Il rientro dalla pausa Nazionali dell’Inter all’U-Power Stadium è stato più complicato del previsto. Dopo la vittoria schiacciante contro l’Atalanta, i nerazzurri si sono presentati a Monza con un atteggiamento meno incisivo e una certa presunzione. Questa versione sbiadita della squadra ha faticato soprattutto nel primo tempo, mostrando una mancanza di concretezza. La differenza rispetto alla squadra ammirata al Meazza contro la Dea è stata evidente, e alcune scelte di formazione hanno lasciato alcuni dubbi.
Frattesi e Asllani sotto le aspettative
Davide Frattesi, nonostante le aspettative, non è riuscito a replicare l’ottima settimana in Nazionale. La sua partita ha evidenziato un gap di personalità e un’inesperienza che lo distanzia da chi di solito è titolare. Anche Kristjan Asllani ha avuto una prestazione al di sotto delle aspettative. Pur essendo vicino alla sufficienza in alcuni momenti, non ha mai fornito una prova del tutto convincente e priva di controindicazioni, lasciando dubbi sul suo attuale livello di affidabilità.
Il contributo dei subentrati
I giocatori entrati a partita in corso non sono riusciti a fare la differenza, a eccezione di Denzel Dumfries, che ha avuto il merito di segnare il gol del pareggio. La mancanza di impatto dei subentrati solleva interrogativi sulle scelte di Inzaghi, soprattutto quando si pensa a giocatori come Barella, che avrebbero potuto offrire più creatività e capacità di rompere le linee avversarie. L’assenza di una figura in grado di creare superiorità numerica è stata particolarmente evidente.
Questioni di Formazione e Condizione
La prestazione sottotono di Lautaro Martinez può essere attribuita a una condizione fisica non ottimale. Tuttavia, altre scelte di formazione, come l’impiego di Pavard, Darmian, Thuram e Mkhitaryan, non hanno prodotto i risultati sperati. La decisione di lasciare in panchina giocatori come Barella, che aveva avuto modo di allenarsi tranquillamente, lascia spazio a critiche. La squadra, pur essendo forte e ben assortita, ha mostrato carenze, e se il ritmo rallenta, il rischio di brutte sorprese aumenta. Il turnover fatto così è sicuramente da rivedere.
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