Nella serata di mercoledì è andata in scena a San Siro l’ottavo di finale di Coppa Italia nel quale l’Inter ha dovuto lottare contro un bell’Empoli per poter raggiungere i quarti dove affronterà la vincente di questa sera tra Roma e Lecce.
Partita agognata, a tratti drammatica, che sembrava essere in totale controllo nel primo tempo quanto si sia stati vicini a salutare la competizione nel secondo. Una prestazione altalenante da parte dei ragazzi di Inzaghi che ha rivoluzionato la squadra cambiando nove undicesimi, a mio avviso intelligentemente visto il fittissimo calendario ed il valore dell’avversario.
A proposito, l’Empoli gioca un gran calcio e non da ieri sera, tant’è che in classifica si posiziona precisamente a metà classifica a ben tredici lunghezze dalla zona salvezza. Con in suoi mini-talenti, un’ottima organizzazione e l’attitudine a giocare sempre cercando di subire poco il gioco altrui, la squadra di mister Andreazzoli diverte ed è riuscita, con tutti i se e tutti i ma del caso, a sfiorare la qualificazione ai quarti.
A sfiorarla sì, perché in vantaggio per 1-2 a San Siro(!) i toscani, nei minuti di recupero, hanno subìto il pareggio di Ranocchia con un gol acrobatico che ha portato le compagini a dover giocare i tempi supplementari e poi il definitivo 3-2 di Sensi che con le valigie in mano direzione Genova qualifica l’Inter.
Per gli interisti partite come queste sono la routine, quando tutto sembrava sotto controllo quest’ultimo si perde e quando ci si crede in totale balìa degli avversari ecco che si rinasce all’ultimo secondo, per poi andare a vincere e passare il turno.
Gran dispendio di energie per un’Inter–Empoli che doveva essere (e poteva esserlo assolutamente) una partita giocata sul velluto e non altri 120’ sulle gambe dei nostro che peseranno viste le prossime quattro partite tra cui Milan, Napoli e Liverpool.


Sud America dà il Sud America toglie

Inzaghi schiera la coppia argentina Lautaro-Correa ma il Tucu non trova pace e un intervento bizzarro di Romagnoli (gli si aggancia al collo salendogli sulle spalle come a “cavacecio”) lo costringe a fermarsi per un dolore muscolare alla coscia sinistra, Correa capisce immediatamente l’entità dell’infortunio, lacrime (più per rabbia che per dolore) e sostituzione. E’ il quarto infortunio stagionale per lui e si spera di riaverlo per il derby, probabilmente risponderà no alla chiamata della Nazionale per le sfide a Cile e Colombia.
Quindi, dopo appena 3 minuti, entra al suo posto Sanchez.
Il protagonista della finale in Supercoppa è carico ed entra con il piglio giusto (a differenza della partita di domenica contro l’Atalanta), evidentemente le coppe gli danno gusto ed ecco che al 13esimo minuto trova subito la rete del vantaggio nerazzurro, rete segnata di testa non l’arma preferita del cileno.
Sanchez, soprattutto ora con l’infortunio di Correa, sta diventando una pedina utilissima per Inzaghi. E’ oggettivamente in una forma fisica eccellente (diciamolo facendo tutti gli scongiuri possibili) ed un calciatore del suo calibro tecnico se è fisicamente pronto diventa un pericolo per gli altri.
Per caratteristiche può far coppia sia con Lautaro sia con Dzeko, deve solo dimostrare di poter dare quel qualcosa in più anche quando viene schierato titolare dove il più delle volte si perde, da subentrato con la sua tecnica e la sua rapidità è a dir poco incisivo.
Buon la gara anche dell’altro cileno: Vidal.
Fisicamente meno preparato del connazionale, entra però sempre nel vivo del gioco nerazzurro e si sente la sua presenza in una partita che nei minuti è diventata sempre più quantitativa più che qualitativa.

In alcuni momenti serve di più

La prestazione dell’Inter ieri sera è stata la classica di chi non chiude la gara quando può e ne paga le conseguenze dopo.
Inzaghi (come già detto) cambia parecchio lasciando spazio a chi di spazio ne ha davvero poco, ed ecco dentro alcune note positive come Radu autore di una buona prestazione nonostante i due gol subìti, da sottolineare il suo tocco ha un piede delicatissimo, da centrocampista e non scherziamo.
Mentre altri inneschi hanno dimostrato di essere in difficoltà, uno su tutti Vecino: l’uruguagio non entra nei meccanismi, è un pesce fuor d’acqua in campo ed è come se fosse assente non dando alcunché in termini tecnici o morali.
La prima partita dell’anno senza Brozovic si fa sentire in fase d’impostazione e poca copertura nelle ripartenze dell’Empoli ma tutto sommato il primo tempo l’Inter non solo regge ma addirittura crea, tanto e spreca ancora di più.
Questo è il più grande rammarico, a volte i giocatori nerazzurri sembrano restii nel concludere a rete come se il gol valesse solo appoggiando con un tap-in nell’area piccola. Il difetto di questa Inter forse è solo questo, non essere spietata quando deve, quando può. La partita di ieri è stata complicata, ha tolto energie contro un avversario non impossibile seppur, come abbiamo sottolineato, ben organizzato ed è in gare come queste che l’Inter deve fare l’Inter e mettere k.o. l’avversario senza dargli la possibilità rialzarsi.
Sotto questo punto di vista bisogna migliorare, ma non è una critica bensì un auspicio a far quel saltino di qualità, doveroso per chi ambisce a quel che ambiamo noi.
Nonostante tutto, Inzaghi e i suoi hanno superato il turno in una Coppa che non si tinge di nerazzurro da undici anni e anche se considerata una “minore” nessuno aveva voglia ieri sera di abbandonare la possibilità di vincerla.

Sensi di colpa

Stefano è in partenza per andare in prestito alla Sampdoria, oppure no? Praticamente fino a qualche ora fa, fino al gol vittoria di ieri sera, Stefano Sensi era un giocatore della Sampdoria.
Inzaghi lo convoca e lo fa entrare nei supplementari e solo come nel calcio può accadere Sensi segna e gioca una mezz’ora di ottima fattura.
Purtroppo, non è la tecnica o la classe che manca all’azzurro ma i suoi problemi fisici lo rendono quasi più un problema che una risorsa.
Nella prima partita ufficiale sulla panchina nerazzurra Inzaghi lo schierò titolare accanto a Dzeko (causa squalifica di Lautaro) e ora con l’infortunio di Correa e il reparto d’attacco decimato, l’Inter rischia di trovarsi in seria difficoltà e di dover operare sul mercato a meno che non decida clamorosamente di tenere Stefano e puntarci.
Certo, qualora si optasse per questa scelta sarebbe veramente l’ultima grande chance per Sensi che al netto degli infortuni (suoi nemici numero uno) dovrà dar voce alle sue virtù ed essere incisivo.
Tenerlo probabilmente sarebbe un rischio perché il calciatore non si discute lo ripetiamo ma i suoi precedenti fisici sono lì e sono un dato oggettivo; moltissimo dipenderà dalla possibilità che avrà Marotta di entrare nel vivo del mercato.

Qualsiasi sarà la decisione su Sensi ci auguriamo che possa farsi valere sia con noi che alla Samp, il rammarico per quel che abbiamo visto ieri rimane, il piccolo talento di Urbino avrebbe potuto dare molto di più ma è ancora in tempo per dimostrare tutto quel che vale.