Rinnovo Icardi

Dopo le feste di Natale, ed in attesa della ripartenza del campionato, sul tavolo di Marotta arriverà, se non è già arrivata, la pratica per il rinnovo di Mauro Icardi. E’ stato lo stesso a.d., del resto, a dirlo in tempi non sospetti: “I rinnovi di contratto si discuteranno da gennaio in poi”, ed è facile immaginare che, il primo, sia proprio quello del capitano nerazzurro.

Secondo i bene informati i rapporti tra la società nerazzurra e Wanda Nara sono piuttosto tesi. Beppe Marotta e il direttore Piero Ausilio, hanno preso tempo anche per spegnere i riflettori accesi dalla stessa Wanda sulla trattativa. Le esternazioni sui social e in tv della procuratrice argentina hanno infatti indispettito la società.

Tra domanda e offerta per Icardi

Per il momento tra la domanda di Wanda (9 milioni) e l’offerta del club (7 milioni), pervenuta e rifiutata due mesi fa, c’è una differenza notevole. Si può colmare però, sul rinnovo c’è fiducia anche se tutti gli indizi dicono il contrario. Il contratto attuale scadrà a giugno 2021, l’ingaggio è ora sui 5 milioni.

Quella clausola per l’estero

Poi c’è la questione della clausola da 110 milioni, valida solo per l’estero dal 1° al 15 luglio di ogni estate. L’Inter vuole toglierla, Wanda tenerla e aumentarla in base al nuovo ingaggio: si alza in proporzione al ritocco. L’Inter ha scelto una tattica attendista per due motivi: non ha ricevuto offerte (Wanda invece sostiene che il Real Madrid è pronto a pagare la clausola) e poi non vuole entrare nella spirale del rialzo degli ingaggi, aumentare di troppo quello di Icardi significa aprire alle richieste degli altri. Tra la lady di ferro Wanda e l’Inter il match resta aperto e non sarà un’amichevole.

Il problema vero: l’effetto domino nello spogliatoio

E’ chiaro che, ai vertici nerazzurri, non siano piaciute le esternazioni pubbliche di Wanda Nara. In realtà la situazione, verificata personalmente, è meno grave di quanto sembri. Icardi, infatti, a Milano sta bene e ad oggi ne fa solamente una questione economica, come giusto che sia. Il problema dove sta allora? Due milioni di distanza tra domanda e offerta non rappresentano una cifra insormontabile, il problema semmai è l’effetto domino che potrebbe provocare all’interno dello spogliatoio.

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