua: tutte le energie fisiche e mentali saranno unicamente destinate al lavoro sul campo e ad una competizione importantissima per il progetto Inter.

Conclusioni

Max Pezzali – noto tifoso interista – nel 1997 pubblicava il brano “Nessun rimpianto, nessun rimorso“, all’interno di un album con chiaro riferimento calcistico, “la dura legge del gol!”. Era l’anno dello sbarco di Ronaldo a Milano, quel Fenomeno che guiderà l’Inter alla vittoria della Coppa UEFA 1998. L’ultimo successo nella competizione che i nerazzurri vogliono vincere per la quarta volta. Se sarà o meno vittoria lo vedremo, ma Conte ha ripetuto come un mantra un concetto ben chiaro: niente rimpianti. Non c’è posto. Se in Serie A, infatti, il rammarico per i punti gettati alle ortiche in maniera ingenua e a tratti masochistica è molto forte (accentuato inoltre dalla classifica finale), in Europa League l’obiettivo è quello di non mangiarsi le mani per quello che poteva essere e non è stato. Serve lasciare tutto sul campo: sangue, sudore e lacrime, se necessario. Nessun rimpianto, nessun rimorso. Poi, la speranza è che si possa continuare con Conte anche per la prossima stagione, ricomponendo quella frattura la cui esistenza oggi è innegabile. La crescita è evidente, la sensazione è che si vada verso un miglioramento costante. Sarebbe veramente un peccato gettare tanto lavoro al vento. E allora sì che verrebbero alimentati, i rimpianti. Sia per Conte, sia per l’Inter. Ci perderebbero tutti.

Ora, però, lo sguardo collettivo è rivolto verso Dusseldorf e i quarti di finale. L’avversario sarà al 99% il Bayer Leverkusen, squadra profondamente diversa dal Getafe, visto che fa dell’attacco il suo punto di forza ed è ballerina in difesa. I tifosi nerazzurri sognano un’altra notte magica.

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24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.