In cuor nostro sapevamo che non sarebbe stata quella con il Bayern non era la sfida della svolta, la partita che ribalta una stagione e infatti, la gara non è andata nei migliori dei modi.

Sapevamo però che, se l’Inter dello scorso anno era riuscita a giocare due delle sue migliori partite proprio contro le finaliste di Champions, quest’anno contro il Bayern, nonostante un livello oggettivamente superiore da parte dei tedeschi, l’Inter poteva dar vita ad una prestazione più convincente visto l’ampliamento della rosa e un anno in più di consapevolezza europea. Ostinarsi a presentare un gioco passivo, lento, compassato, prevedibile, senza spunti, senza ripartenze, senza pressing contro un avversario di tale caratura è stato un suicidio annunciato.
Difatti, eccoci qui.

Inzaghi cambia 3 titolari

Il tentativo di cambio uomini risulta vano se non è coadiuvato da un cambio di mentalità.
Inzaghi, si prende un rischio enorme: silura il capitano (Handanovic), Barella e Devrij proprio nell’esordio in Champions e dopo la sconfitta nel Derby. A posteriori (facile dirlo) non sono state scelte che lohanno ripagato, sicuramente non nella maniera nella quale si aspettava il nostro mister.
Skriniar schierato da centrale, nessun incursore a centrocampo, i cambi, per l’ennesima volta, tardivi e non efficaci (Correa ancora un ectoplasma) sono risultate tutte scelte di chi ha provato a dare uno scossone in modo confusionario, senza aver avuto nemmeno per un momento l’idea di voler rivoluzionare il meccanismo nel suo interno piuttosto che i ruoli in campo ai calciatori. Con quell’atteggiamento remissivo portato in campo il primo match del girone è finito ancora prima di iniziare e allora la domanda sorge spontanea: a che pro cambiare in maniera così massiccia se poi l’attitudine della squadra resta la stessa?

Onana, unica luce a San Siro

Nella buia serata di San Siro si riesce comunque a scorgere un raggio di luce in fondo al tunnel. Finalmente abbiamo visto Onana dal vivo con la nostra maglia e dobbiamo dirlo con piacere: l’esordio in nerazzurro è stato eccellente. Chiamato in causa spesso e volentieri dagli attaccanti del Bayern, Onana ha dimostrato di essere pronto per poter effettuare un eventuale sorpasso ad Handanovic (cosa che Inzaghi ha già chiarito che non avverrà, con il Torino ritorna Samir tra i pali).
Il portiere camerunense ha fatto emergere una invidiabile sicurezza, un ottimo piede ed intelligenza tattica capendo quando dover buttare giù il pallone alla ricerca della ripartenza delle punte e quando invece cercare il palleggio, senza forzare mai una o l’altra giocata. Non era scontato esordire con tale sicurezza in un momento in cui la squadra non gira come dovrebbe (soprattutto in fase difensiva) e che subisce anche da avversari neanche lontanamente paragonabili al Bayern, figuriamoci se poi si gioca contro i campioni di Germania.
Questi ultimi sono l’altro aspetto positivo.

Il Bayern è ingiocabile

Si è giocato (per buona parte della gara senza giocare effettivamente da parte nostra) contro una squadra che ha dimostrato di essere di un altro livello rispetto a noi, perlomeno ad oggi, per preparazione fisica, mentale ed ovviamente tecnica. Ingiocabili Manè e compagni quando ripartono in attacco.
E tutto questo può essere visto come un bicchiere mezzo pieno poiché si è persa una partita per 0 – 2, seppur in casa, nonostante l’Inter non sia riuscita a tirar fuori neanche lontanamente una prestazione stile Liverpool o Real Madrid dello scorso anno, il che può far pensare ad un possibile miglioramento da qui alla partita di ritorno contro i tedeschi, almeno sotto il punto di vista della voglia. Perché la reazione l’Inter da inizio secondo tempo fino alla rete del raddoppio tedesco ce l’ha avuta, nonostante la mancanza di diversi big (Lukaku è mancato eccome), ma per la condizione nella quale si trova ora non è riuscita a coltivarla, a farla crescere e trasformala a conclusione e forza per trovare il pareggio.
Se l’Inter ritrova la sé stessa di qualche mese fa non è escluso un ritorno più equilibrato. Di certo il Bayern di oggi viaggia ad una velocità impressionante unita ad una qualità in fase offensiva a tratti straripante.

Il Torino fa sempre (troppa) paura

Ogni qual volta l’Inter affronta in Champions una squadra importante ecco che aleggia l’ombra della sfida successiva in campionato con il Torino. Come l’anno passato, dove dopo il Liverpool incontrammo il Torino in campionato, così quest’anno la sfida post-Bayern sarà proprio contro i granata. Ed anche lo scorso anno ci fu un giocatore che non vide il campo neanche per un minuto, alla pari di ieri sera, nella partita con il Liverpool fu Dzeko mentre stavolta è toccato a Barella.
Possibile che un appuntamento del genere (quello in campionato contro il Torino), con tutto il rispetto, generi talmente tanta angoscia da non schierare Barella? Qualora si fosse voluto dare un segnale (cosa che dubito fortemente), possibile lanciarlo lasciando fuori un giocatore così rappresentativo senza neanche fargli fare un minuto? Nel derby, Barella, è stato davvero tanto peggio di Calhanoglu, autore di un errore determinante per il primo gol di Leao, tanto da non esser schierato né titolare né a partita in contro il Bayern Monaco?
Credo che tra tutte le scelte errate di Inzaghi ieri sera questa sia stata la più impattante. Levando la possibilità che questo episodio non rimanga tale e cioè un qualcosa di circoscritto, di isolato, ma che possa diventare un caso interno alla squadra. La riflessione è molto più spiccia, Barella deve giocare match del genere perché questi incontri sono il motivo per il quale un giocatore come Barella è nell’Inter e viceversa, è il motivo per il quale l’Inter acquista un calciatore come lui.
Al di là di un presunto infortunio (così ha commentato Inzaghi in conferenza stampa), lasciarlo fuori è una scelta senza spiegazioni, il turnover per alcuni giocatori non esiste e Barella è uno di quelli.

Simone, il futuro di tutti è nelle tue mani

Oggettivamente le scelte del mister, in toto, sono a dir poco rivedibili. Sorvola una nube di incertezza e confusione sopra Inzaghi che potrebbe essere spazzata via da una gran ventata oppure trasformarsi in un temporale fitto e pericoloso.
Ieri sera serviva dare un segnale non serviva fare del turnover.
Serviva schierare la miglior formazione possibile per fronteggiare un avversario più preparato, più pronto e, diciamolo, più forte, di certo Skriniar centrale con D’Ambrosio sul centro-destra è stato un esperimento evitabile; l’unico azzardo riuscito è stato l’esordio di Onana che è stato, sì un rischio, ma condivisibile o, perlomeno, comprensibile. Soprattutto, se decidi di far esordire Onana in Champions poi con il Torino non rimetti Handanovic e invece sembra proprio che ci sarà un nuovo avvicendamento dei portieri, che non farà bene nè a uno, nè all’altro.
Serviva una scossa emotiva, un gioco propositivo, un qualcosa di diverso rispetto al presente e che invece abbiamo potuto apprezzare nel passato recente dall’Inter proprio con Inzaghi.
Tutto ciò non c’è stato, anzi.
La confusione in mister Simone è palese, ne è stato esempio evidentissimo la gestione pessima dei cambi (che rimane il suo più grande difetto) intollerabili in una partita di cartello come quella di ieri sera. Prima di tutto la tempistica. I cambi sono stati effettuati almeno una decina di minuti dopo, forse di più, dal momento in cui bisognava effettuarli. Tant’è che dovevano entrare Barella, Dimarco e Correa per cercare di cavalcare il buon momento dell’Inter nel secondo tempo (durato per l’appunto pochi minuti), e invece l’eterna attesa ha portato al raddoppio dei tedeschi e ad un repentino e scellerato cambio nelle decisioni. Sono entrati De Vrij, Gagliardini, Dimarco, Darmian e Correa quattro giocatori evidentemente difensivi a venti minuti dalla fine della partita, un segnale di resa, inaccettabile.
Il cambio ha suscitato perplessità anche in Skriniar, uscito per De Vrij, con un’espressione del viso che diceva tutto.
Questi errori, oramai sempre più frequenti, rischiano di far perdere la squadra dalle mani di Inzaghi, di creare malumori (Barella dovrà rimanere un’esclusione eccezionale senza ripetizioni), e complicazioni se la gestione dei portieri ad alternanza continuerà.
Insomma, tenere la squadra in mano non è semplice e perderla può essere un attimo, Inzaghi ha il tempo, la classifica, il calendario dalla sua, può invertire il trend.

In un top club però il tempo va più veloce ed è meglio che Inzaghi inizi a correre.

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