Niente da fare. Sembrava potesse essere la partita del rilancio dopo la sosta delle nazionali e davanti ad un San Siro pieno, ma così non è stato. Inter-Roma finisce 1-2, la crisi nerazzurra si accentua sempre di più. Il momento inizia ad essere davvero complicato.
Inter-Roma, le scelte di formazione e il primo tempo
In campo per l’Inter ci scende quella che, ormai, può essere considerata la formazione tipo, al netto delle assenze. Le scelte più “sorprendenti” riguardano la porta, dove Handanovic si conferma portiere di campionato a discapito di Onana, la difesa, dove Acerbi si prende il posto da titolare al centro, il centrocampo e le fasce, dove Dimarco ha ormai scalzato Gosens e dove Asllani ha finalmente i suoi minuti da titolare. Davanti Lautaro-Dzeko, perché Lukaku è ancora fuori e Correa continua a non convincere.
Sorprendono invece le decisioni del grande ex Josè Mourinho, che decide di tenere fuori Abraham schierando la sua Roma senza centravanti di ruolo, con il trio offensivo formato da Pellegrini, Zaniolo e Dybala.
I primi minuti di Inter-Roma sono prevalentemente di marca nerazzurra, tant’è che Dzeko troverebbe anche un gran goal, se non ci si mettesse di mezzo il fuorigioco. Tutto sommato la gara fila liscia e tranquilla senza particolari sussulti fino alla rete improvvisa di Dimarco, in un grande momento di forma, al 30′. Inserimento perfetto e destro sorprendente per Rui Patricio, 1-0. Strada in discesa. Sì, ma per dieci minuti.
Perché al 40′ la Roma trova il pari. Con uno degli uomini più discussi del match vista l’estate turbolenta appena trascorsa e la telenovela di mercato: Paulo Dybala. L’uomo che sulla carta all’Inter non sarebbe dovuto servire. Sinistro al volo, sicuramente non imparabile, e Handanovic beffato. 1-1. La prima frazione si chiude così.
Il secondo tempo
Nessun cambio all’intervallo, Inter-Roma riprende con i medesimi 22 interpreti della prima frazione. E il secondo tempo si apre con ben tre gialli per la Roma nei premi venti minuti, per Zaniolo, Mancini e Smalling.
La pressione dei nerazzurri sale, per quanto non si riescano a costruire manovre di gioco effettivamente pericolose, il tandem offensivo faccia fatica e le idee scarseggino. L’occasione principale arriva infatti da calcio piazzato, con Calhanoglu che stampa un grande destro a effetto sulla traversa. Un vero peccato, perlopiù nel momento di maggiore spinta interista.
Anche Asllani va vicino al goal, al 67′, con una grande conclusione da fuori. Nel mentre non si muove nulla sulla panchina dell’Inter. Nonostante la gara sia da vincere, nonostante la lucidità non sembri abbondare. E al 76′ arriva l’1-2 giallorosso, la doccia fredda, lo sprofondo assoluto. Smalling impatta il pallone su un traversone da calcio di punizione e lo manda alle spalle di Handanovic. Fantasmi su San Siro. La sensazione è che non si riesca a pareggiare, la mole di gioco espressa fino a quel momento non sarebbe mai potuta bastare. E infatti non basta: i cambi piuttosto tardivi e confusionari fanno tutto fuorché incidere, e da qui alla fine è sicuramente più vicina la Roma al colpo dell’1-3 piuttosto che l’Inter al pari.
Inter-Roma finisce quindi 1-2. Si perde in casa con i giallorossi, lo scorso anno battuti agevolmente sia in Serie A che in Coppa. San Siro diventa terreno di conquista. La crisi è sempre più reale.
Inter-Roma 1-2, chi sale e chi scende
C’è poco da salvare nella quarta sconfitta su otto gare dell’Inter in Serie A. Il ruolino di marcia inizia ad essere davvero imbarazzante, la squadra è terribilmente penetrabile e la pericolosità offensiva del tutto ridotta. La situazione inizia a farsi davvero seria, la preoccupazione attorno all’Inter è reale.
Da salvare resta poco. Asllani va sicuramente promosso, lanciato da titolare in un big match dopo essere tenuto in naftalina nelle prime gare, ha risposto bene e non si è tirato indietro né nella fase di costruzione né in quella difensiva. Il prospetto c’è e si vede, ma anche nel presente il ragazzo può dare una grande mano.
Anche Dimarco, autore della rete dell’1-0, va promosso. Dopo i minuti da protagonista con gli azzurri di Mancini il ragazzo si conferma in forma e soprattutto titolare della fascia sinistra dell’Inter.
Per quanto riguarda il resto, ben poco si salva. Acerbi incolpevole e piuttosto pulito nel corso della gara, così come Bastoni che avrebbe però potuto fare qualcosa in più sulla rete di Dybala. Handanovic insicuro sulla rete dell’argentino, Skriniar in difficoltà, Dumfries non punge e insieme a lui Barella e Calhanoglu, Lautaro e Dzeko si sbattono ma si trovano poco e hanno le polveri apparentemente bagnate.
Le sostituzioni, tardive, non cambiano nulla. Correa entra male (e purtroppo non è di certo una novità), Mkhitaryan si vede poco, Gosens continua ad apparire seriamente imballato.
Inzaghi non può dormire certamente sonni tranquilli. La situazione sembrerebbe iniziare a sfuggirgli di mano. 12 punti in 8 partite sono un bottino davvero insufficiente, le ultime sconfitte stanno lasciando il segno, il gioco e le occasioni da goal latitano. Infine il Napoli, al primo posto, è lontano già 8 punti. C’è tutto il tempo di recuperare, siamo all’ottava giornata. Ma la rimonta deve partire. Continuando a rimandare, la stagione diventa a serissimo rischio.
E martedì a San Siro arriva il Barcellona. Sfida praticamente già decisiva per il futuro in Coppa. C’è da incrociare le dita…