Quando si parla di sogni non penso ad alzare una Champions League o uno scudetto. Il mio è impossibile: poter riabbracciare mio padre”.

Mi piace immaginarmelo così, Siniša Mihajlović. In cielo, a dribblare le nuvole, spiazzando gli angeli e i santi con sentenze penetranti e parole mordaci. Me lo immagino correre a pieni polmoni verso quell’abbraccio infinito che in vita ha così tanto desiderato, molto più di qualsiasi successo sportivo e professionale.

La guerra, il lutto, la malattia

Il 16 dicembre 2022 ci ha lasciati un bravo allenatore, un grande calciatore e una grandissima persona. Sinisa valeva molto più del suo prodigioso piede mancino e delle sue sagaci dichiarazioni in conferenza stampa. Il valore dell’uomo di Vukovar sembra straripare dal vaso della sua storia personale, ricolmo di sfide continue che il Sergente ha sempre saputo affrontare con dignità umana e commovente perseveranza: la guerra, il lutto, la malattia.

L’Inter: doti balistiche e schiettezza

Mihajlović ha difeso i nostri colori per 4 anni, dapprima nelle vesti di riserva di lusso e di uomo spogliatoio (2004-2006) e successivamente in quelle di vice-allenatore nell’Inter guidata dall’amico Roberto Mancini (2006-2008). Questi pochi anni di militanza nel club di Viale della Liberazione sono stati sufficienti per entrare di diritto nei cuori dei tifosi nerazzurri, che hanno fin da subito apprezzato le doti balistiche e la caratteristica schiettezza del serbo classe ’69.

Continua a correre, Siniša

Il carattere sanguigno e passionale dell’ex tecnico di Torino e Bologna gli ha consentito di ergersi a modello di un calcio che non c’è più, in cui la dedizione e la propensione al sacrificio sono inquadrate in un contesto di autenticità e di ricerca del vero. La scomparsa dell’ex centrocampista non può che lasciare un vuoto incolmabile in tutti gli appassionati di calcio, consolati solo dalla certezza che Miha – con la classe e l’ironia che lo hanno contraddistinto in vita – avrà chiesto a Dio in persona di accomodarsi sulla linea di porta e si starà facendo beffa di Lui con parabole che non possono essere intuite nemmeno da chi possiede i doni dell’ubiquità e dell’onniscienza.

Continua a correre, Siniša. I tuoi sogni, a braccia aperte, ti stanno aspettando.

Redazione
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