Lunedì sera si è finalmente chiusa una finestra di mercato estiva unica sia nelle tempistiche che nella mole e nel tipo delle operazioni eseguite. Si è trattato infatti di un mercato decisamente povero per la stragrande maggioranza dei club, inclusi i più facoltosi, obbligati a “vivere di espedienti” quali prestiti, scambi e altre formule poco convenzionali per far fronte al crollo dei ricavi causato dalla pandemia globale. Naturalmente anche l’Inter ha dovuto agire in questo contesto, con a disposizione risorse praticamente nulle e ugualmente esigue speranze di di ricavare fonti dal mercato in uscita.

Quello nerazzurro è dunque stato, inevitabilmente, un mercato costituito perlopiù da occasioni, riscatti di giocatori già in rosa e rientri di giocatori in prestito: l’unico nuovo acquisto a cifre importanti è stato quello di Hakimi, messo a segno reinvestendo velocemente e saggiamente l’incasso della vendita di Icardi. Nonostante ciò, la dirigenza è stata capace di portare a Milano diversi elementi esperti e di valore per aumentare la profondità della rosa, sebbene alcuni ruoli non siano ancora coperti in modo ideale.

Gli esuberi e il mercato in uscita

Cominciamo con un aspetto del calciomercato che ha spesso messo in difficoltà il club nerazzurro negli ultimi anni, ovvero la vendita dei propri giocatori. Per i motivi sopracitati, quest’anno è stato ancora più difficile del solito liberarsi definitivamente dagli esuberi: ai soliti problemi legati a età e ingaggi dei giocatori, si sono aggiunte la penuria generale di fondi e il conseguente calo dei prezzi.

Si sono viste più rescissioni e buonuscite che mai nel panorama europeo, con l’Inter che ha dovuto terminare il contratto di Asamoah ma ha anche beneficiato di questo tipo di situazioni nei casi di Sanchez e Vidal. Per il resto si è stati costretti a ricorrere a cessioni a prezzi stracciati, vedasi Candreva e Godin, o a prestiti senza garanzie di riscatto come nei casi di Dalbert e Joao Mario, il tutto per liberarsi di giocatori di troppo o per risparmiare sugli ingaggi. La cessione dell’uruguaiano, però, lascia sicuramente qualche dubbio: purtroppo il suo arrivo a parametro zero lo candida all’uscita per motivi di bilancio, ma il valore della sua personalità ed esperienza non è da sottovalutare.

L’eccezione è stata la cessione di Icardi al PSG per 50 milioni più bonus, realizzata forse prima che ci si rendesse pienamente conto delle conseguenze della crisi sistematica. Operazione che, infatti, andrebbe rivalutata in positivo, visto come si è poi sviluppato il calciomercato. Per quanto riguarda Eriksen, invece, nonostante abbia fatto fatica a rendersi protagonista all’Inter, il club e il giocatore mantengono l’obiettivo comune di avere successo insieme, e avrebbero anche rifiutato alcune offerte arrivate per il trasferimento del Danese.

Prestiti riscattati e giocatori confermati

Come accennato in precedenza, le conferme di giocatori già presenti in rosa sono state una parte importante del mercato in entrata nerazzurro. L’obbligo di riscatto di Barella è stato naturalmente una formalità, essenzialmente irrilevante ai fini del FPF ma significativo ai fini di bilancio. Anche la conferma di Sensi era probabilmente già stata promessa al Sassuolo, nonostante il solo diritto di riscatto, e in questo caso ha rilevanza sia per il FPF che per il bilancio. L’acquisto di Sanchez non era altrettanto automatico: il prestito infatti non prevedeva un riscatto e l’Inter è riuscita a prendere Alexis a parametro zero, dopo la rescissione con lo United. Un’operazione di tutto rispetto, visto il costo contenuto e la dimensione aggiuntiva che il cileno può portare all’attacco nerazzurro, oltre ad aumentare la qualità della panchina.

I nuovi arrivati

Senza dubbio la punta di diamante del mercato interista è stato Achraf Hakimi, prelevato per 40 milioni dal Real Madrid. Del marocchino si è parlato molto e in positivo, giustamente, nei mesi trascorsi tra la notizia del suo arrivo e il suo esordio in campo. Le prime decine di minuti giocati con la maglia nerazzurra, in cui ha già messo a segno due assist e un gol, sembrano confermare le alte aspettative. Naturalmente si dovrà attendere un campione più vasto di partite per dare un giudizio finale di campo, ma sulla carta non c’è dubbio che lo schema di Conte potrebbe esaltare al massimo le caratteristiche di Hakimi, tra cui la velocità e l’accortezza nell’ultimo passaggio. La conseguente speranza è dunque che Hakimi diventi uno dei giocatori più decisivi della stagione per l’Inter.

Gli altri nuovi acquisti sono Vidal, Kolarov, Darmian e (in questo caso si tratta di un ritorno) Pinamonti. Il cileno ha messo in mostra le proprie eccellenti capacità nelle migliori squadre europee e in nazionale nell’ultimo decennio, oltre a essere un giocatore da sempre molto apprezzato da Conte. Probabile che la sua esperienza, che non sembra aver ancora intaccato il suo dinamismo, si riveli molto preziosa per l’Inter.

Kolarov e Darmian sono giocatori duttili, teoricamente capaci di giocare sia come esterni di centrocampo che come laterali nella difesa a tre. Pare già chiaro, però, che l’allenatore veda il serbo più nella secondo ruolo che nel primo. Il piede sinistro di Kolarov non si discute, e potrà essere utile nella costruzione dal basso e sui calci piazzati, mentre la tenuta difensiva, soprattutto contro avversari veloci, potrebbe essere limitante. Darmian non è di certo un nome altisonante, e nelle ultime stagioni non si è distinto particolarmente in campo. Non sarebbe, però, il primo giocatore a essere rivitalizzato da Conte: concediamogli dunque un minimo beneficio del dubbio, almeno prima che sia sceso in campo.

Gli arrivi di Darmian e Pinamonti, inoltre, nascono entrambi da accordi precedenti con le rispettive società, promesse fatte in cambio di altri trasferimenti e più in generale per mantenere buoni rapporti e non precludersi affari utili (soprattutto per il bilancio) in futuro. Naturalmente ciò aumenta i dubbi sull’effettivo valore tecnico degli acquisti. Personalmente credo di apprezzare Pinamonti più di molti altri, forse spinto dal desiderio di veder fare bene un prodotto del vivaio interista. Sicuramente non si tratta di una certezza nel ruolo di punta di riserva e deve dimostrare ancora molto, eppure c’è del potenziale che potrebbe venire fuori in un contesto meno disfunzionale rispetto a quelli in cui si è trovato recentemente il giocatore.

Nainggolan e Perisic: il ritorno

Due dei protagonisti della “purga disciplinare” della scorsa estate, Radja Nainggolan e Ivan Perisic hanno vissuto gran parte di questo mercato in una specie di limbo. Il croato è stato protagonista di un lungo tira e molla per il riscatto con il Bayern Monaco: il tecnico dei bavaresi Flick sembrava apprezzarlo, ma l’offerta per il cartellino non ha mai nemmeno raggiunto la valutazione scontata fatta dall’Inter in seguito alla flessione generale dovuta al Covid-19. Il prolungamento del prestito ha permesso poi al Bayern di constatare l’entità della crisi stessa e dunque pressoché abbondare l’intenzione di riscattare l’esterno. Forse imprevedibilmente, visti anche i commenti di un anno fa, Conte è parso entusiasta di Perisic, vedendolo coinvolto nel progetto oltre che potenzialmente efficace come esterno sinistro di centrocampo. Il croato è dunque reintegrato nella rosa, prendendo grosso modo il posto di Biraghi.

La questione Nainggolan, invece, si è protratta fino alle ultime ore di mercato. Anche lui aveva un futuro incerto una volta tornato dal prestito, ma con il passare delle settimane le voci di un ritorno al Cagliari su facevano più insistenti (insieme alle poco gradevoli dichiarazioni da parte di elementi dello stesso club sardo). Inoltre, Conte non sembra avergli concesso il ruolo di primo piano dato a Perisic, e la mancata convocazione per le ultime due partite (ufficialmente dovuta a una faringite) sembrava essere la prova di un trasferimento imminente.

I due club, però, non hanno trovato l’accordo, e il ninja è rimasto a Milano. Sulla carta potrebbe essere un’arma in più per Conte in un parco centrocampisti già vasto e vario, se riuscisse la replicare la buona stagione giocata al Cagliari. Tutto dipende, però, dalla sua convinzione e dedizione. Il belga non è conosciuto per la sua professionalità integerrima, ma ha l’opportunità di dimostrare di poter essere ancora protagonista in una grande squadra, come ha spesso dichiarato durante il prestito. Si spera che questo desiderio di riscatto lo spinga a dare il meglio di sé, ma il suo potenziale rendimento resto un punto di domanda.

Giudizio generale

Tra le risposte al sondaggio indetto nel forum di Interfans.org, il voto più gettonato è il 6,5 e il giudizio più comune è di un mercato con degli arrivi interessanti e potenzialmente decisivi, ma ciononostante lasciato incompleto in alcuni aspetti. Quelli di Hakimi e Vidal si inseriscono tra gli acquisti di chiaro miglioramento, per le caratteristiche uniche (ed estremamente utili nel gioco contiano) che portano alla squadra. Kolarov va a riempire un vuoto come secondo difensore mancino (dopo Bastoni), ma come detto sopra ha pregi e difetti.

Con Kolarov in difesa, tra l’altro, la fascia sinistra è affidata a Young e Perisic, giocatori più o meno adattati in quel ruolo, per quanto l’inglese abbia dimostrato di esserne un valido interprete. Insomma non c’è stato il netto upgrade visto sulla destra e desiderato da molti tifosi. L’assenza di un rimpiazzo di livello per Lukaku, mancanza grave nella scorsa stagione, per molti non è stata risolta dall’arrivo di Pinamonti. In effetti ci si poteva aspettare un giocatore più affermato; starà al giovane ex-Primavera Inter sfruttare appieno le opportunità che gli verrano date.  Infine, la ciliegina sulla torta sarebbe stato un centrocampista difensivo fisico ed energico capace di rendere sostenibile l’utilizzo continuativo di Eriksen. Il nome di Kantè, però, è sembrato sempre fin troppo ottimista e in ogni caso il centrocampo dell’Inter offre una profondità e una varietà tecnico-tattica mai vista negli ultimi anni.