Che Erick Thohir fosse in procinto di cedere il 31% dell’Inter in suo possesso era risaputo. Che i tifosi dell’Inter considerino questo evento in ottica positiva, anche. Mai scattato un vero feeling fra lui e l’ambiente, probabilmente a causa delle aspettative troppo alte riposte nei confronti del tycoon indonesiano che, da par suo, nella fase iniziale della sua esperienza da proprietario di maggioranza (2013), si rese protagonista di dichiarazioni che scatenarono i più grandi entusiasmi. Che a loro volta si rivelarono illusioni. Ci ricordiamo tutti del “l’Inter punta a giocare la finale di Champions 2016 a Milano”. Ecco, Thohir sapeva già che la società nerazzurra, all’epoca, si trovasse nella situazione più critica dal lato economico e che sarebbero dovuti seguire anni di risanamento del bilancio,  con “vacche magre” a livello di acquisti. Il tycoon indonesiano ha però avuto il merito di  risollevare l’Inter da quel punto di vista, rendendola più appetibile per i nuovi compratori, come successo con Suning nel 2016. Insomma, anni da dimenticare sul campo, ma necessari per un futuro migliore. L’Inter ci ha guadagnato trovando un gruppo come Suning, Thohir ha agito da straordinario imprenditore (come dimostra il suo faccione sulla recente copertina di Forbes). Adesso, però, sembra essere arrivato il momento giusto affinché le strade si separino. La conclusione della trattativa dovrebbe essere stimata entro 3 settimane.

Chiusa la parentesi Thohir, veniamo all’attualità. Sabato scorso si è diffusa la notizia secondo cui un fondo di Hong Kong sarebbe ormai prossimo a rilevare il 31% delle quote dell’Inter. Questo ha dato adito ad alcuni dubbi e perplessità, soprattutto dovute al fatto che tutti immaginavano che, nel momento in cui ET avesse ceduto le sue quote, sarebbe stata Suning a rilevarle per ottenere il 100% dell’Inter. Finalmente. E invece no. E allora, perchè il colosso di Zhang Jindong non sembra orientato a farlo? Ci sembra innanzitutto logico pensare che il “fondo entrante” non sia sconosciuto alla proprietà cinese, ed infatti le indiscrezioni che arrivano confermano la conoscenza reciproca. Anzi, le due super-potenze d’Oriente potrebbero anche avere degli interessi in comune, e pure questo ci sembra altamente probabile e verosimile. E Probabilmente, una delle società ha già investito delle quote nell’azionariato dell’altra. Così, arriviamo al punto senza perderci in rebus e giungiamo a quello che sembra per ora, almeno in Italia, il nome più verosimile del fondo che ancora mantiene celata la propria identità.

Nuovo fondo: un possibile identikit

Tutti gli indizi portano a Jack Ma, 55enne fondatore e presidente di Alibaba, colosso cinese fondato sul commercio online. Si tratta dell’uomo più ricco della Cina. Prima di parlare di lui e per evitare l’ipotesi di essere anche noi distributori di illusioni, per dovere di cronaca riportiamo che nella giornata di ieri Shuai Wang, vicepresidente delle comunicazioni di Alibaba, ha fatto sapere di non aver “mai sentito parlare di questa storia”. Dichiarazioni di facciata? Probabile. Si diceva di Jack Ma e del colosso che ha messo in piedi. Già questa è una caratteristica che lo accomuna a Zhang, partito dal nulla e resosi protagonista della creazione di un impero come Suning. Visto che si parlava di quote in comune, diciamo subito che Alibaba ha una partecipazione attorno al 20% in Suning: questa ha fruttato la nascita della straordinaria piattaforma di e-commerce del gruppo di Nanchino, ma anche l’amicizia di Jack Ma con i membri del settore sportivo di Suning, che a sua volta ha dato vita ad una passione per il calcio in generale. Indizi? Una foto recentemente ritraeva lo stesso Jack in compagnia di Zhang Jindong, suo figlio Steven (presidente dell’Inter) e Aleksander Ceferin, presidente della UEFA, sulla terrazza Suning; inoltre, c’è stato anche un incontro con Pasquale Gravina, presidente della FIGC.

Prospettive e vantaggi per l’Inter

Come sappiamo, l’estate 2019 sarà la prima per la società nerazzurra libera dal patto (il noto Settlement Agreement) stipulato con la UEFA nell’estate 2015. Questo equivale ad un maggior raggio d’azione sul mercato. Suning, tramite la nuova collaborazione con Alibaba (o, se la notizia dovesse essere smentita, con un altro gruppo cinese sempre noto a Zhang), potrebbe godere di potenzialità di sviluppo enormi. Il patrimonio di Jack Ma, in particolare, ammonta a 34,6 miliardi: questo garantirebbe all’Inter la possibilità di esplorare nuovi canali per incrementare ulteriormente il fatturato e di poter apportare con più facilità degli aumenti di capitale (a cui finora Thohir non ha partecipato). 100% della proprietà pronta ad investire, dunque. Benefici? Sicuramente sul mercato, cosa che più interessa e appassiona i tifosi, stanchi di doversi improvvisare contabili, specie se abituati al quasi ventennio di Moratti costellati dagli acquisti dei giocatori più importanti al mondo, di attese in aeroporto e di presentazioni stellari. Inoltre, la possibilità concreta di potersi impegnare sul fronte stadio con investimenti cospicui, sia che si decida di rimanere a San Siro e di lavorare ad un riammodernamento, sia che si decida di trovare all’Inter una nuova casa. Insomma, il futuro nerazzurro, con queste prospettive, si preannuncia sempre più roseo. E soprattutto, costruito su solide e durature fondamenta

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