Pagelle Inter

Il 2018 si è appena concluso ed è stato un anno per molti versi davvero positivo, il cui punto più alto è rappresentato dalla qualificazione in Champions all’ultima giornata in casa della Lazio dopo una rimonta incredibile. Anche la sensazionale partenza nel girone di ferro con Barcellona Tottenham e PSV è qualcosa che ricorderemo a lungo, così come la più cocente delusione dell’anno, l’eliminazione in casa contro il PSV ed il declassamento all’Europa League. In Campionato invece il terzo posto dietro Juve e Napoli è saldo.

Ecco quindi i voti di metà campionato ai protagonisti di questa stagione.

Handanovic 6,5: Anche quest’anno si dimostra un grande portiere. Alterna autentici miracoli come la parata in casa del PSV sul 2-1 ad incertezze particolarmente sui tiri da fuori area, ma nel complesso è uno di sicura affidabilità.

D’Ambrosio 6,5: Nonostante l’arrivo del più quotato vice-campione del mondo Vrsaljko, D’Ambrosio riesce sempre a ritagliarsi il suo spazio e ad emergere. Impiegato quasi sempre come terzino destro, forma una coppia affiatata con Politano sulla corsia. Difensivamente migliora ogni anno di più tanto che Spalletti lo utilizza anche a gara in corso come terzo centrale difensivo. Importante anche l’apporto in zona gol, con assist al bacio e gol da tre punti.

Vrsaljko 6+: Ci si aspettava di più dal croato, che oltre ad esser stato tempestato di infortuni non ha mai trovato la continuità giusta per incidere nelle partite. Nel girone di ritorno vorremmo vorremmo vedere qualcosa in più.

Skriniar 8: Si conferma sui livelli dello scorso anno, ovvero uno dei cinque migliori centrali difensivi al mondo. Qualsiasi attaccante gli venga messo davanti rimbalza costantemente su di lui, e l’impressione è che più il livello dell’avversario si alzi e più migliorino le sue prestazioni. Il primo tempo contro il Barcellona a San Siro rimarrà negli occhi di molti, e sopratutto nei pensieri di Suarez e Coutinho. Che gli si rinnovi subito il contratto e lo si faccia diventare la colonna portante dell’Inter vincente del futuro.

De Vrij 7,5: Partner perfetto di Skriniar, i due insieme formano un muro quasi insuperabile. L’olandese ha piedi raffinati in grado di far partire l’azione con lanci perfetti e aperture di gioco millimetriche, ottimo saltatore con tempi giusti, non butta mai via il pallone ed è elegante e chirurgico negli interventi. Ha già trovato la via del gol, ma soltanto la sfortuna ed i pali gli hanno impedito di segnare ancora.

Miranda 6: Ormai relegato a prima riserva del duo Skriniar-De Vrij, Miranda si è sempre fatto trovare pronto quando chiamato in causa, anche in partite impegnative come all’Olimpico contro la Lazio, a Barcellona e a Torino contro la Juve. Probabilmente non è soddisfatto del nuovo ruolo da riserva ed è probabile che questa sia la sua ultima stagione in nerazzurro.

Asamoah 6+: Inizia bene la stagione prendendosi la fascia sinistra senza strafare ma mostrando una certa maturità in campo. Col passare delle partite si concede qualche giocata rischiosa di troppo, molte delle quali lo portano a perdere palla in posizioni pericolose del campo. La più brutta giocata ce l’avremo tutti negli occhi ancora a lungo, quel dribbling senza senso tentato da ultimo uomo in casa contro il PSV che è valso lo svantaggio. Un errore che si porterà dietro a lungo.

Dalbert 6: Trova pochissimo spazio in campionato, complice un infortunio che lo sta tenendo lontano dal campo più del previsto. Un’ottima prestazione in casa contro il Cagliari gli vale l’applauso dei 60mila di San Siro, fino allo scorso anno un obiettivo insperato per il brasiliano.

Brozovic 7: L’onnipresente regista ammirato lo scorso anno è tornato, imposta, contrasta, è il cervello e il motore della squadra. Finisce quasi ogni partita con più km percorsi di tutte e due le squadre, è sempre in appoggio al compagno in difficoltà e trova anche la via del gol. Giocatore imprescindibile sul quale formare il resto del centrocampo.

Vecino 6,5: Anche lui inizia la stagione in crescendo, portando centimetri e muscoli accanto ai piedi educati di Brozovic, inserendosi in area avversaria con grande costanza. Poi il momento più alto della stagione, il gol in pieno recupero contro il Tottenham in casa. Poco dopo un infortunio lo tiene lontano dal campo per qualche settimana, e al suo ritorno non trova più il passo di inizio stagione. La sosta gli farà bene.

Borja Valero 6,5: Inizia la stagione da riserva, ma i vari infortuni dei centrocampisti lo rendono indispensabile e protagonista in diverse partite. Porta intelligenza tattica e calma in campo, Spalletti inizialmente lo mette in campo quando c’è da recuperare un risultato o da mantenerlo. Gioca al posto di Nainggolan, al posto di Vecino o al posto di Brozovic. Qualsiasi ruolo ci sia da coprire, lui si cala alla perfezione e non delude mai.

Gagliardini 5,5: Vede pochissimo il campo, e quando lo fa si capisce perché non Spalletti non gli conceda più spazio. L’incredibile involuzione dal momento del suo acquisto non cambia direzione, per lui il momento più alto della stagione è rappresentato dalla doppietta contro il Genoa, da li in poi il nulla.

Joao Mario 6+: L’ennesimo miracolo di Spalletti. Il portoghese esiliato, finito ai margini della rosa dopo le brutte prestazioni dello scorso anno e le nefaste dichiarazioni di questa estate, viene rispolverato dal Mister in occasione della gara all’Olimpico contro la Lazio, dove tutti rimangono sbalorditi alla lettura delle formazioni, Joao Mario compreso. Da li in poi sarà chiamato in causa regolarmente quasi ad ogni partita, e le prestazioni non sono mai insufficienti. Ha capito i propri errori nell’atteggiamento e si è migliorato, diventando anche lui utile alla causa. Il gol liberazione contro il Genoa è il suo highlight 2018.

Nainggolan 5,5: Gli episodi delle ultime settimane influenzano sicuramente il giudizio, ma da Nainggolan ci si aspettava un apporto maggiore in termini di costanza e reti. Si sblocca subito in campionato mettendo in mostra grandissime doti, trova anche il gol in Champions in casa del PSV ma da quel momento in poi una serie di infortuni e ricadute lo tengono troppo lontano dal rettangolo verde e probabilmente troppo vicino a frequentazioni sbagliate e notti brave. Prima il video in discoteca vistosamente su di giri con Corona, poi una serie di presunti ritardi agli allenamenti che portano la Società (leggasi Marotta) a prendere i primi provvedimenti verso il calciatore, con la sospesione e la mancata convocazione per la partita contro il Napoli. Poi spuntano anche degli audio presumibilmente inviati ad amici dove esprime un certo malumore in maglia nerazzurra ed il desiderio di tornare a Roma, ma su questo è meglio sorvolare. Che dimostri di meritarsi la gloriosa maglia che indossa, perché le potenzialità per lasciare il segno sono evidenti a tutti.

Perisic 5: Torna dal mondiale in modalità “fratello-scarso” spegnendosi immediatamente dopo un paio di buone partite in cui trova anche il gol. Da li in si prende i soliti tre mesi di vacanza, in cui non salta mai il diretto avversario e non trova il gol nemmeno per sbaglio. Si sblocca contro il Chievo alla terzultima partita del 2018, con esultanza polemica annessa. Troppo poco rispetto a quello che può fare il vero Perisic quando è in forma e quando ha voglia di lasciare il segno. Probabilmente i suoi desideri, come dichiarato più volte, sono in Premier League e non in Seria A.

Politano 7: Probabilmente la sorpresa più lieta della stagione, arrivato sottotraccia e col disappunto di chi sognava un certo Malcom, migliora di partita in partita col suo mancino educato e la sua rapidità palla al piede che tanto ricorda i movimenti di un certo fenomeno che gioca a Barcellona. Si merita la standing ovation all’uscita dal campo contro il Barcellona, trova anche la rete in diverse occasioni. Cala leggermente nelle ultime partite perché di turn-over Spalletti gliene ha concesso davvero poco. Imprescindibile.

Keita 6,5: Inizia la stagione senza mai trovare lo spunto giusto, mangiandosi anche diversi gol che già lasciano presagire al “bidone”. Subito le voci del sicuro mancato riscatto da parte dell’Inter, ed invece ecco Keita che si ritaglia più spazio e trova importanti giocate e reti pesanti. Complice anche lo scarso momento di forma di Perisic, Keita si candida sempre di più ad un posto da titolare sulla fascia sinistra.

Lautaro Martinez 6+: Il minutaggio concessogli da Spalletti non è poi molto, ma l’argentino riesce quasi sempre a mettersi in mostra trovando già diversi gol come quello fondamentale per la vittoria contro il Napoli, o assist preziosi come quello che serve ad Icardi in casa contro il Barcellona. Fa subito rumore il tweet del padre che reclama più spazio inveendo contro l’allenatore, ma il ragazzo ha la testa sulle spalle e chiede scusa, mettendosi a lavorare ancora con più intensità e venendo ricompensato dal campo. Il ragazzo ha un grande futuro davanti a sé e speriamo che questo sia a tinte nerazzurre.

Icardi 7,5: Non delude mai, è sempre il re del gol in casa Inter. Dopo qualche partita di digiuno mette il turbo e segna sempre, trovando anche quattro in Champions League contro Tottenham Barcellona e PSV. Migliorato anche nel giocare per la squadra Icardi punta a tornare in Champions il prossimo anno arricchendo il suo bottino personale.

Spalletti 6: Il Mister è il principale artefice del positivo anno appena trascorso, ci ha riportati in Champions dopo troppi anni di assenza e ha dimostrato di potersela giocare contro chiunque. Tuttavia nel momento cruciale della stagione, alcune scelte non hanno ripagato e Spalletti è stato il primo a finire sul banco degli imputati. In particolare le due sostituzioni di Politano contro Juve e PSV gridano ancora vendetta, così come i cambi sempre troppo tardivi e conservativi. Il Mister sembra aver imparato dai propri errori correggendosi nelle partite successive, e trovando risultati fondamentali come la vittoria per 1-0 contro il Napoli, protagonisti tutti e tre i subentrati (Assist Keita, velo Vecino, gol Lautaro). Il 2019 dovrà essere l’anno della definitiva consacrazione, dove noi interisti ci auguriamo di poter sollevare di nuovo un trofeo e di piazzarci tra le prime quattro senza dover perdere un paio d’anni di vita a dieci minuti dal termine della stagione.

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