Ausilio Marotta
Esterni d’attacco, più croce che delizia dell’Inter di questa stagione e probabilmente il reparto la società dovrà operare la più consistente operazione di restyling. Perisic, tra faide nello spogliatoio e sirene inglesi, sembra lontano da Milano e Candreva sembra aver concluso il suo ciclo in nerazzurro. In questo contesto appare evidente che il destino di Keita, Politano e Karamoh sarà decisivo per definire le gerarchie e i lineamenti dell’attacco della prossima stagione. Tra dichiarazioni trionfali e passi indietro, un Settlement agreement che se ne va e un Fairplay finanziario che resta, non è ancora chiaro con che tipo di budget l’Inter affronterà il prossimo calciomercato e quanto il riscatto dei due esterni possa incidere su questo. Diverso il discorso di Karamoh, in prestito al Bordeaux, che potrebbe essere ceduto per monetizzare o entrare in scambi di mercato, sempre stando alle voci. Proviamo a capire quali sono i motivi per cui questi tre giocatori dovrebbero essere riscattati e quali quelli per cui non dovrebbero esserlo:

POLITANO

PRO: 
In questa stagione Politano è stato un punto fermo per Spalletti che lo ha quasi sempre schierato. Se il tecnico di Certaldo dovesse rimanere il riscatto dell’esterno della nazionale potrebbe essere scontato. A favore del suo riscatto ci sarebbero anche questioni economiche: i ventidue milioni da dare al Sassuolo sono un prezzo davvero molto basso per un attaccante esterno nel calcio del 2019. Politano in questa stagione ha dimostrato di poter essere prezioso nel gioco fra le linee, essendo l’unico esterno in rosa ad avere nelle corde l’idea di rientrare dentro il campo e dialogare con i compagni grazie alla sua discreta tecnica.
CONTRO:
Nonostante da molti esperti del settore sia considerato uno degli acquisti più redditizi dell’estate scorsa, i numeri di Politano non sono eccezionali. In 26 partite di campionato ha segnato 4 gol e 5 assist e le statistiche peggiorano se si prendono in considerazione le altre competizioni. Cifre lontanissime da quelle degli esterni top in europa ma distanti anche rispetto, ad esempio, alla prima stagione del tanto vituperate Candreva che in 38 presenze fece 6 gol e 11 assist. Nonostante la grande mole di gioco che produce, si ha spesso la sensazione che l’esterno italiano abbia difficoltà a sfornare le giocate decisive che un giocatore in quel ruolo in una squadra come l’Inter deve irrimediabilmente inventarsi. Spalletti ha dichiarato che per essere un top dovrebbe essere più presente dal punto di vista fisico. Sarebbe un tredicesimo uomo di lusso, ma si hanno a disposizione ventidue milioni per una riserva?

KEITA

PRO:
La sensazione è che a 24 anni Keita come giocatore sia ancora una scommessa aperta. Dopo la grande stagione alla Lazio, e il fallimento al Monaco, Keita quest’anno per una ragione o per l’altra è sempre stato frenato quando dava l’impressione di stare trovando continuità di rendimento. Ad oggi è un giocatore dalla caratteristiche uniche nello scacchiere di Spalletti soprattutto per quella propensione al gol che, rispetto agli altri esterni in rosa, da l’impressione di ad avere realmente nei piedi. Inoltre, è un giocatore che può ricoprire diversi ruoli nel reparto offensivo. Oltre l’esterno, infatti, può essere un alternativa al terminale offensivo nel 4231, ma giocare anche da seconda punta, qualora si decida di affidarsi ad una guida tecnica (che quì per decenza non nomineremo) che consideri i due attaccanti.
CONTRO:
Spendere oltre trentaquattro milioni per Keita Balde potrebbe essere un azzardo importante. Se si analizza la sua carriera il rendimento altalenante è sempre stata una costante con la stagione 2016/17 in biancoceleste come unicum. Un exploit che, ad esser pessimisti, potrebbe pure essere legato alla straordinaria produzione offensiva della squadra di Simone Inzaghi in quell’anno e un gioco, fatto di transizioni offensive, che si confaceva alla perfezione alle caratteristiche del senegalese. Keita in particolare mostra qualche difficoltà ad esaltarsi nelle difese chiuse che spesso una squadra come l’Inter trova e, complice una piuttosto scarsa pulizia di primo tocco, non sembra eccellere nel dialogo con i compagni sulla trequarti. Dal punto di vista tattico, inoltre, considerata la sua scarsa propensione al ripiegamento difensivo, si fa fatica ad immaginarlo come un credibile titolare nel ruolo di esterno nella stagione 2019/20, quanto più ad una freccia da scagliare al momento giusto, quando c’è da premere il pedale sull’acceleratore.

KARAMOH

PRO
Con due probabili partenti e due giocatori a rischio riscatto quello degli esterni rischia di essere un reparto totalmente da ricostruire. E’ chiaro, a quel punto, che un profilo come quello del giovane talentino francese sarebbe, anche da un punto di vista numerico, molto prezioso. Considerando che Karamoh rientrerà a giugno dal prestito senza nessun esborso di contanti dalla società. L’ala lo scorso anno è entrata nel cuore dei tifosi nerazzurri e ha dato l’impressione di poter essere un perfetto mix fra i due esterni sopra, avendo la qualità nel giocare fra le linee che manca a Keita, e l’esplosività fisica che manca a Politano. Inoltre, sempre più spesso, si hanno prove di come mandare i propri giovani in prestito finisca per essere un’arma a doppio taglio. Guardando in Europa la sensazione è che il contesto ideale per farli crescere siano i grandi palcoscenici, le grandi sfide e i grandi giocatori. Tutte cose che, speriamo, la beneamata riuscirà ad offrirci nella prossima stagione.
CONTRO
Per quanto si possa volergli bene, è impossibile non considerare la stagione di Karamoh al Bordeaux come un flop. L’esterno non è un titolare inamovibile nella squadra ora allenata da Paulo Sousa. In un campionato normalmente considerato non particolarmente probante come la Ligue 1 ha collezionato la miseria di tre gol (due molto belli) e un assist in 1038 minuti giocati. Cifre che, in un altro contesto, non giustificherebbero l’approdo in una squadra come l’Inter. Voci di corridoio raccontano di una dirigenza nerazzurra convinta per il prossimo anno a costruire una squadra tutta esperienza in cui il talento del francese potrebbe essere soffocato. Un altro prestito? Può darsi, ma non è da escludere anche la volontà di fare una plusvalenza o la possibilità che il francese sia utilizzato come pedina di scambio in sede di calciomercato.
La sensazione è che queste ultime giornate di campionato ci diranno qualcosa in più su chi riuscirà a guadagnarsi la maglia nerazzurra per la stagione 2019/20.