Siamo ai primi di agosto con l’inizio della stagione 2021/22 di serie A alle porte ed un mercato tutto ancora da delineare. Tra cessioni illustri (Hakimi), tentazioni (il Chelsea su Lukaku) e obiettivi diramati per l’Europa (Dumfries, Bellerin e Nandez) la nuova pelle l’Inter l’ha cambiata solo sulla maglia.
Tralasciando per il momento tali preoccupazioni di mercato, per ora grandi incognite, la nostra unica certezza è già sui campi a dettare ritmi e tempi e si chiama: Simone Inzaghi.
Tra le missioni che gli sono state date come incarico, ad oggi, il neo-allenatore può attuarne solamente una: valorizzare alcuni elementi della rosa.
Ci sono diversi profili che si trovano ad un bivio per ragioni differenti: dimostrare di essere all’altezza, sorprendere, confermarsi.
Vediamo nel dettaglio chi può migliore chi essere determinante sotto la gestione Inzaghi.

Gioventù non-bruciata

Parliamo dei ragazzi partendo da Pinamonti.
Andrea non ha convinto nell’era Conte essendo stato chiamato in causa appena 10 volte in tutte e tre le competizioni. Scarsa la fiducia o basso il rendimento questo non sta a noi dirlo, sicuramente per essere il vice-Lukaku servirà uno sforzo in più da parte sua.
Il numero 99 interista ha siglato 10 reti nei due anni in prestito tra Genova e Frosinone, qualcosa vorrà pur dire. Presto fatto il ragionamento: se dovesse restare bisognerà dargli minutaggio, insistendo, talvolta rischiando ma è l’unica condizione per una sua permanenza.

Sempre nel reparto offensivo troviamo la rivelazione di questa estate nerazzurra: Satriano.
Oggettivamente è troppo presto per sbilanciarsi ma da quel poco che il giovane uruguaiano ha fatto vedere sembra poter far parte della rosa interista 21/22.
Inzaghi avrebbe così in casa un attaccante che per caratteristiche fisiche si avvicina di più ad essere la riserva di Lukaku, per di più senza avere la pretesa di giocare o la pressione di dover dimostrare chissà cosa. Potrebbe incanalarsi nella stessa sorte di Lautaro diventando, speriamo, un giocatore importante dopo un paio di anni.
Sarà compito di Inzaghi rendere un prospetto certezza.

Infine Agoumé. Il francese non ha trovato molto spazio allo Spezia la scorsa annata, ma forse è giunta l’ora di decidere seriamente come comportarsi con il futuro del ragazzo originario di Yaoundé.
Di nuovo palla a Inzaghi, naturalmente Agoumé si posizionerebbe al posto di Brozovic nei momenti in cui il croato avrà bisogno di riposo, alla Lucas Leiva per rendere l’idea. Potenzialmente è un giocatore forte ma il potenziale va espresso, a Milano o altrove, concretamente e vedremo se mister Inzaghi lo riterrà all’altezza della sua Inter.
Storicamente è un allenatore che crede nei ragazzi, lancia in battaglia i giovani molto dipenderà anche dal coraggio di prendere le armi di quest’ultimi.

Tre parole su Radu: ci vuole coraggio.
Handanovic ha avuto un calo ed è evidente ma non è ancora tempo di sostituirlo.
Tra poco lo sarà e buttare ogni tanto nella mischia il romeno porterebbe a capire se è all’altezza dell’eredità o no.

Le sorprese

Federico Dimarco non sarebbe in realtà una vera e propria sorpresa più che altro avrebbe bisogno di consapevolezza. Una stagione buona (come quella a Verona) in una big e un’occasione, con alte percentuali, Inzaghi gliela darà. L’esterno sinistro è stato provato anche come terzo centrale (sempre a sinistra) quindi è chiaro che s’intravede una certa duttilità e lo si potrebbe vedere schierato in entrambi i ruoli, in base alle circostanze ovviamente. Parte dietro Bastoni (sicuramente), si giocherà il posto durante la stagione con Perisic (probabilemente).
Allenatore e modulo possono farlo sbocciare.

Calhanoglu va consacrato ed Inzaghi è il miglior allenatore per portarlo in alto. Se ci riuscirà Calhanoglu diventerebbe un giocatore determinante in questa Inter più di quel che si possa pensare oggi. Sotto questo punto di vista la fiducia verso Inzaghi è totale, la speranza è che il turco riesca a calarsi nella parte perché diventerebbe la sua miglior performance.

Sensi. I discorsi qui non sono complessi: se il ragazzo è forma, non subisce infortuni ogni mese e riesce a trovare una certa costanza non si discute: è da Inter.
E può essere la vera arma in più per Inzaghi. Questo, purtroppo, è l’unico caso in cui l’allenatore ha voce in capitolo fino ad un certo punto, molto forse tutto dipenderà dalla condizione fisica di Sensi.
Possiamo solo incrociare le dita.

Confermare le conferme

Lo sforzo di Simone purtroppo non si limita a dover ricercare talento e farlo esprimere.
Dovrà riuscire a valorizzare al massimo chi già di talento ne ha espresso e non poco.
Primi fra tutti Barella, Lautaro e Skriniar.

Dei tre forse solo Lautaro non ha ancora espresso il suo massimo splendore, serviranno gol in più e meno discontinui. La vittoria in Copa America oltre che a renderlo un vincente a 360° gli cederà sicurezza nelle sue capacità e Inzaghi è lì per farlo diventare definitivamente fondamentale per l’Inter e non solo l’ombra di Lukaku.

Barella all’Inter l’ultimo anno è stato devastante, costante, ovunque. Ci sono tutti i presupposti perché diventi uno dei centrocampisti più forti in Europa, tra l’altro nell’Europeo seppur arrancando fisicamente lo ha dimostrato, Inzaghi dovrà essere abbastanza bravo da mantenere questa condizione del neo-campione europeo.

Milan Skriniar viene da una stagione di ritrovata fiducia in sé stesso. Due anni fa non brillò come ci aveva abituato complice anche un’annata mostruosa di De Vrij che lo oscurò un po’ ma con Inzaghi può diventare ufficialmente il pilastro della difesa nerazzurra.

Le difficoltà ci sono, come abbiamo già detto, il mister ne era consapevole e le ha accettate però riuscire a valorizzare al massimo alcuni dei nostri giocatori potrà essere la chiave di volta per una grande stagione.