Al peggio non c’è mai fine… così dicono, così ci dimostrano di settimana in settimana gli eroi in maglia nerazzurra.
Oggettivamente una delle partite più brutte di cui la Serie A abbia memoria, con circa 150 palloni persi tra entrambe le squadre e pochissimi tiri in porta.
Inter senza anima e senza carattere, per l’ennesima volta, senza la minima idea di gioco né di uno schema offensivo. Fase difensiva approssimativa e da oratorio, orgoglio e carattere lasciati in casa.
Praticamente una sola azione manovrata in novanta minuti, creata casualmente da uno scambio fortunoso tra Icardi e Perisic che mandano in porta quest’ultimo, che invece di attaccare centralmente decide di allargarsi per poi sparare in bocca a Lamanna.
L’Inter ha l’occasione per raccogliere un misero punto con un calcio di rigore concessoci nei minuti finali, che Candreva appoggia tranquillamente sui guantoni del portiere genoano, il tutto non prima di aver litigato con Gabigol per chi dovesse batterlo. Pochi minuti dopo Kondogbia si fa espellere per proteste, e Medel ammonito salterà il prossimo match.
Dell’Inter non c’è più traccia, l’Inter probabilmente non esiste più.

Handanovic 5,5: Subisce un tiro, prende un gol.

D’Ambrosio 5: Ritorna sui livelli a cui eravamo abituati ad ammirarlo, stop macchinosi passaggi sbagliati e tanti falli. Zero personalità.

Andreolli 5: Rispolverato da chissà dove, riesce a scivolare al momento di chiudere Pandev sul gol.

Medel 5: Esce in ritardo sulla conclusione di Veloso dalla quale nasce il gol, e commette un fallo da rigore dopo pochi minuti su Simeone.

Nagatomo 5: Mai propositivo e sempre in affanno. Chissà se la chewingum la cambia durante l’intervallo.

Gagliardini 5: Impietoso, lento macchinoso ed impreciso. Si starà chiedendo dove sia finito.

Kondogbia 5: Inutile per tutto il match, per non sbagliare decide di saltare anche il prossimo.

Perisic 5: Ha l’unica occasione da gol della partita e la calcia centralmente sul portiere dopo essersi allargato inspiegabilmente. Non salta mezza volta il temibile diretto avversario e si dimostra anche pigro nel difendere.

Candreva 4,5: Nel primo tempo liscia il pallone a zero metri dalla linea di porta, nella ripresa sbaglia il rigore. Confeziona la bellezza di zero cross utili anche oggi.

Eder 4: Gli andrebbe rescisso immediatamente il contratto per giusta causa. Tocca pochissimi palloni, con una svogliatezza tipica delle partite domenicali post-sbornia. Nel primo tempo calcia una punizione che finisce in curva senza neanche guardare la porta o i compagni. Nella ripresa intorno al minuto 66′ lo specchio della partita dell’Inter: rimessa laterale a nostro favore e con il Genoa sbilanciato, Eder che invece di affrettarsi a battere la rimessa passeggia lentamente come se stessimo vincendo con tre gol di scarto, lascia poi l’incarico a Perisic che con le mani la regala ai difensori genoani. L’Inter di oggi si riassume così.

Icardi 4: Tocca una decina di palloni spalle alla porta sbagliandone otto. Pesantissimo segnale di Pioli che lo cambia al 72′, rompendo ormai con tutto lo spogliatoio.

Palacio 5: Qualche movimento a dettare il passaggio, che puntualmente arriva sbagliato o sporco.

Barbosa 5,5: Si procura un paio di punizioni a metà campo, niente che lasci intravedere il fenomeno che tutti sperano.

Banega s.v. 

Pioli 4,5: Prima ha perso i tifosi, poi ha iniziato a perdere metà spogliatoio, ora lo ha perso tutto. L’unico che apparentemente continua a credere nel suo lavoro è l’origine di tutti i nostri i mali dal lontano 2011, il signor Ausilio.

L’accozzaglia di giocatori scesi in campo oggi e che sembravano calcare un terreno di gioco per la prima volta, ma soprattutto giocare insieme per la prima volta, è la squadra che dovrebbe chiamarsi Inter. E che da due mesi infanga la gloriosa storia del club. La stessa accozzaglia di giocatori che nei primi tre mesi di stagione è scesa in campo allo stesso modo se non peggio, finendo per far ricadere tutta la colpa sul De Boer di turno. Magicamente l’accozzaglia di giocatori si è trasformata poi in squadra, con un allenatore più accomodante meno intransigente come il buon Stefano Pioli, i cartelli motivazionali affissi ad Appiano hanno cominciato a fare il loro effetto. Tutto ad un tratto la magia è svanita, le speranze di calcare palcoscenici europei prestigiosi sono scemate, e quell’accozzaglia di giocatori è tornata a scendere in campo per occupare un’ora e mezzo a settimana nella vita di noi meri tifosi.
Quest’umorale accozzaglia di giocatori non è degna di vestire e di infangare i nostri colori ogni settimana. La rosa è completamente da rifondare, lo spogliatoio è in metastasi e il virus della sconfitta è ormai troppo diffuso per poter essere estirpato.