Spalletti si è rialzato nella notte più complicata, quando cominciava ad affacciarsi l’ombra di un esonero. Ora è di nuovo terzo. Sorpasso Inter. Non vinceva due derby nello stesso campionato dal 2011/12.Sono bastati 2 minuti e 28 secondi all’Inter per trovare il gol. Vecino ha scaricato su Perisic e poi è andato a riprendere la palla con la porta spalancata. Il cross del croato aveva scavalcato Donnarumma e sorpreso Calabria. Tap-in di testa di Lautaro, Romagnoli in ritardo, Bayakoko ancora più colpevole per non aver seguito l’uruguaiano, jolly tirato fuori dal cilindro di Spalletti. Trequartista, di fatto centravanti mascherato a ridosso del Toro. S’è rivelato un incubo per il Milan. Si faceva trovare libero tra le linee da Brozovic e Gagliardini e con un tocco da pivot, spalle alla porta, riusciva a leggere i tagli di Politano e Perisic. I due esterni si accentravano, D’Ambrosio saliva in sovrapposizione. Statica la difesa rossonera, all’improvviso vulnerabile. Nel 2019 aveva preso solo 3 gol in 9 partite. Ieri è saltato il bunker.

INTER: LA VITTORIA DEL GRUPPO

L’Inter ha vinto il  con merito, giocando una delle migliori partite della sua stagione, e visto che Spalletti per tutto l’anno è stato sulla graticola adesso possiamo e vogliamo rimetterlo al suo posto, il posto di un ottimo allenatore che con una idea (Vecino più avanti, come trequartista) ha messo in difficoltà il Milan per tutto il primo tempo. Se Spalletti riuscisse a pensare solo al campo, sarebbe al livello dei più grandi. I nerazzurri hanno giocato con saggezza e freddezza, il Milan con rabbia e furore. Da una parte è arrivata la conferma di Lautaro Martinez, dall’altra è mancata quella di Piatek, annullato da una straordinaria coppia di difensori centrali. La corsa per la Champions resta entusiasmante. Quando sembrava sull’orlo del precipizio, l’Inter sceglie proprio il derby per risollevarsi, riprendendosi la supremazia cittadina e soprattutto il terzo posto, mettendo un cuscinetto in più di sicurezza rispetto al quinto. Ancora una volta i nerazzurri confermano di non tradire in uno scontro diretto da quando in panchina siede Spalletti, che, dopo tante critiche, si prende la migliore delle rivincite. E ci scappa pure un’altra frecciata ad Icardi, seppure non venga mai nominato: «Una grande partita senza Maurito? Bisogna dire bravi, bravi, a chi sta dentro lo spogliatoio. Si deve stare con loro quando ci sono momenti di difficoltà». E ad Icardi non possono che essere fischiate le orecchie, anche per le parole che il tecnico nerazzurro riserva a Lautaro, di fatto nominato centravanti titolare a prescindere di quello che potrà accadere in questa settimana. «Occorre dire bravo a Perisic per i suoi rientri, a Politano per la partita che ha fatto e a Lautaro per i suoi tagli e per il rigore. E’ bravo ad attaccare la profondità, è forte di testa e ha personalità, basta guardarlo negli occhi per capirlo… Abbiamo trovato l’attaccante che ci può rimettere a posto le cose…».

LAUTARO TIMBRA IL DERBY

E “Toro” risponde così su Instagram: «Di nuovo. Il derby è nostro». Come premesso, le scelte tattiche di Spalletti hanno fatto la differenza. In particolare quel Vecino piazzato a fare il trequartista. «Ne avevo 3 a disposizione, non è che potessi fare molto altro di diverso. E Vecino ha certamente più gamba di Gagliardini. Basta che il cervello dica di farle girare. Ha interpretato benissimo quello che gli aveva chiesto». Come il resto dei giocatori nerazzurri, peraltro. E la svolta, rispetto a giovedì, è stata soprattutto nella testa. «Contro un Milan del genere, che aveva tutti i pronostici a favore, andare lì e prendere in mano la partita non era facile. Dopo l’Eintracht, dovevamo ripristinare ruoli e comportamenti e riportati dentro un atteggiamento di squadra, dimenticando quello che era successo prima. Era fondamentale scavare un solco rispetto all’ultima partita e l’abbiamo fatto. Doveva essere l’ultimo derby, invece…».