Inutile nascondere la tristezza e la delusione che pervadono l’ambiente nerazzurro e i suoi tifosi dalla nefasta serata di martedì. I famosi 15 giorni della verità si sono rivelati un fiasco per l’Inter, evidenziando i limiti e i lati peggiori dei suoi interpreti e dell’allenatore. Serve però guardare avanti, visto che la stagione è ancora a dicembre: c’è un campionato da affrontare (serve migliorare il quarto posto dello scorso anno), una Coppa Italia e un’Europa League, con il vantaggio di partire dai sedicesimi e di poter affrontare una seconda classificata. Certo, non il massimo dell’entusiasmo, ma tant’è. Il vero tifoso dell’Inter, sabato alle 18, nonostante questi 15 giorni abbiano distrutto tante speranze, sarà allo stadio o davanti alla TV a tifare la Beneamata come sempre, per sempre. Ma ritorniamo al nocciolo della questione. Guardare avanti, in questi casi, significa soprattutto ripartire da chi, anche nel momento più difficile, non si è tirato indietro e ha dimostrato di essere ormai diventato un campione. Bisogna analizzare il lato positivo della questione. E quindi bisogna parlare di Mauro Icardi, che ha dimostrato, ancora una volta e definitivamente, di essere capitano vero e punto fermo per l’Inter del futuro.
Trascinatore e record-man
Icardi è cresciuto in maniera direttamente proporzionale al coefficiente di difficoltà delle partite. Più il momento era delicato, più lui si prendeva le responsabilità. Già contro il Tottenham aveva lottato per guadagnarsi ogni centimetro di spazio; contro la Roma è andato in gol con un imperioso stacco di testa; contro la Juventus ha sfornato due splendidi assist poi vanificati da Gagliardini e Politano (alla faccia del “non gioca per la squadra”). No, Icardi non fa più solo gol. Icardi è trascinatore, leader, capitano fino in fondo di questa Inter, e martedì contro il PSV lo ha dimostrato ancora. Per tutta la partita si è abbassato andando a prendersi palla quando nessuno si prendeva la responsabilità della giocata, ha fornito ancora una volta due assist fantastici (stavolta vanificati da Perisic): è stato quasi un trequartista avanzato. Ha lottato, sudato, dato il 101% di quello che aveva per prendersi gli ottavi di finale di Champions, e ovviamente ha anche segnato: non è bastato. Ha sicuramente sofferto per l’eliminazione. Icardi da anni dà l’idea di calarsi alla perfezione e con tutta l’anima in ogni situazione che circonda l’Inter: abbiamo visto lacrime di disperazione dopo un derby pareggiato al 97′ e dopo la sconfitta dell’anno scorso con la Juventus, lo abbiamo visto piangere di gioia il 20 maggio dopo Lazio-Inter. Abbia pazienza, Mauro, perchè le gioie arriveranno, e siamo sicuri che arriveranno con questi colori. Un campione come lui le merita. E ce le meritiamo anche noi che la amiamo, sempre e comunque.
L’attaccante argentino, fra l’altro, è anche diventato un record-man nerazzurro: è il primo giocatore ad aver segnato per tre partite consecutive a San Siro nella massima competizione europea.. Ma soprattutto, parlando di numeri personali, Icardi ha chiuso alla grandissima la sua esperienza in Champions League: 4 gol in 6 partite, numeri davvero importanti, specialmente se rapportati ai 6 gol totali nerazzurri nel girone. In quello di Nainggolan in Olanda, fra l’altro, ha partecipato attivamente lottando come mai ha fatto prima di questa Champions. E dopo aver vinto il premio come miglior giocatore della stagione 2017-18 in Serie A e per il gol più bello, si è messo quindi brillantemente in luce nella vetrina più importante europea, la Champions League. E sorvoliamo sulle assurde polemiche relative alla festa di compleanno di Wanda Nara, al fatto che abbia assistito a River-Boca, perchè non meritano davvero commenti alcuni. Basta dire che Mauro, ancora una volta, ha risposto sul campo.
Da chi ripartire?
A proposito di “mettersi in luce”, sicuramente arriveranno delle offerte importanti nella prossima campagna estiva. Suning e l’Inter tutta dovranno avere la forza di non cedere, perchè Icardi è importantissimo non solo per i gol, non solo per la concretezza, ma per l’animo e l’empatia che ormai si è creata con tutto il mondo Inter. In molti hanno dimostrato dei limiti di personalità a certi livelli, allenatore in primis: le valutazioni e i problemi devono essere fatte e cercati in queste componenti, non di certo in coloro che nelle difficoltà si sono esaltati. Parliamo di Icardi, ma anche di Skriniar o dello stesso Brozovic, che ultimamente non è nella sua forma migliore ma garantisce sempre prove di qualità. Il croato sta probabilmente risentendo della stanchezza ma paga anche, durante le partite, la mancanza di un compagno di reparto di livello. Per Skriniar, invece, vale lo stesso che per Icardi: campioni assoluti, senza se e senza ma. A livello di tecnica, di voglia, di grinta: hanno tutto. Ognuno di noi spera che in estate si faccia il salto di qualità e finalmente (con la fine del Settlement Agreement) si punti a vincere, un obiettivo che all’Inter manca da troppi anni: per farlo, servono investimenti importanti sui giocatori e un’attenta valutazione sull’allenatore che servirà ai nerazzurri per tornare a farlo. Ma con la certezza e l’obbligo che si riparta, ancora, da Mauro Icardi. Perchè i progetti vincenti si costruiscono partendo da chi, la mentalità vincente, ce l’ha già dentro.