<> at Appiano Gentile on January 22, 20

Ieri è stato presentato ufficialmente Rafinha, nuovo centrocampista giunto in prestito dal Barcellona che sostituirà il partente Joao Mario e che, nel 4-2-3-1 di Spalletti, verrà utilizzato principalmente come trequartista.  I test fisici effettuati hanno impressionato lo staff medico nerazzurro poiché dalle analisi è risultato che il giocatore ha pienamente recuperato dal grave infortunio al menisco ad inizio aprile ed ora deve solo acquisire il ritmo partita; un dato incoraggiante, questo, che permette a Rafinha di potersi immediatamente mettere a disposizione del mister per studiare le dinamiche del calcio italiano e dare il suo contributo per la conquista di quel posto in Champions League che non viene raggiunto dalla stagione 2010/2011, con le conseguenze che tutti noi conosciamo.

SEGUI LA NOSTRA PAGINA FACEBOOK

Il suo arrivo è stato accompagnato da perplessità sulla sua effettiva utilità alla causa nerazzurra. I motivi, già riportati in un precedente articolo, sono essenzialmente 3: fresco rientro da un grave infortunio, tempo per acquisire il ritmo partita ed infine il tempo di adattamento al calcio italiano. Ora, se per quanto riguarda il primo motivo le visite mediche hanno scongiurato qualsiasi problema, rimangono ancora le incognite sui restanti due (più per quanto riguarda l’adattamento al calcio italiano, a dire il vero). Nel frattempo va encomiato l’atteggiamento che il nuovo numero 8 ha mostrato nelle dichiarazioni dopo la presentazione: non solo per l’entusiasmo per il suo arrivo (“Avevo molta voglia di venire qui all’Inter, grazie a Dio è andato tutto al meglio e la trattativa si è conclusa”) ma anche l’umiltà con la quale si è già messo a disposizione del gruppo (“Ho sempre giocato in mezzo al campo, anche se a Barcellona ho imparato  a giocare in tutte le posizioni, anche da esterno. Sono a disposizione di Spalletti”). Parole che potrebbero essere interpretate come le classiche dichiarazioni di rito se l’Inter non fosse un’occasione per rilanciare sé stesso e convincere la società a puntare fortemente su di lui per la prossima stagione.

A tal proposito, come può Rafinha risultare importante, se non decisivo, per la conquista del quarto posto? La conditio sine qua non, ovviamente, è che il centrocampista riesca ad adattarsi nel giro di un mese al calcio italiano. Fatta questa premessa, possiamo individuare 3 ragioni per cui l’ex Barcellona potrebbe rivelarsi un ottimo acquisto:

  1. La sua duttilità tattica potrebbe risultare un’arma importante per l’Inter: potendo giocare anche sulla fascia destra (soluzione ipotizzata sui media), il brasiliano potrebbe convincere Spalletti a panchinare maggiormente Candreva o, altrimenti, spostare quest’ultimo al centro, dove avrebbe maggiori possibilità di rendersi più pericoloso con i tiri dalla distanza.
  2. Non va sottovalutato il suo bagaglio tecnico: in un centrocampo assai povero di giocatori tecnici, dove l’unico in grado di dare il via ad una trama offensiva è Borja Valero, uno come Rafinha sarebbe oro colato poiché l’Inter per quanto riguarda gli assist ai giocatori in area di rigore dipende esclusivamente da Candreva: non deve essere letta come una critica all’esterno romano, tuttavia da un mese e mezzo è tornato a fornire un gran numero di cross con grande imprecisione.
  3. La sua eventuale affermazione nelle prossime partite vorrebbe dire maggior concorrenza e potrebbe spronare alcuni giocatori a dare di più per avere un posto da titolare. Anche questa non deve essere letta come una critica ma è un dato di fatto che l’assenza di alternative serie a centrocampo (e non solo) possa far rilassare alcuni giocatori.

Potrebbe esordire già domenica contro la Spal (ma non dal primo minuto), con l’augurio che non Luciano Spalletti non sia costretto ad inserirlo in una situazione problematica. Nel frattempo, non possiamo che augurargli il benvenuto!

 

SCRIVI SUL NOSTRO FORUM

 

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.