Pragmatici

Vittoria doveva essere per rispondere al 2-0 del Milan sulla Lazio. Vittoria è stata con il medesimo risultato al cospetto di una Roma incerottata, ma con il carattere da combattente del proprio allenatore. Pragmatici e cinici, l’Inter mostra un altro passo di crescita. Ben venga verso il derby che vale una stagione

Il centrocampo comanda, il resto vien da sé

L’immagine simbolo della vittoria di Roma è il centrocampo nerazzurro. Barella corre e non sbuffa, Calha dispensa calcio a destra e sinistra, mentre per Brozovic sono finiti gli aggettivi. Il croato è tornato a dispensare calcio con consapevolezza dei propri mezzi e con una facilità disarmante. Tutti e tre riescono a tenere a bada il carattere aggressivo e avventuriero degli opposti giallorossi. Bene così.

Fan parte del centrocampo anche i due esterni di fascia, Denzel Dumfries, apparso carico e motivato, e il solito incommensurabile Federico Di Marco. E al minuto 32′, un’azione poetica destinata a spaccare la partita. Brozo imbuca una palla per Dumfries con una traiettoria che ha visto solo lui, l’olandese piazza un cross basso sul secondo palo e Di Marco rifinisce con il suo sinistro educato rendendo inutile il tentativo di salvataggio di Cristante. O-1 e partita spaccata

La sensazione, oltre la singola partita, è che questo centrocampo, in questo scorcio finale di stagione possa essere un fattore importante a prescindere da quelli che saranno i risultati che alla fine l’Inter otterrà, perchè, in questo momento stanno tutti, (Gosens compreso anche se momentaneamente out), girando a pieni giri e ciò potrà risultare decisivo.

Pragmatici e maledettamente belli

 

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Negli ultimi anni ci hanno insegnato che la bellezza nel calcio lascia il tempo che trova. Ciò che conta è chi porta la nave al sicuro nel porto, o chi torna a casa con i 3 punti per dirla nel gergo stretto del calcio. L’Inter, molte volte, quest’anno ha provato ad essere bella salvo poi ritrovarsi al palo. Ora i nerazzurri sono pragmatici, preferiscono la praticità a ciò che di teorico, (e di bello), ci possa essere nel calcio. Che poi, tutto sommato è bello anche così. E’ bello mostrare solidità all’Olimpico, è bello essere cinici e portare a casa una partita che può valere oro, con la Roma, (ad ora fuori dall’Europa) spedita a -5 e Milan ricacciato a -2. E’ grande bellezza anche così, o soprattutto così.

Nel secondo tempo i nerazzurri scelgono, per imposizione giustificata dei giallorossi, di difendere il proprio fortino dagli attacchi nemici e il paradosso è che, nonostante questa scelta, le occasioni potenziali sono ancora di marca nerazzurra. Prima Correa sciupa da buona posizione facendo una cosa a metà tra un assist a Lukaku e un tiro in porta, poi lo stesso numero 90 imbeccato da Lautaro, (su un errore sciagurato di Ibanez), mette in cassaforte il risultato fulminando Rui Patricio. Meno occasioni, ma più punti, anche all’interno di una partita sporca e maschia ed è bello anche così.

Ben venga il derby, aiuta a crescere?

Scavallata la Roma, ora l’obiettivo è ben chiaro nella mente di tutti. Mercoledì 10 maggio, ore 21, stadio S.Siro. Non bisogna aggiungere altro. Non serve aggiungere nulla più. La stagione nerazzurra passa da qui. La crescita della squadra passa da questi primi 90 minuti di battaglia contro i rivali cittadini per dimostrare quanto l’Inter sia cresciuta.

E’ una partita indecifrabile, come lo sono tutti i derby del pianeta. Da parte nerazzurra, la sensazione è che il centrocampo possa essere un fattore determinante nelle due fasi e, nello specifico, dovranno essere bravi gli esterni a costringere gli opposti sulla difensiva. Al Milan, probabilmente, mancherà Leao. L’Inter, sicuramente, dovrà avere il Dumfries degli ultimi tempi, quello che oggi ha imbucato un cross basso per il dirimpettaio Di Marco per il primo capitolo del libro sul pragmatismo. E’ bellezza anche questa, giusto?

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