Sabato pomeriggio di fine luglio, Inter già qualificata in Champions League da due giornate, le dichiarazioni di Conte nel post Inter-Fiorentina sul secondo classificato che è “il primo dei perdenti”. E così, il rischio che l’Inter possa scendere sul campo di Marassi in ciabatte e senza troppi stimoli sembra essere concreto.

Tuttavia, il discrimine sta nel fatto che le parole di Conte non sono state recepite nella maniera corretta dai più: il tecnico salentino non ha detto che non ha interesse nell’arrivare al secondo posto, bensì ha messo in evidenza come la medaglia d’argento non possa essere un obiettivo che soddisfi l’Inter, ovvero non può considerarsi un’ambizione per il futuro. Ed infatti la sua squadra – che il messaggio lo ha compreso correttamente – risponde nella maniera giusta, battendo con un secco 3-0 a domicilio un Genoa ancora invischiato nella lotta a due per la retrocessione con il Lecce, quindi con le motivazioni al massimo. Il primo tempo, a parte un avvio incerto e ritmi che fisiologicamente – viste le partite ogni tre giorni e le temperature di questo weekend – non possono essere elevatissimi, è tutto sommato ben giocato e i nerazzurri lo chiudono avanti di un gol. L’Inter non chiude la partita fino all’83’ ed infatti il timore che il Genoa possa pareggiare i conti, concretizzando l’ennesima rimonta subita dai nerazzurri e suggellando l’ennesimo pareggio, è elevato. Stavolta, però, gli uomini di Conte resistono e poi assestano i due colpi del ko, sulle ali della coppia ex Manchester United.

Lukaku record

Sul primo gol incorna di testa dopo aver vinto il duello fisico con Cristian Zapata, mentre sulla terza rete nerazzurra c’è tutto Lukaku: progressione straripante, doppio passo, dribbling e rete. Doppietta per Big Rom, che sale a 29 gol stagionali: mai, nella sua carriera, aveva segnato così tanto. Con i due gol di Marassi, infatti, il belga supera quota 27, il suo massimo (raggiunto nella stagione 2017-18 con lo United). Non male, per un esordiente in Serie A, non il campionato più facile per gli attaccanti e più rapido per quanto riguarda i tempi di adattamento. In questa stagione, Lautaro e Sanchez si sono alternati come partner ideali.

PAGELLE GENOA-INTER

Prima del lockdown il Toro ha mantenuto un rendimento elevatissimo mentre il cileno ha patito un lungo infortunio; dalla ripartenza in poi, Lautaro non è più stato quello di prima (ieri altra prova incolore per lui) e il Nino Maravilla si sta dimostrando fondamentale. La certezza, quindi, è sempre stata rappresentata dal ragazzo con il numero 9.

Quanto conta Sanchez

Nei giorni in cui si sta disquisendo sulla possibilità di acquistarlo a titolo definitivo dal Manchester United – che ha fatto gentilmente sapere a Marotta e Ausilio che in caso contrario lo farà ritornare alla base subito dopo gli ottavi di finale contro il Getafe – Alexis Sanchez risponde alla grandissima, mostrando tutta la sua voglia di rimanere in nerazzurro per la campagna europea ma soprattutto per la prossima stagione. Il cileno entra al minuto 64 e non sbaglia niente. Non si fa per dire, fa tutto bene. Ogni scelta, ogni passaggio, ogni corsa. Spina nel fianco per la difesa del Genoa, pressing asfissiante, costante pericolo, tira fuori l’Inter dall’apnea nella quale si stava riversando con il risultato pericolante sullo 0-1. Il gol è un premio meritatissimo, così come lo è l’assist di Victor Moses, autore di un’ottima partita e anch’egli in bilico per la prossima annata. Sanchez, in ogni caso, si dimostra per distacco l’uomo più in forma della squadra. E diciamolo a chiare lettere: rinunciare al Nino Maravilla per l’Europa League sarebbe un delitto. Una perdita pesantissima in ogni caso, perché significherebbe disputare la competizione con due soli attaccanti a disposizione, ma diventerebbe un macigno se pensiamo ad un Sanchez in questo stato di forma: è in grado potenzialmente di decidere ogni partita. Letteralmente fondamentale. L’Inter non può rinunciarvi se davvero vuole puntare a vincere la competizione.

Di nuovo secondi

Controsorpasso sull’Atalanta, i nerazzurri di Milano si riportano al secondo posto. Lo fanno, come detto, grazie alla coppia Lukaku-Sanchez, all’ottima gara di Moses e Biraghi, alla buona prova di Ranocchia, macchiata però da un errore in impostazione potenzialmente devastante, cui poi rimedia. In crescita Godin, mentre Eriksen continua a deludere: qualche spunto, ma non riesce mai ad essere continuo all’interno della partita, risultando così poco incisivo. Adesso la squadra di Conte è attesa da un doppio impegno insidioso, contro Napoli Atalanta. Dopo di che, concluderà il proprio campionato e volerà in Germania per l’Europa League. Conte cercherà di ruotare il più possibile i suoi uomini, tentando di preservare forze per la competizione europea ma nello stesso tempo non snobbando il campionato. Non sarà un compito facile, la struttura della rosa interista e la situazione infortuni non sono fattori che facilitano una rotazione corposa e “indolore”.

Conclusioni

Inutile tentare di cancellare i rimpianti: ci sono e ci saranno sempre, per quei punti persi in maniera autolesionista che condannano l’Inter a non poter lottare con la Juventus fino all’ultima giornata. In particolare, Conte ha fatto riferimento ai match interni contro Sassuolo e Bologna. Quelli, rispettivamente, del palo a porta vuota di Gagliardini e del rigore concesso da Lukaku a Lautaro. Se però i rimpianti non si possono debellare, possono invece risultare errori costruttivi: non ripetere tali ingenuità è la base per la vittoria. Il resto, da un punto di vista tecnico e di mentalità, dovrà farlo il mercato. Tentando però di concentrarci sull’altro lato della medaglia, la crescita dell’Inter 2019-20 è innegabile rispetto alle stagioni passate. I 76 punti raggiunti a due giornate dalla fine (l’anno scorso si chiuse a 69) rappresentano lo stesso score raggiunto a fine stagione dall’Inter 2010-11, quella di Leonardo e del post-Triplete. Vincere entrambe le partite rimanenti (impresa più che complicata) significherebbe chiudere con gli stessi punti dell’Inter del Triplete. La squadra di Conte è inoltre il secondo miglior attacco, a quota 77 gol (l’anno scorso si chiuse a 57). E se i gol subiti rispetto alla scorsa annata sono di più, bisogna anche sottolineare che quella dell’Inter è la miglior difesa. Ed è la squadra che ha perso di meno in Serie A (4 sconfitte, Juventus a quota 5). Insomma, i dati certificano che i nerazzurri sono meglio dei bianconeri sotto tanti punti di vista. Quasi tutti. Ne manca uno, però. I punti in classifica. Quello che conta di più. Ed è il fondamentale aspetto sul quale si dovrà lavorare in vista della prossima stagione. È quello il prossimo passo.

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24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.