L’Inter espugna lo Stirpe in una must-win game che la riporta a 5 punti di vantaggio sul Milan e a 6 sulla Roma, allontanando probabilmente in maniera definitiva la Lazio e aspettando il match dell’Atalanta. Alla vigilia della doppia sfida casalinga contro i giallorossi e la Juventus era obbligatorio vincere: l’Inter parte bene chiudendo sin da subito il Frosinone nella propria metà campo e trovando il gol dello 0-1 al 19′ con un bel colpo di testa di Nainggolan a render merito al gran cross di D’Ambrosio. La squadra di Spalletti gestisce, rischiando solo su un colpo di testa di Paganini colpevolmente libero in area, poi raddoppia con un rigore procurato da Skriniar e trasformato da Perisic dopo un breve colloquio con Icardi. Nel secondo tempo, però, l’Inter pone ancora l’accento sulle qualità che mancano per effettuare il passaggio da “buona squadra” a “grande squadra”. Troppe ripartenze sbagliate concettualmente con l’ultimo passaggio, troppa supponenza e così arriva il gol dell’1-2 di Cassata grazie ad un brutto errore di Handanovic. Negli ultimi minuti si trema ma, anche grazie ad un grandissimo Nainggolan che svolge un utilissimo lavoro di raccordo, non corre particolari pericoli. Nel finale, finalmente, arriva la concretizzazione della ripartenza tanto agognata: gran palla di Icardi per Vecino, che spegne le luci allo Stirpe e fissa il punteggio finale sull’1-3. Andiamo a stilare le pagelle degli interpreti di stasera:

Handanovic 5 – Sbaglia nell’unica occasione in cui viene chiamato in causa. La conclusione di Cassata, per usare un eufemismo, non è irresistibile e lo sloveno respinge, goffamente, facendo carambolare il pallone nella propria porta.

D’Ambrosio 7 – Il migliore in campo. Sul primo gol mette dentro un cross delizioso sulla testa di Nainggolan, ma la sua ottima prova non finisce qui. Sempre attento e fondamentale in fase di copertura, sia su Beghetto che su Ciofani e Pinamonti. Offre ottimi spunti anche in fase propositiva, dando il via ad alcune ripartenze pericolose.

De Vrij 6 – Commette una leggerezza sul primo pallone giocato, cui Skriniar rimedia. Successivamente, però, gioca una partita tranquilla svolgendo al meglio i suoi compiti. Utile sulle palle alte, ma anche nel “ripulire” alcuni palloni pericolosi al limite dell’area grazie all’ottima tecnica di base di cui è dotato.

Skriniar 6,5 – Torna nettamente sui suoi livelli, non viene mai saltato nell’uno contro uno e riesce anche a ripartire spesso palla al piede. Impeccabile anche nel momento di maggior pressione del Frosinone, che prova a far spiovere palloni in area di rigore, cui si oppone con decisione.

Asamoah 6 – Il più attivo nella prima fase di partita, poi commette alcuni errori tecnici e sparisce un po’ dal gioco. In fase difensiva però non sbaglia, sia negli uno contro uno con Paganini che nei momenti in cui c’è da raddoppiare con intelligenza.

Borja Valero 6 – Come sempre, quando è fresco sforna la solita prova discreta, fornendo tranquillità alla manovra nerazzurra. Quando però comincia a sentire la fatica e inoltre la partita si incanala in una fase di copertura e protezione del risultato, soffre tantissimo. E lo si nota quando non spazza e regala la palla a Cassata in occasione del gol ciociaro. Gagliardini (dal 74′) 6 – Entra nel momento giusto: serviva fisicità e la fornisce tutta, mettendosi anche in mostra con un paio di aperture ben effettuate.

Vecino 6,5 – Impreciso tecnicamente, dimostra ancora una volta che la qualità non è nelle sue corde. Però lotta, rincorre, si inserisce, si fa vedere in alcune progressioni palla al piede che spezzano in due la linea del Frosinone. Sul terzo gol fa partire e chiude l’azione con freddezza. Segnando, ancora una volta, all’ultimo respiro.

Politano 6 – Quello che conosciamo: frizzante palla al piede, crea sempre un po’ di scompiglio nella retroguardia avversaria. Quando però c’è da concretizzare, come nel primo tempo, sbaglia malamente fallendo il colpo del ko che avrebbe rappresentato lo 0-3. Nella seconda frazione sbaglia un paio di volte la scelta nelle ripartenze, dimostrando di non essere particolarmente lucido a ridosso della porta. Joao Mario (dall’89’) sv – Troppo pochi 6 minuti per assegnargli un voto. Giusto però sottolineare il passaggio in diagonale preciso che fornisce a Icardi in occasione del terzo gol. Con l’augurio che possa dare un contributo importante in questo finale di stagione: senza Brozovic e Borja Valero, sarà probabilmente lui ad esser buttato nella mischia contro la Roma.

Nainggolan 7 – Curiosamente, segna nel primo tempo ma è nel secondo che si vedono “sprazzi di vero Nainggolan”. Se nei primi 45 minuti è bravo nella girata di testa sul gol ma è spesso impreciso e si perde in errori tecnici, nel secondo offre un preziosissimo contributo di grinta pura e di continue rincorse, con tanti scontri fisici vinti. Si è intravisto quel leader, quel guerriero che, quando la sua squadra ha bisogno, si fa in quattro per aiutarla.

Perisic 5,5 – Solita prova grigia e piatta. Si vede pochissimo, e quando prende palla il più delle volte sbaglia. Addirittura, spesso e volentieri manca addirittura il controllo. La sola trasformazione di un calcio di rigore non può portare l’ennesima prova negativa alla sufficienza. Keita (dal 70′) 6 – Punta l’uomo, guadagna falli, fa ammonire due avversari, fornisce un buon cross che Icardi non trasforma in gol. Fa ciò che si chiede a un’ala nel momento in cui c’è da proteggere il risultato.

Icardi 6 – Corre tanto ma si vede poco. Dopo una manciata di secondi non è lesto ad approfittare di un errore di Sportiello: non se l’aspettava. Poi, sul finire della seconda frazione, prova lo scavetto ma obiettivamente l’angolo di tiro era limitatissimo: dura segnare in quella situazione. Più grave l’errore di testa sul cross di Keita, probabilmente troppo forte da tenere a bada. Per un attaccante nella media, però, non per lui che ci ha insegnato ad addomesticare e sfruttare anche le occasioni più risicate. Si guadagna la sufficienza, però, per l’immensa lucidità da campione che dimostra quando, invece che andare al tiro e provare a centrare quel gol su azione che tanto gli manca, offre uno splendido pallone a Vecino, che la chiude.

All. Spalletti 6 – La squadra che va in campo è quella prevista. Buon approccio, buon primo tempo, poi troppi errori nella seconda frazione: alla sua squadra manca il killer-instinct. “Significa che siamo fatti così”, ha detto ai microfoni di Sky. Servirebbe lavorare per migliorare questo difetto. I cambi sono logici e sensati, fatti al momento giusto. 3 punti importanti per prepararsi alla sfida Champions contro la sua ex squadra.

 

 

 

24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.