Marcello Iaia, preparatore atletico e docente di Scienze Motorie all’Università degli Studi di Milano, ha seguito Luciano Spalletti all’Inter e ha parlato ai microfoni di Sportweek, spiegando i metodi d’allenamento in casa nerazzurra.

Quanto lavoro svolgete con la palla e quanto a secco?

«La parte di lavoro a secco è maggiore nel precampionato. Durante la stagione la proporzione si inverte: all’80% lavoriamo con la palla e al 20% a secco. Ci sono dei momenti, prima e dopo l’allenamento, in cui vengono svolti lavori individuali a secco, di preattivazione e protezione».

Cosa pensa dell’uso delle macchine per lo sviluppo della forza muscolare?

«All’Inter tendiamo ad allenare un movimento o una sequenza di movimenti piuttosto che un singolo muscolo o un distretto muscolare isolato. Non utilizziamo esercizi fini a se stessi, ma sequenze di esercizi finalizzati al miglioramento di una funzione. La differenza non sta nell’uso o nel non-uso delle macchine, ma nella scelta dei mezzi più idonei a preparare alla variabilità delle situazioni tecniche e atletiche proposte dalla partita. Bisogna distinguere tra l’essere muscolarmente grossi ed essere forti/potenti: la seconda cosa non implica necessariamente la prima. È vero che il calcio è sport di abilità e destrezza, ma dipende dal contesto: in Spagna privilegiano soprattutto tecnica e destrezza, altrove forza e potenza sono aspetti rilevanti».

In Italia “saltano” troppi crociati perché sia solo un caso.

«Il problema coinvolge giocatori di età, background e strutture fisiche differenti: difficile generalizzare. Penso siano necessarie ulteriori ricerche ed evidenze scientifiche, prima di giungere a conclusioni certe».

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