In quello che era l’unico trofeo alla nostra portata, a maggior ragione dopo l’eliminazione di Juventus Napoli e Roma, riusciamo ancora una volta a tirare fuori il peggio di noi stessi e a farci eliminare ai calci di rigore da una Lazio che è stata in campo per soli 45′ e che ha giocato il resto della partita con qualche ripartenza.
L’occasione più ghiotta capitata negli ultimi otto anni, cestinata dagli undici metri dagli errori di Lautaro e Nainggolan.
Degno finale di una stagione morta a gennaio.
Il primo tempo l’Inter sembra una squadra di seconda categoria, a malapena si riescono a mettere in fila tre passaggi consecutivi (che non siano retropassaggi), non c’è nessun movimento e non si arriva mai alla conclusione. Nella ripresa con Gagliardini rimasto negli spogliatoi qualcosa si muove, si arriva più volte dalle parti di Strakosha ma senza trovare la rete. Candreva decide bene di aprire troppo il piattone e di sparare fuori uno dei più facili tap-in esistenti, mentre Lautaro dopo il brutto errore col PSV in pieno recupero si ripete, stavolta ancora più goffamente, calciando un pallone comodissimo sopra la traversa al 94′.
I supplementari, come tutti temevamo, iniziano con la beffa del secondo tempo dove Immobile rocambolescamente porta in vantaggio la Lazio. Per fortuna D’Ambrosio riesce a procurarsi un rigore al 120′ che Icardi mette in rete.
Ai calci di rigore, Lautaro sbaglia il secondo e Nainggolan sbaglia il decisivo. Veramente indecenti.
Handanovic 7: Compie un miracolo su Caicedo in pieno recupero e si rende autore di altre belle parate. Dagli 11 metri disinnesca Durmisi e sfiora il rigore di Immobile. Non è bastato.
D’Ambrosio 6: Inizia nel peggiore dei modi regalando almeno cinque palloni consecutivi agli avversari e sbagliando tutto nei primi 45 minuti. Nella ripresa ha un piglio diverso, trova spesso l’anticipo sul diretto avversario e spinge costantemente creando buone azioni sulla destra. Si procura il rigore del pareggio.
Skriniar 7: Tiene a galla tutta la baracca insieme a Brozovic, se siamo arrivati ai rigori il merito è soltanto suo. Nel primo tempo è l’unico che riesce a chiudere un triangolo con un compagno in zona offensiva. Capitano vero.
Miranda 6: Ordinaria amministrazione, un po’ troppo compassato nei ripiegamenti ma vince molti duelli.
Asamoah 5,5: Troppo timido, non arriva mai sul fondo e gioca il 90% dei palloni all’indietro. L’arbitro gli mostra un rosso diretto che viene convertito in giallo solo grazie al VAR.
Brozovic 7,5: L’unico calciatore definibile tale dalla metà campo in su. Recupera un’infinità di palloni tutti in maniera pulita, si offre sempre al compagno e percorre una quantità industriale di kilometri. Si presenta sul dischetto per primo e corona la sua partita spiazzando Strakosha. Merita un trofeo con l’Inter.
Gagliardini 4,5: Nulla è cambiato, il solito lento, macchinoso, falloso, e irritante Gagliardini. Spalletti lo lascia negli spogliatoi al 45′, non avrebbe mai dovuto farcelo uscire.
Joao Mario 5: La sua andatura lenta e barcollante lo rende facilmente odiabile. Va leggero su tutti i contrasti e sbaglia quasi sempre la scelta. Si riempie la partita di retropassaggi e si nasconde tra le linee.
Politano 5,5: Ha palesemente finito la benzina, vale un terzo del Politano ammirato solo due mesi fa. Non salta più l’uomo e non riesce a mettere un cross decente in area di rigore.
Candreva 5: Il gol sbagliato resterà nella memoria di molti a lungo. La posizione era regolare, contrariamente a quanto segnato dal guardalinee, ed il gol sarebbe stato regolare. Prova a sbattersi per il resto della partita l’unica azione degna di nota termina con un tiro da fuori area a lato della porta.
Icardi 5,5: Un voto in più per i due gol segnati su rigore, ma la prestazione nei 120′ è al limite dell’imbarazzante. Un tiro al 103′ e un paio di palloni difesi in due ore di partita. Poi il nulla. In certe partite non è sufficiente.
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Vecino 5,5: Mette in campo più qualità di Gagliardini ma resta poco chiaro il ruolo che ricopre in mezzo al campo, spesso lo troviamo in area avversaria senza mai rendersi particolarmente pericoloso. Ha sulla testa un buon pallone che spara alto.
Martinez 3: Tocca pochi palloni, si divora il gol vittoria al 94′ in modo grottesco e si fa anche parare il secondo rigore della lotteria. Imbarazzante.
Cedric 6: Poco più di quindici minuti per il portoghese che mostra un buon piede facendo spiovere in area avversaria palloni decisivi. Si presenta dal dischetto e non sbaglia il quarto rigore.
Nainggolan 4: Non è tanto l’errore di per sé a far infuriare i tifosi, ma la superficialità trapelata sin dalla rincorsa sfociata poi in un tiro alla “come viene viene” centrale respinto da Strakosha. L’errore che condanna l’Inter all’eliminazione nell’unica competizione in cui ci saremmo potuti togliere soddisfazioni, proprio dai piedi dell’acquisto più rappresentativo del mercato estivo. Un dramma.
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Spalletti 4,5: Ormai ha perso il polso dello spogliatoio, ha quasi tutta la tifoseria contro e probabilmente buona parte della squadra che continua a far trapelare malcontenti. La dirigenza (Marotta) sembra sia già indirizzata sul sostituto e tutto questo non fa bene all’ambiente e si ripercuote sulle prestazioni in campo. Lo spettacolo offerto nel primo tempo è ai limiti dell’indecenza, ma se Candreva, o Lautaro, o Nainggolan, avessero sfruttato meglio le occasioni a loro disposizione probabilmente non ci si sarebbe accaniti sull’allenatore, che invece ora, più che mai, ha il destino segnato.