Archiviata la stagione 2017-2018 con un’incredibile ultimo episodio, l’Inter va in vacanza con la qualificazione Champions in tasca. Ecco il nostro pagellone finale su ogni giocatore della rosa e sul tecnico Spalletti.

Handanovic 7: Conferma pregi e difetti delle ultime stagioni alternando miracoli che sono valsi punti importanti in classifica, a cose meno buone. In particolare gli si rimprovera sempre il deficit nelle uscite alte e l’immobilismo con cui subisce la metà dei gol senza nemmeno tentare l’intervento. Nel computo finale sono sicuramente più i punti guadagnati di cui è protagonista che non quelli persi, motivo per il quale si merita la riconferma e la possibilità di misurarsi finalmente nella Champions League.

Padelli s.v.: Ha il merito di farsi trovare pronto contro il Pordenone salvando la faccia dell’intera squadra, anche se quella partita ha segnato l’inizio dei peggiori tre mesi stagionali.

Skriniar 9: L’acquisto più azzeccato di tutta l’intera Serie A. Arrivato nell’anonimato e con un prezzo ritenuto troppo alto, disputa ogni singolo minuto della stagione con una continuità di rendimento mostruosa, che gli è addirittura valsa la nomination nella Top11 d’Europa.
I numeri parlano chiaro: 3420 minuti (sempre in campo!!!), 2 cartellini gialli, 4 gol e medie tackle/clearences rispettivamente di 2,3 e 4,5 a partita. Un muro invalicabile su cui costruire l’Inter vincente del futuro.

Miranda 7: Gli anni passano ma la leadership rimane intatta. Fisicamente regge benissimo tutta la stagione saltando poche gare per affaticamenti o noie di poco conto. Sono poche le sbavature e se l’Inter chiude con una delle migliori difese del campionato merito va anche a lui che con Skriniar hanno formato una delle migliori difese centrali d’Europa. Sarà sicuramente lui a cedere il posto a De Vrij al centro della difesa, speriamo soltanto che accetti il ruolo di comprimario perché il prossimo anno avremo bisogno di poter fare affidamento su almeno 16 giocatori potenzialmente titolari.

D’Ambrosio 6,5: Tanta dedizione e spirito di sacrificio valgono la sufficienza piena per la stagione di D’Ambrosio, titolare inamovibile che inizia la stagione sulla fascia destra salvo poi essere dirottato sulla sinistra a causa dell’esplosione di Cancelo. Nonostante il ruolo e la corsia non di sua competenza non sfigura mai, trovando anche alcune reti pesanti come quella contro il Genoa e la più importante contro la Lazio. Nell’arco dell’anno dimostra di poter essere affidabile anche come difensore centrale, tuttavia per tornare ai livelli di un tempo occorre avere ben altra qualità sulla corsia di sinistra. Sicuramente come prima riserva potrà ancora dire la sua in più partite.

Cancelo 7,5: Sarebbe davvero un peccato non riuscire a riscattare il portoghese dopo una seconda parte di stagione come quella che disputa: quantità e tanta, troppa qualità come non ne vedevamo da tempo. Spodesta D’Ambrosio dalla fascia destra a metà stagione e non perde più il posto, collezionando diversi assist e fornendo un supporto costante agli attacchi di destra, spostando il baricentro della regia interista dalla sua parte. La non convocazione ai mondiali è quasi inspiegabile, il suo riscatto pare complicato. Terzini destri con questa facilità di corsa e di cross al momento non se ne trovano, auguriamoci che la Società riesca a trovare una formula per costruire l’Inter del futuro anche su certezze come lui.

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Ranocchia 6,5: Il cuore e la grinta con cui è entrato in campo negli ultimi quindici minuti contro la Lazio gli valgono di diritto l’entrata nel cuore di molti interisti. La stagione è positiva, risponde sempre presente quando viene chiamato in causa senza far rimpiangere gli assenti. Si rende autore di due reti importantissime che sbloccano il risultato contro Benevento ed Udinese, ed è parte attiva dell’incredibile successo dell’Olimpico dove crea lo spazio per la rete del 3-2 e sbroglia almeno tre situazioni pericolose in area svettando di testa. Si merita la riconferma soltanto per questi ultimi quindici minuti stagionali.

Lisandro Lopez s.v.: Di lui ricordiamo soltanto una manciata di minuti in campionato da brividi, e qualche grigliata a casa Icardi. Se non fosse stato nelle foto della festa dell’Olimpico molti se lo sarebbero già dimenticato.

Dalbert 5: Inseguito per tutta l’estate, arrivato a fine di un’estenuante trattativa nemmeno stessimo prendendo Maicon, Dalbert si dimostra acerbo e fragile dalle prime amichevoli estive. La scusa delle prime settimane o mesi di ambientamento non hanno retto questa stagione, tanto che si è visto superato nelle gerarchie persino da D’Ambrosio nella fascia non di sua competenza. L’ultima apparizione a causa della squalifica degli altri compagni è positiva, ci auguriamo che questo periodo di ambientamento sia stato solo più lungo del previsto e che l’investimento non sia stato del tutto errato. Impossibile pensare di cederlo durante questa finestra di mercato per via dell’alto valore a bilancio.

Santon 4: Spiace dare un’insufficienza così grave ma nelle poche apparizioni stagionali i suoi errori ci sono costati almeno 6 punti. Imperdonabili e troppo dolorose le due sciagure con cui in pochi minuti riesce a disfare l’impresa dei ragazzi che in dieci stavano battendo la Juventus in casa, la sua avventura all’Inter sembra esser giunta al capolinea al termine di quel match. Il giocatore è in scadenza, il contratto non sarà rinnovato.

Nagatomo 6: Il giapponese parte la stagione da titolare al posto di un Dalbert in fase di ambientamento, collezionando prestazioni convincenti. Finisce poi con il perdere la titolarità e nel mercato di riparazione viene ceduto in prestito al Galatasaray che avrà ora il diritto di riscatto, per non perdersi il mondiale. Non ce ne voglia Nagatomo ma la rinascita passa sopratutto dall’accantonamento di giocatori normali e mediocri che hanno vissuto troppi anni di fallimento all’Inter e che inconsciamente si sono abituati alla sconfitta. Gli auguriamo un buon mondiale e che possa essere riscattato dalla squadra turca.

Borja Valero 6: Arriva tra lo scetticismo di chi lo etichettava come finito, e chi riteneva potesse essere una fondamentale pedina a centrocampo e nello spogliatoio. Si rivela una buona risorsa in grado di far girare benissimo la squadra nelle prime partite di campionato, benché non riuscisse mai a tenere ritmi alti per più di 60′, ed un finale di stagione dove si è visto con il contagocce per via di una condizione deficitaria.  Per la prossima stagione è difficile immaginare come riuscirà a ritagliarsi dello spazio in mezzo al campo, specie se ci saranno gli investimenti che tutti ci auguriamo, ma nello spogliatoio e come chioccia per i giovani è sicuramente una risorsa da poter utilizzare.

Vecino 7: Il voto risente fortemente del gol che ha scritto una storia diversa e che dopo sei anni ci dà finalmente l’occasione di poter uscire dal tunnel di mediocrità in cui stagniamo da sei anni. Il Vecino di inizio stagione è un giocatore impressionante, con degli strappi di quaranta metri palla al piede e spesso pericoloso in zona gol. Tramonta lentamente verso metà stagione fino a sparire dai radar per via della pubalgia, salvo riapparire in concomitanza con l’infortunio di Gagliardini, e restare in campo fino all’ultimo secondo del match che ha cambiato il destino dei nostri colori. Se riuscirà a recuperare pienamente dalla pubalgia potrà rivelarsi un giocatore importante.

Gagliardini 6: Inizia la stagione giocandosi una delle tre maglie con Borja Valero Vecino Brozovic e Joao Mario, Spalletti prova ogni terzetto ma serviva un certo Rafinha per collocare le tessere al punto giusto. Non si contraddistingue per enormi prestazioni ma l’intesa con Brozovic sale vertiginosamente con l’arrivo del brasiliano ed il conseguente panchinamento dei due ex viola. Sul più bello si infortuna dovendo finire anzitempo la stagione, ma qualche Dio del calcio ha voluto che a regalarci la Champions fosse proprio il suo sostituto. Nella prossima stagione dovrà sudare per guadagnarsi la titolarità dato che la campagna acquisti sembra indirizzata a trovare uno “Strootman” in mezzo al campo come regalo Champions.

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Brozovic 7,5: Il suo finale di stagione è strabiliante, trascina letteralmente i compagni alle vittorie macinando chilometri in maniera intelligente, arrivando su tutti i palloni e sfruttando a dovere i suoi piedi raffinati. La stagione era iniziata malissimo con il croato rilegato in panchina, con pochi minuti a partita in cui si contavano più errori e sbracciate che non cose positive. Dopo la doppietta col Benevento arriva l’infortunio a fermarne la crescita, che però è soltanto rimandata. Tutto sembra irreparabile quando l’11 febbraio esce dal campo sommerso di fischi e reagisce provocatoriamente al pubblico, si pensa già ad una sua cessione per una quindicina di milioni, ma da quel momento cambia tutto. La società gli parla chiaro, lui manda inequivocabili messaggi di riappacificazione alla tifoseria tramite i social e diventa la pedina imprescindibile dello scacchiere che ci ha riportato nell’Europa che conta. Con la testa giusta è un giocatore di altissimo livello, il mondiale ne confermerà le doti e la clausola da 50 milioni potrebbe far vacillare la società.

Rafinha 7: Arrivato come una scommessa a seguito di un lunghissimo infortunio, trova velocemente la condizione e partita dopo partita si prende la trequarti e conquista completamente i tifosi nerazzurri. Perfettamente calatosi in quello che è “l’interismo” dimostra subito amore e dedizione per la maglia, dando sempre tutto in mezzo al campo e facendo vedere quella qualità sulla trequarti che il popolo del Meazza (da sempre amante dei piedi buoni) non ammirava dai tempi di un certo Sneijder. Ha come unica pecca quella di mancare proprio nella partita più importante della stagione, ma il suo attaccamento ai nostri colori lo dipingono chiaramente come un futuro capitano di questa squadra, e la Società non può lasciarsi sfuggire uomini e giocatori di questo livello quando li trova.

Joao Mario 4,5: La metà stagione del portoghese è tragicomica e sfocia nel più grottesco degli errori in Coppa Italia quando a mezzo metro dalla porta spara in faccia ad Antonio Donnarumma. Non riesce mai a trovare la giusta collocazione in mezzo al campo con nessuno dei compagni e a gennaio viene giustamente spedito in Premier dove tuttavia gioca discretamente la seconda parte di stagione. Partirà con i 23 portoghesi per la spedizione in Russia, e chissà che le prestazioni non facciano aumentare il suo valore, perché venderlo a queste condizioni è quasi utopico visto l’alta incidenza ancora a bilancio.

Karamoh 6,5: Giovanissimo arriva senza grosse aspettative come potenziale sorpresa, senza mai riuscire a conquistarsi la titolarità fissa. Subentra spesso fino a diventare il dodicesimo uomo, puntualmente al posto di Candreva, riuscendo a mettere in mostra un interessante bagaglio tecnico a condimento di una rapidità impressionante. Il ragazzo è un diamante grezzo che con i giusti compagni ed un corretto stile di vita potrà diventare un ottimo giocatore. Le più grandi lacune le ha mostrate in zona gol, divorandosi diverse occasioni e segnando la più difficile quanto la più importante. L’investimento è stato fatto e il prossimo anno potrà giocarsi il posto da titolare con qualcuno che auspicabilmente non sarà Candreva.

Eder 6: La sufficienza è raggiunta soltanto grazie al formidabile assist per Icardi contro la Lazio che porta al rigore del 2-2. Per quanto uomo-spogliatoio possa essere, come dimostrano tutti i video di festeggiamenti, in mezzo al campo è risultato essere quasi mai decisivo nonostante l’impegno e la dedizione. Se i dodicesimi uomini delle nostre rivali sono rispettivamente Douglas Costa, Bernardeschi, Under, Schick, Felipe Anderson mentre il nostro è Eder, è evidente che qualcosa nella rosa vada rivisto.

Candreva 5: La peggior stagione in carriera, condita da una manciata di assist tutti collezionati nella prima metà di stagione, e la casella dei gol che resta incredibilmente a zero. Sono tante le conclusioni provate, molte delle quali anche in porta, ma la precisione e la freddezza questa stagione non sono mai state dalla sua parte. La mole di cross sbagliati è immensa, i tempi di gioco persi per inutili tocchi eccessivi sono davvero troppi. Gioca al massimo della forma per circa tre partite per poi tornare nell’assoluta mediocrità. Un giocatore da cui non ripartire il prossimo anno.

Perisic 7: Nonostante i tre mesi di ferie in cui ha collezionato infinità di insufficienze gravi, zero dribbling e zero tiri in porta, il suo tabellino personale della stagione segna 11 gol e 11 assist. Numeri da seconda punta. Inizia la stagione tra le lusinghe del Manchester United a cui riesce a resistere convinto dal progetto di Spalletti, segna a raffica e sforna assist a ripetizione fino al fatidico 5-0 contro il Chievo dove si rende autore di una tripletta. Da quella partita inizia un tracollo generale della squadra che lo vede come principale imputato, lontano parente del giocatore ammirato fino a quel momento. Il digiuno dura tre mesi circa fino a quando si sblocca e torna a rendersi attore protagonista della cavalcata finale. L’unica nota dolente è la monodimensionalità del giocatore che ha nelle sue corde quasi sempre la stessa giocata. Il mondiale potrà contribuire ad incrementarne il valore e ad aumentare le pretendenti, ma l’impressione è che per un’offerta superiore ai 60 milioni nessuno si strapperebbe i capelli se l’Inter lo lasciasse partire.

Icardi 8: Per citare Spalletti, “se siamo arrivati all’ultima giornata a giocarci l’accesso in Champions, gran parte del merito va ad Icardi”. Così è stato anche nella giornata decisiva dove con il glaciale rigore del 2-2 Icardi ha siglato il 29esimo gol in campionato ed il 100esimo con la maglia dell’Inter in Serie A. Numeri da capogiro anche quest’anno. La stagione merita un otto perché sono tantissimi i punti guadagnati grazie alle sue reti, ed i brutti errori contro Milan e Sassuolo ci resteranno impressi nella mente fino a svanire come inutili e brutti ricordi. Perché il pallone più pesante lo ha calciato dal dischetto a quindici minuti dalla fine della stagione, e non lo ha sbagliato. Per quanto sia evidente che la sua partecipazione al gioco di squadra sia troppo lacunosa, non ci resta che augurarci che il prossimo anno venga trovato un sistema di gioco che ne valorizzi le già note capacità in area di rigore con qualcuno che lo affianchi e che faccia il lavoro di squadra anche per lui. La clausola con ogni probabilità sarà portata a 160 milioni, ed in ogni caso di fronte ad offerte faraoniche sarà difficile resistere sia per l’Inter che per Icardi stesso. Tuttavia il fatto di non giocare il mondiale sicuramente non incrementerà il suo valore.

Spalletti 9: Riesce al primo tentativo dove tutti i suoi predecessori hanno fallito da sei anni. Riportare l’Inter in Champions, se pur da quarta classificata e all’ultima giornata. Il gioco è più fluido degli ultimi anni, i ragazzi hanno raccolto dieci punti in più della scorsa stagione, hanno affrontato tutti gli scontri diretti a viso aperto perdendo soltanto contro Orsato, migliorando notevolmente la manovra e la sicurezza nei propri mezzi. Il prossimo anno con il giusto mercato abbiamo l’obbligo di ridurre il gap dalle prime di almeno dieci punti, e Spalletti sembra essere l’uomo giusto al momento giusto. Durante tutto l’arco della stagione e con il senno del poi, gli si possono soltanto rimproverare qualche cambio tardivo e sbagliato, errori che non commette nella partita più importante della stagione, azzeccando ogni singolo cambio al minuto perfetto. Ripartire solidi da queste basi per costruire il futuro che ci meritiamo.