occasione fallita

Occasione fallita. Due parole, un unico grande significato. L’occasione fallita è dell’Inter che nella città di Dalla si complica la vita, carattere peculiare di una squadra che troppe volte sul più bello si è sciolta come neve al sole. Ora il campionato si complica tremendamente, la seconda stella si allontana e l’Inter non è più padrona del suo destino. Il Milan infatti, complice la vittoria nello scontro diretto, può pareggiarne una e vincere le altre 3 e a quel punto ai nerazzurri, non basterebbero più nemmeno 4 vittorie su 4 nelle ultime partite di campionato.

Possesso palla senza vere idee

L’Inter era partita bene nella serata bolognese. Dopo 3 minuti Perisic ha trovato il gol che ha sbloccato il match e per i primi 15/20 minuti l’Inter sembrava un’orchestra piacevole di quelle che ti fanno innamorare…Ma poi? Già perchè c’è un poi che è destinato a far tutta la differenza di questo mondo e di questo campionato. Nella seconda parte della prima frazione inizia la serata degli ex. Arnautovic davanti che salta in testa a Di Marco e impatta la gara. Un gol che si poteva benissimo evitare, ma che è figlio dell’essere inadatto di Di Marco a ricoprire il ruolo di terzo centrale e per colpe neanche toltamente sue. Vedi l’altezza. E poi c’è Medel dietro solito baluardo difensivo che stasera doveva essere in tribuna, ma che invece da pitbull ringhia su tutte le gambe dei nostri.

Arnautovic e Medel. Due giocatori probabilmente bollati come inutili troppo presto dalla nostra società e che improvvisamente presentano il conto nella serata più importante della stagione. E poi ci sono i nostri. Già i nostri. I nostri ragazzi si scoprono confusi nelle idee e frenetici nell’applicazione. La si arriva, il problema è come ci si arriva. Senza idee degne di essere chiamate tali. Le iniziative dei singoli sbattono contro il muro dei difensori del Bologna. E al riposo è 1-1. Belli per un po’ poi impossibili da decifrare.

La confusione: è occasione fallita

Confusione è la parola d’ordine che racchiude Bologna-Inter. L’ ha racchiusa fin dall’inizio. Fin da quel lontano 6 gennaio quando fu rinviata. Prima una data, poi un’altra, infine un’altra ancora. Ricorsi su ricorsi volti a superare il momento delicato di gennaio-febbraio per giocarla in primavera. Confusione totale e inutile perchè poi in primavera ci si è arrivati e conto pagato. Caro.

Confusione è anche l’emblema del nostro secondo tempo. Pressione tanta, confusione molta. C’è confusione con i cambi di Inzaghi che invece di fare il solito doppio cambio attaccante per attaccante, toglie Barella e Correa per Dzeko e Sanchez. Un 3-4-1-2 che diventa figlio dell’anarchia di Alexis Sanchez che svaria sulla trequarti per trovare lo spunto vincente ma trovando solo i giocatori felsinei. E poi la madre di tutte le confusioni. Quelle di Ionut Radu. Giovane chiamato a sostituire Handanovic out. Procuratore contento, ma poi? Patatrac colossale al minuto 81 e qualche dubbio sul perchè non gioca viene capito signor procuratore?

Per carità qualche scusante c’è l ha. Il frenetico Perisic non gli da la palla più facile di questo mondo, ma il giovane rumeno, nel rispetto dello stemma che riporta sulla maglia e della porta che difende, doveva emulare Buffon in altra maniera e non copiare la papera che Gigi ha fatto a Perugia. Sopratutto se, rispetto a Gigi, ti stai giocando le fiches per un futuro da protagonista e per uno scudetto che sta andando verso Milanello.

Occasione fallita: scudetto andato?

Domenica a Udine l’Inter è chiamata a reagire. A far vedere che è stato solo un incidente di percorso. Entrambe le squadre arriveranno dalle fatiche dei recuperi. Udinese che per la verità ha passeggiato 4-0 a Firenze. Fiorentina che salirà a Milano domenica pomeriggio, (Pioli va bene giocare prima di noi contro una squadra che ha giocato in settimana o cambiamo anche questo?). Ora la seconda stella sembra essersi posata sulla cima dell’Everest. Ci vogliono troppe componenti per prenderla in mano. Ciò che non ci vuole è invece la confusione e la frenesia dell’eterna Pazza Inter

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