E’ arrivato il primo impegno di qualificazione ad Euro 2020 per la nazionale dei giovani di Roberto Mancini, ed è arrivata anche la vittoria. Contro una Finlandia principalmente preoccupata di difendere (anche dopo l’1-0) con due linee strettissime, gli azzurri giocano con entusiasmo divertendo il pubblico ad Udine e mantengono il pallino per quasi tutti i ’90 minuti. Rispetto alle ultime uscite della banda di Mancini, anche vista l’assenza di un giocatore come Insigne capace di dialogare fra le linee con i centrocampisti, si va meno in orizzontale e si cerca di più la verticalizzazione nel tentativo di sfruttare la velocità di Immobile e Kean. Decidono un bel tiro da fuori area, deviato, di Barella e un gol di Moise Kean dopo un’azione personale del Ciro nazionale.
Donnarumma 6 – Spettatore non pagante fino al 90′ quando gli sfugge una palla dalle mani e la recupera in tre tempi. Però ogni volta che viene chiamato ad impostare con i piedi è preciso.
Piccini 6 – Primo tempo di notevole impatto fisico fatto di costanti discese sulla fascia destra, poi nella ripresa tende a spegnersi un po’.
Bonucci 6 – Nonostante si faccia fatica ormai a prenderlo sul serio come essere umano, è lucidissimo in difesa e sfoggia le sue verticalizzazioni con arroganza e precisione. A metà secondo tempo si perde Pukki e si rischia il dramma, mezzo voto in meno.
Chiellini 6 – Granitico in mezzo alla difesa e ancora un vulcano dal punto di vista fisico. Se dietro non si rischia praticamente nulla è anche grazie alla sicurezza che il capitano da al reparto.
Biraghi 5 – Spinge molto di meno rispetto al suo solito, fa quasi strano vederlo così spento tanto siamo abituati alla sua infinità generosità. (Dal 91′ Spinazzola s.v.)
Verratti 7 – Indiscusso leader tecnico della squadra. Centrocampista di livello superiore, decide con saggezza quando accelerare e quando rallentare, quando andare in orizzontale e quando in verticale. Attira il pressing avversario per allargare le due linee e creare uno spazio sulla trequarti avversaria che poi trova con precisione scientifica. Sembra fisicamente impossibile che possa perdere il pallone, condisce il tutto con ricami di grande eleganza. La squadra gira attorno al suo gioco. (Dal 85′ Zaniolo s.v.)
Jorginho 5,5 – Meno preciso del solito e perde qualche pallone velenoso, ma in compenso si fa sentire in fase difensiva dove non disdegna di mettere il gambone. In genere quella del doppio play continua a sembrare l’idea più buona dell’Italia di Mancini
Barella 7 – Centrocampista box to box all’Inglese, segna un bel gol aiutato da una deviazione, ma sforna anche una prestazione di grande generosità, recuperi, garra e una quantità immonda di sostanza. Mvp.
Bernardeschi 5 – E’ la delusione della serata. Con l’assenza di Insigne era il giocatore chiamato a dialogare fra le linee con il centrocampo tutta qualità della nazionale, ma da quando gli hanno installato un esoscheletro di adamantio dentro al corpo ha abbandonato qualunque velleità da 10. Tenta spesso la giocata solitaria senza fortuna, al 27′ con un tiro a giro sul secondo palo dagli esiti comici.
Kean 6,5 – Giocatore ancora tutto da fare e in divenire. Gioca spesso d’istinto seguendo il suo strapotere fisico e puntando l’avversario sulla fascia, anche se i pericoli creati non sono tantissimi. Ma segna all’esordio da titolare a 19 anni e non è poca roba.
Immobile 6 – Fa scatenare la creatività degli imprecatori di tutta Italia per 74′ minuti in cui cerca disperatamente il gol in una serata difficile per lui. Poi dopo una grande azione solitaria serve un assist al bacio per il gol del 2-0 e si fa perdonare guadagnandosi un voto in più. (Dal 80′ Quagliarella 6,5 – Entra acclamato dal pubblico di Udine come un eroe e pieno di fomento prima trova un colpo di testa salvato da Hradecky, poi tira una sassata delle sue che si stampa sul palo. Commovente)
Mancini 7 – Per ora la scommessa di ringiovanire completamente la rosa sta pagando. La nazionale è sembrata meno brillante rispetto alle ultime due uscite sul piano delle trame offensive, ma piace anche la capacità di attaccare alti gli avversari una volta che questi sono in possesso. La sua Italia gioca un calcio in grado di trascinare il pubblico sugli spalti.