Lukaku, Lautaro, Correa e Dzeko, l'attacco dell'Inter 20022/23.

Sono passate due sole giornate di campionato, coincidenti con due vittorie dell’Inter, contro Lecce e Spezia. Ma una cosa è già evidentemente chiara: quest’anno Inzaghi sta scoprendo l’abbondanza in attacco. Una totale sconosciuta nella scorsa stagione. Ed una simile possibilità di scelta o di cambiare in corsa per riacciuffare certe partite è un enorme punto di forza. Sotto gli occhi di tutti.

L’attacco dell’Inter nel 2021/22 e le scelte di Inzaghi

Per elaborare un corretto ragionamento sulla situazione offensiva attuale dei nerazzurri occorre fare il punto anche sul campionato concluso tre mesi fa. La squadra allenata da Simone Inzaghi nel corso della stagione 2021/22, nonostante sia passata letteralmente solo qualche settimana, era molto differente. Non tanto nei titolari, rimasti pressoché invariati, quanto piuttosto nei ricambi e nelle soluzioni a disposizione del mister.

Concentrando il nostro ragionamento sugli effettivi a disposizione in grado di giocare dalla cintola in su del campo, partiamo dal centrocampo. I titolari al centro sono gli stessi, cioè Barella, Brozovic e Calhanoglu.

Il primo ricambio ai tre centrocampisti titolari era Arturo Vidal. Il cileno raramente si è fatto trovare pronto senza far rimpiangere il terzetto titolare, e con l’avanzare dell’età ha dovuto inevitabilmente arretrare il suo raggio d’azione. Non più un devastante centrocampista box to box, ma molto più votato alla difesa. Si perdeva tantissimo a livello offensivo.

Stesso discorso per Roberto Gagliardini, attualmente ancora in rosa e buon ricambio per le partite più fisiche o di lotta. Infine Matias Vecino. L’uruguagio tra problemi fisici e incomprensioni con l’allenatore dovute anche al contratto in scadenza ha trovato poco spazio. Ottimo negli inserimenti e in grado di aggiungere quindi qualcosa in termini di bonus, ma più in difficoltà tecnica nel contesto di un palleggio. Insomma, i ricambi a centrocampo non sono stati all’altezza, soprattutto nel momento cruciale della stagione. Con cinque goal in tre, l’apporto offensivo è stato scarso.

Davanti i riferimenti offensivi per il 3-5-2 di Inzaghi erano 4: Lautaro Martinez, Edin Dzeko, Joaquin Correa e Alexis Sanchez. Al netto degli infortuni degli ultimi due, martoriati dai problemi fisici per tutto il corso dell’anno, sono stati Lautaro e Dzeko a portare la croce per la gran parte della stagione. Vivendo inevitabilmente periodi di blackout mentale, tecnico e fisico, trovandosi ulteriormente spesso anche in difficoltà nel trovare il giusto feeling per caratteristiche che non si sposano alla perfezione.

Nonostante ciò in Serie A è stata proprio l’Inter ad avere il miglior attacco con 84 goal fatti, merito delle 21 reti di Lautaro e delle 13 marcature di Dzeko. Decisamente inferiore il contributo di Correa (6 goal, frutto di tre doppiette) e di Sanchez (5 goal), che hanno avuto l’attenuante delle poche presenze: 26 per l’argentino e 27 per il cileno. Trascurabile l’apporto di Caicedo, tre piccoli spezzoni di gara da gennaio in poi.

Nello scorso campionato è quindi mancata la possibilità di scelta nel reparto offensivo e la possibilità di pescare la carta giusta dal mazzo a gara in corsa. Inoltre, va sottolineato lo scarso assortimento delle pedine: mancava un centravanti di riserva che potesse dare il cambio al 35enne Dzeko, in campo per 36 gare su 38.

L’attacco nerazzurro nelle prime due giornate di Serie A

Contro il Lecce al Via del Mare e contro lo Spezia a San Siro è emerso il cambiamento nella profondità della rosa nerazzurra all’ennesima potenza. La vittoria contro i pugliesi è arrivata proprio grazie all’arrembaggio interista finale, con i cinque cambi assolutamente decisivi. Quella contro i liguri è stata invece decisamente più agevole, ma parimenti nel segno dell’abbondanza offensiva. Vediamo perché.

Nella prima giornata di campionato l’Inter si è schierata con il solito 3-5-2, con la LuLa davanti e il solito trio di centrocampo. Gosens sulla sinistra, Darmian sulla destra, Dimarco al posto di Bastoni come difensore centrale di sinistra e De Vrij, Skriniar e Handanovic a completare la formazione titolare.

Simone Inzaghi al minuto 57 si è potuto permettere di buttare nella mischia Henrikh Mkhitaryan, acquisto a mio avviso colpevolmente sottovalutato, pedina molto duttile e di qualità sopraffina. Sfortunatamente l’armeno si è infortunato nella settimana seguente, ma la sensazione è che il mister conterà molto su di lui.

Dieci minuti più tardi, al 67′, il tecnico ha iniziato a stravolgere lo schieramento, inserendo Dzeko per Calhanoglu, oltre che Dumfries (colui che ha deciso la gara) per Darmian. E non finisce qui, perché i nerazzurri hanno concluso la partita schierati con una sorta di 4-2-4, con Mkhitaryan e Barella centrali di centrocampo votati all’attacco e con Correa (entrato all’88’), Lukaku, Dzeko e Lautaro davanti. Un’iradiddio. Decisamente parecchie carte tra cui pescare un asso.

La partita contro lo Spezia invece è stata diversa, dominata sin dall’inizio e portata sui giusti binari senza troppi sforzi. La coppia offensiva che ha iniziato la sfida era la solita, la LuLa, mentre quella che la ha terminata era formata da Dzeko e Correa. E l’importanza di queste coppie la si nota già dal tabellino: l’1-0 lo ha segnato Lautaro su assist di Lukaku, il 3-0 lo ha siglato Correa assistito da Dzeko. Un qualcosa di inedito per i tifosi interisti abituati alla scorsa stagione.

Le gerarchie in attacco di Inzaghi per la stagione 2022/23

Detto dello scorso anno e delle due sfide già trascorse del 2022/23, resta solo da ipotizzare quale sarà l’uso di Inzaghi della rosa nerazzurra.

La stagione appena iniziata è un unicum nella storia del calcio: per la prima volta i Mondiali saranno disputati nel bel mezzo dei campionati, che rimarranno fermi per quasi due mesi tra novembre e gennaio. Ciò comporta un’abbondanza incredibile di impegni in settimana, tra campionato, Coppa Italia e Champion’s League si giocherà praticamente ogni quattro giorni. Senza i giusti cambi e una rosa abbastanza profonda si andrebbe incontro ad un fallimento inesorabile.

Considerando quindi che il turnover sarà molto probabilmente all’ordine del giorno, sia tra i titolari che tra le sostituzioni, possiamo ipotizzare le gerarchie offensive di Inzaghi. Dalla mediana in su. Calhanoglu, Brozovic e Barella partono favoriti nello scacchiere tattico del mister, saranno loro i tre titolari di centrocampo. Ma Mkhitaryan è pronto ad insidiarli, mettendo nel mirino su tutti il turco. Appare come una sorta di titolare aggiunto. Asllani sarà il ricambio di Brozovic, ma anche da mezzala si ritaglierà il proprio spazio, considerando anche le sue doti realizzative messe in mostra nella preseason.

Sugli esterni partono avanti Gosens a sinistra e Dumfries a destra, ma Dimarco sta già intaccando la titolarità del tedesco, mentre Darmian e Bellanova si candidano al ruolo di riserve di lusso per entrambe le corsie.

In attacco le gerarchie sono delineate: la LuLa è la coppia prediletta. E sarebbe davvero difficile pensarla in altro modo. Lukaku e Lautaro hanno un feeling speciale e rappresentano un cardine assoluto dell’Inter 2022/23. Ma dietro di loro Dzeko e Correa avranno tantissimo spazio, sia dall’inizio, che dalla panchina. Sperando nella sua continuità fisica, sono sicuro che il Tucu sarà uno dei protagonisti quest’anno, considerando la stima e la fiducia di Inzaghi nei suoi confronti.

Queste sono le mie ipotesi, ragionando sul 3-5-2 come modulo. Ma anche qui le sorprese sono dietro l’angolo, e non è detto che Inzaghi possa cambiare qualcosa in corso d’opera a seconda del proprio avversario. Sin dal primo minuto che nel bel mezzo della sfida, come contro il Lecce. Perché quest’anno, finalmente, può permetterselo. Ed emergeranno ancora di più le sue vere capacità.